Corre sul web l’idea di realizzare una nuova linea tranviaria alternativa al progetto di autostrada tra la città di Treviglio e il capoluogo orobico. Il meta-progetto, esposto in una pagina facebook nata ad hoc, è coordinato da un gruppo di giovani bergamaschi che credono sia possibile muoversi nella provincia ricorrendo a un servizio di trasporto pubblico moderno, efficiente e sostenibile, in grado di ridurre traffico e inquinamento.
L’idea trova terreno fertile dopo il provvedimento con cui Regione Lombardia stanzia 130 milioni di euro di fondi pubblici per realizzare un collegamento tra le due città, fondi che effettivamente potrebbero essere utilizzati per progetti alternativi alla realizzazione di un’autostrada.
Il progetto si ispira al modello già ampiamente sperimentato con la linea TEB T1 che collega la città di Bergamo ad Albino, una best practice internazionale che è possibile replicare non solo con il progetto T2 Bergamo-Villa d’Almè (in corso di realizzazione), ma anche con un nuovo collegamento Bergamo-Treviglio.
Quest’ultimo, della lunghezza stimata di circa 23 chilometri, potrebbe sostituire l’inefficiente servizio ferroviario erogato da Trenord e avere un duplice obiettivo: collegare la Bassa al capoluogo attraverso un servizio interurbano veloce, e allo stesso modo dotare Treviglio di un tram che supporti la mobilità dei poli scolastici e che arrivi fino all’Ospedale Treviglio-Caravaggio.
Treviglio del resto, già nella seconda metà dell’800 si dotò di un rete tranviaria di collegamento con le città di Lodi e Bergamo. Il tracciato completo era di circa 45 km e la città era il nodo di interscambio per merci e viaggiatori della bassa pianura, con collegamenti diretti a Caravaggio e Milano, passando per Cassano d’Adda. La direttrice sud-nord si inoltrava lungo le strade provinciali Bergamina (oggi SP472) e la Treviglio-Bergamo (SP42). L’allora amministrazione provinciale di Bergamo ritenne il progetto così strategico da essere la prima a riconoscere nel 1879 la concessione necessaria alla realizzazione sul tratto stradale di sua competenza. La gestione della linea fu affidata alla società Tramvie Interprovinciali Padane (TIP), quella che può essere considerata l’antenata dell’odierna TEB (Tramvie Elettriche Bergamasche).
I tram smisero di circolare alla fine del 1920, quando vennero sostituiti da corriere, allora ritenute mezzi più efficienti data la facilità di muoversi senza ricorrere alla costruzione di una strada ferrata. Una scelta che negli anni ha però compromesso la qualità della vita nella Bassa, contribuendo all’aumento di traffico e inquinamento.
“L’emergenza inquinamento causato dalla massiccia diffusione dell’automobile ci spinge a ripensare il modello con cui ci muoviamo per la provincia. Scegliere di puntare su un trasporto pubblico efficiente, come può essere un tram, significa fare una scelta di stampo europeo in grado di generare esternalità positive per i cittadini, l’ambiente e il territorio” dichiarano i gestori della pagina FB “Tram Treviglio-Bergamo”.
“Il tracciato ipotizzato coinvolgerebbe un bacino d’utenza di almeno 200mila persone. Del resto l’idea nasce da quanto sta accadendo nel resto d’Europa, dove il ritorno alla costruzione di linee tranviarie è l’occasione per rigenerare i tessuti urbani delle città, renderle più competitive e per rilanciarne il territorio. Emblematico è il caso francese dove in pochi anni le città dotate di una rete tranviaria sono passate da 3 a 25, riducendo il traffico e causando ricadute positive sul tessuto commerciale e sociale dei centri urbani” concludono gli esponenti della pagina.
L’auspicio è che anche Treviglio e Bergamo, seguendo quanto già fatto a nord della provincia e da altre realtà italiane come Firenze, Bologna e Padova, tornino a puntare sulla creazione di una rete di tram moderna e veloce, rinunciando definitivamente al progetto di autostrada.
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