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“Osteria del Conte” a Dalmine: prezzi alti, ma anche classe e tanta qualità

Il locale guidato dallo chef Riccardo Crepaldi vince e convince con proposte semplici e tradizionali eseguite bene. Mangiare qua, però, non costa poco

È aperta dal 2009 l’Osteria del Conte di Dalmine, ma finora non ha ricevuto le attenzioni che dovrebbe avere. Sarà che chi guida la cucina, Riccardo Crepaldi, è un cuoco che sembra preferire la sostanza ai riflettori, uno che usa i social in modo attento e per niente autecelebrativo. O sarà, forse, che i prezzi tutt’altro che bassi proposti per carta e menù hanno attirato in questo ristorante solo una piccola parte della clientela che si meriterebbe.

Il locale di Dalmine, ospitato nella storica Torre Littoria del 1936, magistralmente restaurata nel 2018, impressiona già per l’ambiente: il marmo a terra è lucido e sfavillante, i tavoli apparecchiati in modo minimal ma elegante (la tovaglia stirata, però, ci stava tutta). La sala principale è resa ancor più brillante da uno stupendo pianoforte a coda che non può passare inosservato.

Osteria del Conte
La sala principale del locale (Fb/Osteria del Conte

A curare il servizio c’è Antonio, cameriere preparato e mai invadente, che sa spiegare e consigliare quello che ci troveremo nel piatto.

I fornelli, come detto, sono amministrati da Riccardo Crepaldi, allievo del maestro Gualtiero Marchesi: la sua cucina è fatta di tecnica e di fantasia, ma anche di sostanza. Poco fumo e tanto arrosto, insomma.

Come per il prosciuttino di coniglio servito con pan brioche fichi e noci, maionese alle nocciole e misticanza, un piatto che trova nell’equilibrio la sua virtù principale. Ogni sapore è messo al posto giusto, senza eccessi.

Bene anche l’entrée, un gambero scottato servito con una coulis di pomodorini che, dolcissima, va a esaltare la dolcezza del crostaceo.

Osteria del Conte
Il gambero scottato servito come entrée
Osteria del Conte
Il prosciuttino di coniglio
Osteria del Conte
I paccheri ai crostacei del Mediterraneo

Molto interessante la parmigiana di melanzane croccante accompagnata da acciuga del Cantabrico e coulis di pomodori dolci, ma anche il burger di gamberi rossi con pomodoro confit, salsa cocktail e patate stick.

Tra i primi ci conquistano i paccheri ai crostacei del Mediterraneo con zucchine e scorza di limone d’Amalfi: il pesce è morbido e saporito e non manca affatto, con le zucchine e i pomodorini confit che lo accompagnano senza invadere. Il tocco della scorza di limone è fresco, lieve e delicato. È davvero una grande portata, che forse doveva solo essere impiattata meglio, magari in un piatto piano che poteva mostrare bellezza e quantità di quel che conteneva.

Entusiasma un filo meno il controfiletto di cervo che arriva come terza portata: la carne potrebbe essere più tenera, ma guadagna comunque punti al palato. Merito di un fondo preparato a modo e delle erbe di montagna che l’hanno gratinata a dovere.

Osteria del Conte
Il controfiletto di cervo

Per bagnare il pasto ci viene proposto un Flysch dell’azienda agricola Tosca di Pontida, un bianco pieno e fruttato che nel finale tende anche al sapido. Un buon bere per 6 euro al calice.

La cucina non tradisce le aspettative nemmeno coi dessert: ben fatta la tatin alle mele accompagnata da un ottimo gelato al fiordilatte e da una spolverata di cannella.

Osteria del Conte
La tatin alle mele

In conclusione. Siamo stati davvero bene all’Osteria del Conte. Il locale è bello, curato ed elegante, senza il benché minimo difetto nello stile e nell’arredo. Promossa senza riserve anche la cucina, che esprime tutta la tecnica di Crepaldi, cuoco capace e preparato, che non si vuole inventare niente ma che sa stupire anche con proposte all’apparenza semplici e tradizionali. Bravo col pesce ma anche con la carne. Niente di negativo da segnalare neanche al servizio, che si rivela all’altezza e dà ancor maggiore pregio al lavoro dei colleghi ai fornelli. Se decidete di concedervi un pasto in questo ristorante sappiate però che i prezzi sono quelli di un locale di primissima fascia: antipasti che toccano i 30 euro; primi che vanno da un minimo di 18 a un massimo di 24 euro; secondi che salgono dai 28 euro della tempura di calamari ai 75 euro richiesti per sette scamponi. Dolci tutti a 10 euro. Le porzioni non sono affatto piccole. Il gioco vale la candela? vi starete chiedendo a questo punto. La risposta è sì.

OSTERIA DEL CONTE
Dalmine, piazza Libertà, 4 – 24044
Tel. 035 370063
Prezzo medio: 65 euro a persona
Chiuso la domenica sera e il lunedì

 

Questa recensione non è frutto di una cena-stampa e il giornalista non ha ricevuto favori, regali o servizi in cambio del proprio giudizio. Non si è palesato né prima né dopo il pasto, rispettando rigorosamente la legge dell’incognito, unica vera tutela del lettore.
“Senza prenotazione” non vuole essere solo un omaggio al grande Anthony Bourdain, ma anche una guida sincera e onesta per chi cerca un posto in cui mangiare a Bergamo e provincia.

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