L’anonima stradina che bisogna percorrere per raggiungere gli antichi spazi del complesso carmelitano di via Ripa, a monte di Desenzano di Albino, è come una parete grigia e disadorna su cui è appeso il quadro di un paesaggio ammaliante: un eden rigoglioso, invaso di frescura e di luce dorata, che solo a guardarlo ti verrebbe voglia di tuffarcisi dentro. Questo è il Nasturzio, il progetto di tre giovani – amici prima e cuochi poi -, legati sin dai tempi delle scuole superiori, che in meno di tre anni di vita è diventato una delle più belle realtà culinarie della provincia di Bergamo.
L’esperienza nel locale della Val Seriana è di quelle difficili da dimenticare. D’accordo, è un sentimento forse accentuato dal fatto che, per chi scrive, si trattava della prima uscita enogastronomica post lockdown. Ma, sicuramente, è anche per la bravura dei tre protagonisti di Nasturzio: Cinzia Mismetti, Jonathan Signorelli, William Bertocchi.
Tre cuochi classe 1988 ambiziosi e talentuosi, che, tuttavia, hanno il coraggio di non recitare la stucchevole parte delle star.
I piatti che propongono sono tutti connotati da una forte intenzione estetica, ma al centro del progetto c’è sempre il sapore. Una cosa, questa, da non dare mai per scontata.
In cucina, con Cinzia, Jonathan e William, ci sono altre quattro figure, tutte giovanissime: Luca Tieri, Pierluigi Aceto, Ilaria Foglieni e Riccardo Formisano. La sala è invece affidata alla gentilezza e alla preparazione di Mattia Moroni (il vino fatevelo consigliare da lui, ne sa), coadiuvato in alcune occasioni da Cinzia.
Merita una menzione l’ambiente: il locale è arredato in maniera elegante e minimal, ma il vero plus (soprattutto ora che l’estate è alle porte) lo regala la terrazza esterna affacciata sulla vallata.
Da Nasturzio quello che si nota sin da subito è che i dettagli sono curati con l’attenzione che meritano. Parliamo del pane e della focaccia (serviti all’inizio del pasto e riportati ogni volta che il piatto va svuotandosi), ma anche del burro alla nocciola proposto insieme ai lievitati e del finto pomodorino (in realtà una pappa al pomodoro abilmente trasformata nell’ortaggio) arrivato al tavolo come entrée con una ricotta di bufala e dell’olio al basilico.
Ad aprire le danze c’è un fiore di zucchina accompagnato da burrata, tartare di branzino e aceto balsamico, un piatto delicato, equilibrato e anche golosissimo.
Vale lo stesso per il risotto ai gamberi rossi e mela verde: i crostacei portano gusto e dolcezza, la mela verde freschezza e croccantezza. In bocca ogni forchettata è bilanciata e mai stucchevole. Il piatto si fa amare anche per quel contrasto caldo-freddo portato dal sorbetto (sempre alla mela verde) posizionato sopra al risotto.
Ben riusciti anche i bottoni ripieni di porri e patate (ogni raviolo è un’esplosione di sapore, senza eccessi) accompagnati da una piovra morbidissima, che quasi si scioglie in bocca.
Gli scarpinocc con spuma di burro e salvia fritta sono preparati alla perfezione (Cinzia è maestra della pasta ripiena), ma il piatto nel complesso ha un piccolissimo difetto: è privo di acuti. Non proprio comodissimo ma originale il mattarello scavato nel quale vengono serviti.
Massima stima, poi, per chi ha cucinato il piccione: la carne è cotta in modo ammirevole e in bocca risulta succosa e tenera all’ennesima potenza. Il fondo è una goduria, mentre i piselli e la liquirizia (quest’ultima dosata in modo impeccabile) accompagnano in paradiso. È senza ombra di dubbio il miglior piatto del pasto.
Da Nasturzio non vanno sottovalutati nemmeno i dolci. Lo intuiamo dal piccolo pre-dessert che arriva in tavola, un sorbetto al cioccolato al latte con un cannolo riempito da una sorprendente ricotta vaccina affumicata.
Sensazione di limone è invece un finto limone realizzato con un sottilissimo strato di zucchero. All’interno troviamo una mousse agrumata e uno scrigno con del cedro candito. La crema di nocciola spalmata sul piatto e il sorbetto allo yogurt completano il piatto che chiude degnamente un pasto da applausi.
In conclusione. Le enormi potenzialità di questo locale non le scopriamo di certo noi. Quel che sorprende di Nasturzio, invece, è il rendimento costante di cucina e servizio, un connubio che diventa superbo se si sommano la spettacolarità della terrazza esterna e il rapporto qualità-prezzo che, probabilmente, ha pochi rivali in tutta la provincia. Sì, perché nel locale seriano per due portate, dessert, vino e caffè con piccola pasticceria servono poco più di 50 euro, senza dimenticare che pane, focaccia, entrée e pre-dessert rendono quasi insignificanti i due euro che si pagano per il coperto. Se amate la cucina gourmet e non volete spendere una follia andate sul sicuro: il Nasturzio è il vostro El Dorado.
NASTURZIO
Albino, via Ripa 8 – 24021
Tel. 035 0631800
Prezzo medio: 45 euro a persona
Chiuso il mercoledì e il sabato a pranzo
Questa recensione non è frutto di una cena-stampa e il giornalista non ha ricevuto favori, regali o servizi in cambio del proprio giudizio. Non si è palesato né prima né dopo il pasto, rispettando rigorosamente la legge dell’incognito, unica vera tutela del lettore.
“Senza prenotazione” non vuole essere solo un omaggio al grande Anthony Bourdain, ma anche una guida sincera e onesta per chi cerca un posto in cui mangiare a Bergamo e provincia.
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