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L'inserimento

Il progetto per dare lavoro ai profughi ucraini accolti in terra bergamasca

Martedì pomeriggio nell’Abbazia di San Paolo d’Argon si è tenuta la presentazione del progetto “Workflow – Incontro al lavoro”

San Paolo d’Argon. Martedì pomeriggio nell’Abbazia di San Paolo d’Argon si è tenuta la presentazione del progetto “Workflow – Incontro al lavoro” mirato all’inserimento lavorativo dei profughi ucraini accolti in terra bergamasca.

I soggetti proponenti sono Provincia di Bergamo, Consiglio dei Sindaci di Bergamo, Confindustria Bergamo e Fondazione Diakonia Onlus, braccio operativo di Caritas Diocesana Bergamasca, tutti impegnati sin dall’inizio dell’emergenza nell’accoglienza territoriale e che ora indirizzeranno i cittadini Ucraini di cui in premessa – con i quali entrano in contatto attraverso la loro molteplicità di canali – ai Centri per l’impiego della Provincia di Bergamo (Cpi), i quali metteranno a disposizione una specifica unità per la tempestiva accoglienza, per la profilazione e la presa in carico, con la dovuta attenzione al tema linguistico.

La Provincia di Bergamo ha posto la questione lavorativa già nel Vademecum sull’accoglienza dei cittadini ucraini prodotto dal Consiglio dei Sindaci in sinergia con tutte le Istituzioni bergamasche e offerto ai territori come prezioso strumento guida.

Per questo via Tasso ha attivato immediatamente il settore Mercato del lavoro e la rete dei Centri per l’impiego è il perno attorno al quale ruota il modello progettuale di Workflow.

Ora, a oltre 4 mesi dall’inizio della crisi russo-ucraina, una forte istanza montante dal mondo economico, intercettata prioritariamente da Confindustria Bergamo, sta interrogando tutto quel mondo sociale bergamasco che si è posto sulle spalle il carico notevole della prima accoglienza, con l’obiettivo di comprendere in che misura si possa dare una risposta, ancorché parziale, alla domanda di lavoro crescente in molti settori, incrociandola con l’offerta potenziale rilevabile tra i profughi ucraini.

Caritas Diocesana Bergamasca, attraverso l’azione di Fondazione Diakonia Onlus e la propria rete di ascolto e incontro, sta curando l’accoglienza di centinaia di persone in sinergia con le Parrocchie ed è soggetto imprescindibile nella costruzione di qualsivoglia percorso partecipato.

Con lei giocano un ruolo fondamentale gli Ambiti sociali e le Amministrazioni comunali, le quali stanno gestendo attraverso i propri servizi sociali e le associazioni del territorio percorsi virtuosi di accoglienza diffusa. Il coordinamento svolto dal Consiglio dei Sindaci, quindi, consente di raccogliere, accompagnare, canalizzare verso i servizi tutti coloro che ne hanno le caratteristiche.

Alla luce di tutto questo, considerato che Regione Lombardia si è espressa declinando i propri obiettivi attraverso misure specifiche per favorire l’inclusione attiva dei profughi ucraini (DGR 6412 del 23/05/2022), si è ritenuto di concretizzare i pensieri di queste settimane in un’azione sperimentale mirata, strutturale e modellata sul nostro territorio. Per farlo è necessario fare rete tra i principali soggetti coinvolti nell’accoglienza, unendoli verso lo stesso obiettivo e condividendo con loro quale può essere il percorso più efficace.

Il progetto

La prima fase, già in atto, consiste nella sensibilizzazione delle persone ospitate circa la possibilità di intraprendere un percorso specifico di profilazione e individuazione di possibilità lavorative, partendo dai contatti di Caritas Bergamasca. Questa pre-analisi è stata attivata anche dalla rete del Consiglio dei Sindaci che consente di allargare notevolmente la platea di destinatari. Il prodotto di quest’analisi è la periodica segnalazione ai Cpi di tutti profili interessati ad avviare un percorso di inserimento lavorativo.

I Cpi, attraverso una propria specifica unità, contattano tutte le persone segnalate, incontrandole, profilandole e stendendone un report sintetico da sottoporre a Confindustria, affinché lo presenti alle proprie aziende associate.

I riscontri, le esigenze e l’interessamento da parte delle aziende viene raccolto da Confindustria in un rapporto e restituito ai Cpi, i quali provvedono a contattare le aziende verificandone i bisogni e avviando il processo di incrocio domanda offerta.

Il flusso di informazioni e di contatti producono un’innovativa canalizzazione accompagnata alla capillare rete dei Centri per l’impiego, fulcro dell’azione di sistema in piena coerenza con il modello ben più ampio e globale proposto dal legislatore attraverso il programma GOL – Garanzia di occupabilità dei lavoratori (missione 5 del PNRR).

Parallelamente si è immaginato lo sviluppo di percorsi linguistici, appurato come la non conoscenza della lingua italiana sia il principale scoglio tanto sul fronte della domanda che su quello dell’offerta lavorativa; il progetto di comprensione linguistica già sviluppato da Confindustria Bergamo con il CIS dell’Università di Bergamo viene applicato ai profili presi in carico dai Cpi consentendo di verificarne il livello di comprensione della lingua italiana ed accertare l’eventuale necessità di attivare moduli di autoapprendimento e potenziamento o veri e propri interventi di formazione linguistica in appoggio a soggetti accreditamenti.

L’azione sarà poi completata dalla sensibilizzazione del tessuto industriale bergamasco a che prenda contatto secondo i canali indicati, alla luce di un’opportunità reale e misurata, e dalla proposta di servizi di supporto e conciliazione, definiti in rapporto a quanto emergerà via via dai colloqui.

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