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L'iniziativa

“Io lavoro a Tantemani”, raccolta fondi per ricompensare artisti speciali fotogallery

Con le donazioni ricevute per la campagna di crowdfunding al momento sono garantite le prime tre mensilità di contributo economico a tre partecipanti al laboratorio

Le persone diversamente abili non hanno solo bisogno di cure o sono destinate a eseguire mansioni meccaniche e ripetitive. Possono esprimere il proprio talento svolgendo lavori creativi come avviene al laboratorio Tantemani della Cooperativa Patronato San Vincenzo dove, attraverso l’arte, esprimono la propria creatività realizzando prodotti che vengono venduti e il ricavato ne sostiene l’attività.

Per garantire un anno di contributo economico mensile ai partecipanti del laboratorio, il progetto Tantemani ha lanciato la campagna di crowdfundig “Io lavoro a Tantemani”, una raccolta fondi con cui tutti hanno la possibilità di dare il proprio contributo affinchè possano ricevere una ricompensa. Al momento è stato raggiunto un primo importante obiettivo: l’importo raccolto con le donazioni effettuate nei primi due mesi della campagna ha reso possibile concretizzare le prime tre mensilità. Da ottobre a dicembre saranno le tre persone più assidue a percepire un riconoscimento economico di 240 euro al mese per le 24 ore di lavoro settimanale.

Davide Pansera della Cooperativa sociale Patronato San Vincenzo spiega: “All’interno della cooperativa da anni ormai è attivo un progetto che si chiama Tantemani e comprende una serie di germogli diversi. Inizialmente era e tuttora è un laboratorio di serigrafia nato per la scuola professionale del patronato San Vincenzo. Ospita studenti che per varie ragioni hanno difficoltà a seguire lezioni frontali mentre qui trovano un’esperienza più fattiva e dinamica, imparano a stare in un contesto lavorativo anche se molto protetto e hanno la possibilità di sperimentarsi in questa tecnica particolare che si presta molto alla loro persona”.

Il progetto, poi, si è ampliato e ha preso il via il laboratorio Tantemani. Davide Pansera prosegue: “Quest’attività vede protagoniste 15-20 persone prevalentemente giovani ma non solo, con disabilità di tipo cognitivo, sindrome di Down e sindrome da autismo. Con loro svolgiamo un lavoro a base di creatività come strumento di espressione di sè: applicano varie tecniche artistiche che spaziano fra il disegno e la stampa in serigrafia, ma anche la decorazione e la manipolazione della ceramica. L’obiettivo è fornire loro strumenti espressivi in più considerando che magari hanno difficoltà a esprimere se stessi con il linguaggio verbale per una serie di ragioni che sono dovute alle competenze e a barriere psicologiche derivanti dalla loro condizione. Attraverso gesti artistici, così, possono rapportarsi con il mondo in modo meno mediato, per questo il laboratorio presta una particolare attenzione al collegamento con l’esterno e cerca una relazione con la città. in questi anni abbiamo trovato la relazione con diversi soggetti culturali bergamaschi creando occasioni d’incontro e scambio. Abbiamo dato vita a una rivista che si chiama Bandita: ogni numero è dedicato a un luogo di Bergamo, il gruppo dei partecipanti al laboratorio si reca sul luogo, incontra le persone che lo abitano e torna in laboratorio producendo testi e disegni che compongono la pubblicazione che ogni volta restituisce un punto di vista diverso e particolare di quel posto. Abbiamo incentrato, per esempio, alcuni numeri alla Biblioteca Angelo Mai, al Museo di scienze naturali, al parco della Malpensata e a via Quarenghi: diventa una forma di reciprocità perchè le persone del laboratorio imparano e conoscono cose nuove e al tempo stesso la città ricava uno sguardo diverso e aumenta la pluralità degli sguardi su quello che siamo e facciamo”.

“La volontà di mettere in stretta relazione il laboratorio con l’esterno – evidenzia Pansera – deriva dalla volontà di agire su uno stigma della disabilità per eliminare il concetto che il disabile sia solamente bisognoso di cura: è generativo perchè è in grado di generare contenuti, sguardi, idee e gesti creativi. Il laboratorio Tantemani produce una serie di oggetti – tessuti, felpe, tovagliette, piatti, piattini, ciotole, brocche decorati: vengono venduti e il ricavato sostiene l’attività. Negli anni ci siamo resi conto di come questi prodotti abbiano una storia sociale alle spalle ma non è l’unica ragione per cui le persone li comprano, o almeno non è la motivazione principale: hanno una bellezza che prescinde dal valore umano. Acquistarli non è un gesto pietistico ma una dinamica in cui si apprezza l’altra persona anche se portatrice di disabilità perchè non è quest’ultima a definire in toto l’individuo”.

Accanto al laboratorio sono nati altri progetti. Pansera prosegue: “Uno si chiama D-Tantemani e coinvolge donne che vivono uno stato di fragilità o marginalità, che hanno vissuto storie complicate (violenza, tossicodipendenza, esclusione ecc). Anche con loro svolgiamo lo stesso lavoro partendo dalla creatività come strumento d’espressione, ma in questo caso utilizziamo diverse tecniche di cucito. L’altro si chiama Pigmenti ed è un progetto legato all’arte pubblica: invita a Bergamo street artists da tutto il mondo a dipingere sui muri, tenere workshop, mostre e stampare con noi in serigrafia. Questo lavoro d’arte pubblica ha incrociato anche il laboratorio Tantemani ed è un modo per relazionarsi a una città che cambia e si trasforma, la ricerca della bellezza e del fare comunità. Il nostro intento non è quello di fare decorazione e nemmeno riqualificare una parete o un palazzo ma provare a rilanciare delle comunità in termini di relazioni. Lo scopo è far sì che alle spalle di ogni opera ci sia un incontro e un confronto per ritessere le comunità di quartiere che si sono sfilacciate per tante ragioni”.
Infine, sottolineando l’importanza del crowfunding, Pansera conclude: “Il classico impiego lavorativo per la persona con disabilità è sempre stato un compito meccanico e ripetitivo. noi vorremmo dimostrare che ci sono anche strade diverse e che possono svolgere lavori creativi”.

Con l’avvicinarsi del periodo natalizio le ricompense previste dalla campagna sulla piattaforma Produzioni dal Basso, si arricchiscono con un oggetto a tema: “Meglio una renna oggi”, uno strofinaccio con la renna Rudolph, che verrà spedito accompagnato da un biglietto di auguri, disegnato a mano.

Anche lo shop di Tantemani si prepara al Natale, le attività di vendita si sono trasferite esclusivamente online per rispondere alle normative in atto, presentando una nuova collezione di prodotti: abbigliamento uomo, donna e bambino/a, ceramiche, tessuti, grembiuli, zainetti, borse, stampe d’artista, una scelta ampia per un catalogo ricco di opzioni regalo.

Per partecipare alla campagna di crowdfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/io-lavoro-a-tantemani/
Per visitare lo shop online: https://tantemani.it/negozio/
Per approfondimenti sul progetto: https://tantemani.it/

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