“Cosa abbiamo sbagliato?” è il titolo di un servizio che la trasmissione Rai Report propone lunedì sera, 9 novembre (Rai3 dalle 21.20), dedicato al Covid in Lombardia. Realizzato da Emanuele Bellano con la collaborazione di Greta Orsi ed Eleonora Zocca, il servizio ricostruisce, con dati e documenti inediti, la catena di eventi ed errori che hanno contribuito a generare questa situazione, e cioè il fatto che con oltre 17.000 decessi su una popolazione di 10 milioni di abitanti la Lombardia è una delle aree del mondo in cui il nuovo coronavirus ha ucciso di più.
Per il servizio il programma di Sigfrido Ranucci ha collaborato con Bergamonews e InTwig, in particolare attraverso un’indagine tra i tifosi nerazzurri per cercare di capire se la partita di Champions League Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso possa avere involontariamente accelerato la diffusione del virus.
Ricordiamo la data: il 19 febbraio, quando ancora eravamo ignari di quanto potesse succedere, si è giocata l’attesa partita che, per ragioni di omologazione dello stadio invece che a Bergamo si è svolta Milano.
Al sondaggio hanno risposto 3.402 bergamaschi che la sera del 19 febbraio erano presenti allo stadio.
I risultati dell’inchiesta sono chiari: oltre 1/5 dei tifosi intervistati (pari a 7.800-8.200 persone allo stadio) ha dichiarato di aver avuto sintomi entro le due settimane dall’evento. Una buona parte di questi ha poi effettuato un test, risultando positivo al Covid-19.
Le analisi sembrano dunque confermare l’ipotesi che la partita di Champions League possa essere stata (non da sola ovviamente) un evento super-diffusore, consentendo al virus di contagiare migliaia di persone.
L’ipotesi più credibile è che i contagi siano avvenuti durante il viaggio da Bergamo a Milano, negli assembramenti pre partita e nei festeggiamenti per la vittoria. Quanto possa aver pesato lo spostamento di 36mila persone è chiaro anche dalle risposte degli intervistati: gran parte di questi si è mossa con pullman organizzati (19%) o in macchina con amici (67%), prendendo poi la metropolitana. Oggi sappiamo che questi contesti che ospitano una grande densità di soggetti che parlano ad alta voce, gridano e cantano sono terreno fertile per la trasmissione del Covid.
Un’ulteriore conferma dell’ipotesi, spiega Aldo Cristadoro di inTwig, è stata riscontrata dall’analisi dei dati forniti da Report sui biglietti venduti per comune. Lo studio evidenzia come la gran parte dei tifosi fosse concentrata nell’aera urbana di Bergamo e nelle valli e fossero invece relativamente meno presenti in tutta la fascia sud della provincia.
Integrando queste analisi con quelle precedenti sulla mortalità è possibile ipotizzare che la partita abbia permesso la diffusione da paesi come Nembro e Alzano (1.200 tifosi presenti) all’area urbana di Bergamo e alla Val Brembana, risparmiando zone come l’ambito di Treviglio e Romano di Lombardia – situate a sud della provincia – in cui la concentrazione di tifosi era al di sotto della media. Ricordiamo però che altri studi dicono che già prima, a fine gennaio nell’ospedale di Alzano erano stati ricoverati pazienti con forti polmoniti, poi riconducibili a Coronavirus.
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