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Il caso

Rota Imagna, “comportamenti devianti”: 37 ragazzi ucraini verso il rimpatrio

Il motivo è da ricondursi a comportamenti devianti, nella fattispecie furti e vandalismi, assunti da alcuni di loro nei confronti degli abitanti di Rota Imagna

Rota Imagna. Trentasette ragazzi ucraini, dopo il decreto di rimpatrio firmato dal Tribunale di Brescia, sono pronti a far rientro in Ucraina, in una struttura non meglio specificata che si trova nell’est del paese, probabilmente a Leopoli. Divisi in due gruppi, in treno, dovrebbero tornare in Ucraina agli inizi di agosto.

Il motivo è da ricondursi a comportamenti devianti, nella fattispecie furti e vandalismi, assunti da alcuni di loro nei confronti degli abitanti di Rota Imagna. Prima di loro altri dodici ragazzi divisi in due gruppi, nei mesi scorsi, sono rientrati nel Paese martoriato dalla guerra.

Attualmente, dei 92 minori ucraini ospitati dallo scorso marzo nel paesino della valle imagna, ne rimangono 80. Provengono tutti dallo stesso orfanotrofio, quello di Berdyansk, città portuale sul mar Nero, a 80 chilometri da Mariupol. Il primo luogo individuato per l’accoglienza è stato l’albergo “Posta” poi, dall’ottobre scorso, sono alla casa vacanze “Rosa Mattutina”, una struttura di proprietà della Diocesi di Bergamo.

Inizialmente, un forte consenso e alcune novità normative avevano generato forti aspettative per il modo in cui sono state accolti i ragazzi in fuga dall’attacco russo.

I giornali hanno scritto che “I ragazzi di Rota sono un caso unico in Italia: non c’è un altro gruppo così grande che sia stato lasciato unito. Il loro inserimento in un comune tanto piccolo è diventato, oltre che un’ammirevole risposta emergenziale di accoglienza, una sorta di esperimento sociale: le criticità e qualche tensione con la comunità locale non mancano, ma i 93 bambini e ragazzi costretti a fuggire dalla guerra hanno trovato in Valle Imagna un rifugio sicuro, scuole pronte ad accoglierli, una rete di operatori e volontari che provano a rispondere alle loro esigenze, non solo primarie”.

Altri giornali hanno evidenziato che “qui inizia la storia di straordinaria accoglienza, impegno e umanità che ha coinvolto tutti gli abitanti di Rota d’Imagna. A partire dal sindaco Giovanni Paolo Locatelli…”

Molte di queste aspettative sono rimaste solo sulla carta tanto che gli abitanti di Rota Imagna hanno deciso di affidare anche ad una raccolta firme il malessere che stanno vivendo per una situazione che non esitano a definire “fuori controllo”.

Lungo l’elenco dei comportamenti “inappropriati” – per utilizzare un eufemismo – messi in atto dai ragazzi ucraini: i vigili del fuoco sono intervenuti, almeno due volte, dopo che il sottotetto della struttura che li ospita ha preso fuoco; hanno offeso gli anziani del paese quando questi si sono rifiutati di dar loro quello che chiedevano; da qualche mese le famiglie con i loro figli evitano di frequentare il parco comunale, qui i ragazzi ucraini si fermano fino alla quattro, cinque di mattina disturbando con schiamazzi; e diversi furti segnalati anche alle forze dell’ordine.

L’accoglienza della comunità di Rota Imagna non ha trovato la risposta, attesa e sperata, nei minori ucraini.

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