Non si direbbe un locale dei tempi nostri l’Ol-fà di Osio Sotto. Alla prima impressione può sembrare qualcosa di un po’ superato, un luogo che all’inizio non capisci bene cosa sia effettivamente. Pasticceria? Caffetteria? Vineria? O ristorante?
A questo locale di via Colleoni, a pochi passi dal municipio del paese, bisogna dare un po’ di fiducia quando si è in cerca di un posto in cui mettere le gambe sotto al tavolo per una cena. Poi, una volta dentro, basta farsi accompagnare dalla gentilezza e della professionalità di Giuseppe Forcella, responsabile di sala simpatico e disponibile, che segue passo passo i clienti regalando la giusta dose di attenzioni senza mai risultare invadente.
In cucina c’è il fratello di Giuseppe, Andrea Forcella (allievo del maestro Iginio Massari), che nel 2004 ha dato vita a questo progetto – inizialmente solo pasticceria con tavola calda – in società con l’allora stellato Luca Brasi, poi uscito di scena nel 2008.
Negli anni l’Ol-fà si è trasformato in qualcosa di più di un semplice locale in cui trovare dolcetti diversi dal solito, diventando un posto versatile e adatto a più occasioni: per una colazione, per un aperitivo, per l’acquisto di un buon vino, per un vassoio di pasticcini o per una cena vera e propria.
Un aspetto, questo, che effettivamente mette un po’ di confusione sull’identità del luogo, in modo particolare a chi gli si approccia per la prima volta.
L’ambiente, leggermente retrò con parquet e tavoli in legno, è ben curato e, soprattutto, molto pulito.
L’astuccino nel quale sono conservati tovagliolo e posate, riservato ad ogni coperto, ci fa capire l’attenzione che viene data ai dettagli. Un piccolo tocco di classe che fa sempre piacere trovare e che può fare la differenza in fase di prima impressione.
Il cocktail di gamberi e scampi che ordiniamo come antipasto dice molto sull’idea di cucina che Forcella ha: istinto, più che tendenza. Poco importa se un piatto simile era in voga negli anni ’80, all’Ol-fà è ancora di moda e viene servito senza stravolgimenti inutili. Questo è ben fatto, con il pesce appena scottato e con la salsa che risulta generosa ma non sproporzionata.
Soddisfa anche la tartare di manzo: la carne è tagliata sottilissima ed è condita senza eccessi.
Convincono molto poco (accidenti!) gli spaghetti integrali con acciughe, broccoli, peperoncino e bottarga di muggine: un piatto troppo asciutto e poco armonico, dove ogni ingrediente sembra andare per la propria strada.
Molto più apprezzati i casoncelli, che presentano la pasta appena un po’ più spessa del dovuto ma un ripieno davvero valido. Burro, pancetta, salvia fritta e spolverata di parmigiano non mancano. Si può parlare di minimalismo e sacro rispetto della tradizione bergamasca.
Gustoso e appagante lo stinco di vitello al miele e peperoncino: la carne è morbida e saporita, con l’insalata di verza che si aggrega senza invadere, dando alla portata quel senso di leggerezza che le serviva.
Un elegante sauvignon Vette di San Leonardo, gradevolmente acidulo e parecchio profumato, accompagna la nostra cena. È il miglior compromesso per un percorso che comprende sia pesce, sia carne: la sua mineralità si sposa perfettamente con gamberi, scampi e acciughe. Nella carta ci sono le migliori etichette italiane e qualche champagne, tutti con ricarichi accettabilissimi.
Discorso a parte, invece, sul dessert. Dal panettone di un ristorante che vuol essere anche una buona pasticceria (a pieno merito, sia chiaro) ci saremmo aspettati un po’ di più. La fetta che arriva al nostro tavolo si presenta con un bel colore giallo carico ma la mollica – strutturata in modo abbastanza regolare – in alcuni punti è troppo asciutta e fatica a filare. Ottimo, invece, il gelato alla crema che gli viene abbinato.
In conclusione. L’Ol-fà è un posto tranquillo e confortevole. I prezzi sono assolutamente contenuti e la qualità nei piatti non manca, salvo rare eccezioni. Il fatto che si proponga come caffetteria, come pasticceria, come vineria e anche come ristorante lascia un po’ di confusione ai possibili nuovi clienti: un filo di comunicazione in più non guasterebbe. Andrea Forcella dietro ai fornelli si comporta bene, segue il proprio istinto e propone un mix di nuovo e tradizionale, senza snaturare i grandi classici e infischiandosene di quel che può sembrare sorpassato: qualcuno potrebbe pensare “anche no”, ma il cocktail di gamberi e scampi è talmente fuori moda da risultare (quasi) innovativo. Di certo sorprendente: noi lo promuoviamo. Un ristorantino che si può consigliare, anche solo per una veloce pausa pranzo o per una delle tante serate a tema organizzate.
OL-FÀ
Osio Sotto, via Colleoni 3 – 24046
Tel. 035 881047
Prezzo medio: 32 euro a persona
Chiuso il martedì e la domenica sera
Questa recensione non è frutto di una cena-stampa e il giornalista non ha ricevuto favori, regali o servizi in cambio del proprio giudizio. Non si è palesato né prima né dopo il pasto, rispettando rigorosamente la legge dell’incognito, unica vera tutela del lettore.
“Senza prenotazione” non vuole essere solo un omaggio al grande Anthony Bourdain, ma anche una guida sincera e onesta per chi cerca un posto in cui mangiare a Bergamo e provincia.
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