Ancora 20 morti e circa 14 mila denunce di infortunio. Il bilancio degli incidenti sul lavoro in Bergamasca lascia tutto quasi come l’anno precedente. I conti finali di Inail relativi a infortuni sul lavoro segnano una sostanziale parità tra 2018 e 2019 anche per Bergamo, come per il panorama nazionale.
“Non possiamo però certo festeggiare i 20 morti sul lavoro dell’anno scorso solo perché non sono aumentati: quella degli incidenti è una piaga che stenta a vedere un vero ridimensionamento”, commenta Danilo Mazzola, segretario Cisl di Bergamo, che ricorda come l’età media dei deceduti nel 2019 è di poco superiore ai 40 anni. “Quasi tutti hanno lasciato mogli e figli, due di loro non avevano ancora 30 anni”.
La relazione annuale dell’Inail è stata presentata in un incontro che si è svolto a Roma: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.156, in calo dell’8,5% rispetto al 2018. I decessi accertati sul lavoro dall’Istituto sono 628, il 17,2% in meno rispetto al 2018, di cui 362, pari al 57,6%, occorsi ‘fuori dell’azienda’.
I dati del 2019 confermano il progressivo incremento delle denunce di malattia professionale che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in seguito alle campagne di sensibilizzazione sulla tutela assicurativa e agli interventi normativi che hanno ampliato l’elenco delle patologie che godono della presunzione legale di origine lavorativa. Le 61.201 malattie denunciate nel 2019 sono il 2,9% in più rispetto all’anno precedente e oltre il 40% in più rispetto al 2010.
A Bergamo queste denunce sono passata da 1.146 del 2019 alle 1.187 del 2019. “Per contrastare il dramma degli infortuni servono azioni condivise – conclude Mazzola – dobbiamo lavorare perché la sicurezza diventi la priorità sociale e si possa finalmente cambiare passo in direzione di interventi seri e concreti in difesa della vita dei lavoratori”.
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