Quando si sono accorti di essere accerchiati, hanno tentato di fuggire di corsa: uno di loro ce l’ha fatta, l’altro è inciampato ed è stato ferito mortalmente a colpi di machete e roncola da tre uomini.
E’ la ricostruzione fornita agli inquirenti da un testimone che dal balcone di casa ha assistito alll’agguato di mercoledì sera in piazza Affari a Zingonia in cui ha perso la vita Mohamed El Khouman, marocchino di 30 anni che viveva a Lallio con la moglie e una figlia piccola.
El Khouman, intorno alle 20, si trovava in un parco con suo fratello di qualche anno più giovane. A un tratto da una via laterale spunta un uomo con a tracolla un grosso machete.
Ne arrivano altri, almeno sette, tra cui uno con una pistola. Partono alcuni colpi e i due fratelli marocchini iniziano a correre, inseguiti dai loro aguzzini. Il più giovane verso la caserma dei carabinieri, in corso Asia, l’altro in direazione di via degli Oleandri. Dove però non arriva, perchè inciampa e cade a terra.
Tre degli inseguitori riescono così a raggiungerlo e lo colpiscono con una serie di fendenti con il machete e una roncola, al collo e alla schiena, prima di lasciarlo esamine sull’asfalto.
Il fratello, scampato all’aggressione, torna indietro e cerca di fermare una delle auto che passano in zona in quel momento per chiedere aiuto, Ma nessuno si ferma. E anche lui viene colpito ma non in modo mortale.
I soccorsi arrivano poco dopo. I medici tentano per mezzora di rianimare Mohamed El Khouman, ma invano. Il fratello viene ricoverato al policlinico di Zingonia.
Sul posto anche i carabineri, che avviano le indagini alla ricerca dei responsabili del raid. Tra le ipotesi quella del regolamento di conti.
commenta