Trasuda storia dalle pareti l’Osteria Tre Gobbi di via Broseta, nel centro di Bergamo. I documenti dicono che sia stata aperta ufficialmente nel 1855, ma ci sarebbero tracce di questo locale già dalla fine del ‘700. Non a caso una targa messa in bella mostra vicino a uno dei due ingressi ricorda che in questo ristorante, un tempo, amava rifocillarsi un certo Gaetano Donizetti.
Storia di Bergamo e della città, dicevamo. Ma anche – e soprattutto – cucina moderna.
Sia chiaro, non mancano i piatti di una volta, quelli che hanno accompagnato i Tre Gobbi negli oltre duecento anni di attività, come gli immancabili casoncelli, la trippa, la guancia brasata e – ovviamente – la polenta taragna, definita “sua maestà” in carta.
Ma l’Osteria Tre Gobbi è tanto, tanto altro oltre alla storia che si porta appresso.
Ai fornelli c’è Filippo Cammarata, un curriculum lungo così nei migliori ristoranti d’Italia e una recente esperienza al Bolle di Lallio che l’ha fatto conoscere definitivamente anche al pubblico gourmet bergamasco. Un cuoco davvero bravo, dotato di tecnica, intelligenza e fantasia.
In sala Mattia e la giovanissima Marianna, oltre alla sommelier Sara che sa consigliarci splendidamente quali vini abbinare alle portate che ci arrivano al tavolo.
La cucina di Cammarata è chiara e lineare, sempre ben studiata. Ogni piatto ha un suo perché, anche quello che all’apparenza può sembrare più semplice e scontato. Come l’entrée offerta prima di iniziare il percorso, un piccolo tocco di pizza siciliana ricoperta con abbondante pomodoro, acciughe e capperi.
I tuffoli all’estratto di vaccinara, sedano fresco e pepe nero sono una meraviglia: la pasta ha una cottura perfetta e il sugo che l’accompagna è un’onda di gusto. Il sedano tagliato finemente porta freschezza e croccantezza, il pepe dà invece la spinta finale. Il pinot nero Pomino Frescobaldi, corposo, elegante ed equilibrato, va a braccetto col piatto.
Per gli amanti del genere, l’anatra è un piatto da assaggiare a tutti i costi se passate da via Broseta. La carne è cucinata come si deve, ha una crosticina croccante all’esterno ed è leggermente cruda al cuore, con la purea di zucca e la catalogna che si associano delicatamente.
Curioso e altrettanto buono anche il cavolfiore, arrostito senza esagerazioni per mantenere una consistenza solida, servito sopra a una crema di cavolfiore e cioccolato bianco e ricoperto da una salsa orientale sapida e decisa e da una grattata di limone nero. Abbinato ai due secondi c’è invece Bolghieri Rosso di Michele Satta ottenuto da uve sangiovese, cabernet sauvignon, merlot, syrah e teroldego. Armonioso, preciso, mai invadente.
I dessert sono all’altezza della situazione? Sì, anche se un piccolo appunto al tiramisù col quale chiudiamo la nostra esperienza ai Tre Gobbi va fatto: il dolce è molto buono, gustoso e goloso (nemmeno troppo pesante, per essere comunque un piatto a base di mascarpone, zucchero e uova…) e la presentazione a finta piantina è azzeccata, ma la porzione è gigantesca. Davvero troppo per essere un dessert da fine pasto.
In conclusione. L’Osteria Tre Gobbi è un ristorante sulla rampa di lancio. Sarà l’entusiasmo dei tre gestori, Cammarata, Carminati e Sacchelli, amici prima che colleghi, e sarà la bellezza storica del locale, ma questo posto vince e convince da qualsiasi angolatura lo si guardi. Si mangia (molto) bene, il servizio è attento e preciso, il conto per nulla salato. Un posto che merita senza ombra di dubbio una visita.
OSTERIA TRE GOBBI
Bergamo, via Broseta, 20C – 24122
Tel. 035 243405
Prezzo medio: 40 euro a persona
Chiuso il lunedì
Questa recensione non è frutto di una cena-stampa e il giornalista non ha ricevuto favori, regali o servizi in cambio del proprio giudizio. Non si è palesato né prima né dopo il pasto, rispettando rigorosamente la legge dell’incognito, unica vera tutela del lettore.
“Senza prenotazione” non vuole essere solo un omaggio al grande Anthony Bourdain, ma anche una guida sincera e onesta per chi cerca un posto in cui mangiare a Bergamo e provincia.
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