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La lettera

“Io assenteista? Mi scuso coi pazienti: mai messo in condizioni di fare il medico, me ne andrò”

Il dottor Luca Natalino Presepio, medico di base nei comuni di Gromo, Valbondione, Valgoglio e Gandellino, racconta la sua versione dopo le critiche ricevute: "Contro di me una campagna diffamatoria"

Gromo. “Io assenteista? Se ho deluso i pazienti chiedo scusa, ma voglio spiegare una volta per tutte cosa ha significato per me fare il medico di base nei comuni di Gromo, Valbondione, Valgoglio e Gandellino”.

Parla già al passato il dottor Luca Natalino Presepio, salvo ripensamenti intenzionato a lasciare l’incarico. Ci ha messo un po’ a fornire la sua versione dei fatti, ma alla fine ha inviato alla redazione di Bergamonews una lettera in cui racconta quella che dal suo punto di vista è la “travagliata esperienza” in alta Valle Seriana.

Lettera che arriva a quasi due mesi di distanza da un articolo pubblicato il 25 maggio sulla nostra testata: diversi pazienti, residenti a Lizzola e Valbondione, lamentavano l’impossibilità di essere visitati dal medico, anche se avevano preso appuntamento e avevano raggiunto l’ambulatorio di Gromo (l’unico dei quattro rimasto in funzione) percorrendo quasi 20 chilometri di strada. Un disagio che si sarebbe ripetuto più e più volte. E che il dottore non nega di aver causato, “complici anche le vicissitudini personali legate alle precarie condizioni di salute di mia madre, residente a Pavia e deceduta pochi mesi fa”.

I primi contatti tra il medico, Ats e il Comune di Gromo risalgono al giugno 2021. “Subito mi è stata proposta un’iniziativa finanziata con fondi pubblici e intrapresa dai comuni interessati (Gromo, Valbondione, Valgoglio e Gandellino, ndr) per un supporto amministrativo e tecnico. Un supporto prezioso, vista l’enorme mole burocratica di lavoro”.

Iniziava così sotto buoni auspici l’incarico del dottor Presepio, affiancato da una segretaria. “Ma subito ci sono state molte difficoltà”. Ed è il motivo, lascia intendere, per cui pochi medici smaniano per lavorare nei territori di montagna. Difficoltà, racconta, innanzitutto di tipo logistico per raggiungere i vari ambulatori, anche se questo andava messo in preventivo. “E poi linee telefoniche non adeguate, linee del sistema informativo socio-sanitario assenti, supporti inizialmente non idonei dotati dalla cooperativa che si prendeva carico della fornitura tecnica. E, diciamolo, pure uno scarso supporto di alcuni colleghi”.

Questo fino a giugno 2022. “Periodo di scadenza del contratto per il supporto amministrativo che i comuni avevano attivato tramite la cooperativa, contratto che non veniva rinnovato se non temporaneamente per circa un mese ad agosto”. Proprio in quel periodo, il medico dice di essere risultato positivo al Covid. “Me ne sono andato in malattia, ma a quel punto è stata messa in discussione la mia assenza, la mia malattia e persino la mia buonafede. A settembre, dopo vari tentativi, è stata convocata una riunione con le amministrazioni di Gromo, Valbondione e Valgoglio per trovare un accordo e proseguire il progetto. Non era presente Gandellino – sottolinea il medico – che forse non riteneva importante la discussione”. Morale? “Decidiamo che il progetto sarebbe ripartito, dando il tempo ai Comuni di svolgere le pratiche burocratiche e al sottoscritto di ritirare le dimissioni presentate ad Ats. Il servizio di supporto amministrativo sarebbe così ripartito, riattivando anche gli ambulatori presenti sui quattro comuni”.

Ma a detta del dottor Presepio, le cose sarebbero poi andate diversamente. “Ho ritirato le dimissioni per non arrecare un grave disagio ai pazienti, ma il progetto non è stato rinnovato. L’accusa mossa nei miei confronti è di non aver rispettato le richieste delle amministrazioni, ma il medico deve rispondere all’Ats, non ai Comuni”. A novembre, i sindaci avevano reso pubblica una lettera indirizzata al dottor Presepio, precisando che il servizio di supporto amministrativo “viene messo a disposizione qualora il medico garantisca l’apertura di almeno un ambulatorio per ogni Comune. Lei è libero di mantenere l’apertura di un solo ambulatorio per ambito, così come hanno scelto di fare altri medici presenti sul territorio, ma a quel punto non può aspettarsi che i Comuni mettano a sua disposizione un servizio per ritrovarsi con gli ambulatori chiusi”.

Secondo il dottor Presepio sarebbe poi cominciata quella che definisce una “campagna denigratoria e diffamatoria” nei suoi confronti, esasperando una situazione già difficile a causa della “scarsa disponibilità di medici a lavorare su questi territori, dei prepensionamenti e della tendenza a rinunciare agli incarichi di medici di medicina generale per cogliere altre opportunità. Durante il mio periodo lavorativo, inoltre, sono stato più volte calunniato da un consigliere del Comune di Valbondione (Walter Semperboni, ndr), che non ho mai incontrato e con cui non ho mai avuto il piacere di parlare. Qualora dovessi lasciare l’incarico – conclude il dottore – si dovrebbe tener conto delle precarie condizioni lavorative e del clima ostile che si è creato. L’unico mio dispiacere – aggiunge – è quello di lasciare i pazienti senza assistenza e senza medicina di base, non so per quanto tempo. In particolare – conclude – quelli più fragili e che hanno capito la mia situazione”.

Al di là di come la si pensi, l’ennesima situazione che certifica la precarietà della medicina del territorio.

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