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Trekking e rifugi

I Laghi Gemelli, un fulcro del trekking immerso nella leggenda

Sulla formazione dei laghi esistono diversi racconti emersi nel corso degli anni, fra i quali spicca la storia di due ragazzi del luogo, innamorati l'uno dell'altro, ma costretti a far i conti con le condizioni delle rispettive famiglie

Branzi. Tutte le strade portano ai Laghi Gemelli.

I bacini rappresentano infatti il fulcro del trekking bergamasco complice le numerose via d’accesso e il paesaggio che sa restituire a chi raggiunge la zona, sia in estate che in inverno.

Uno spettacolo reso ancor più affascinante dalla presenza dei due specchi d’acqua omonimi, situati nel comune di Branzi a 1952 metri e realizzati dalla mano dell’uomo nel 1932 con la costruzione di una diga destinata ad unire le due piccole pozze presenti in passato.

Utilizzati da Enel come fonte d’energia, i Laghi Gemelli devono in realtà il loro nome alla loro conformazione originale, visibile nei periodi di siccità ormai sempre più frequenti in occasione dei quali i due bacini vengono divisi da una piccola striscia di terra che li trasforma come uno specchio.

Sulla formazione dei laghi esistono diversi racconti emersi nel corso degli anni, fra i quali spicca la storia di due ragazzi del luogo, innamorati l’uno dell’altro, ma costretti a far i conti con le condizioni delle rispettive famiglie.

Lei era infatti una giovane esponente di una ricca casata di Branzi, mentre lui era un semplice pastore della Val Taleggio; una situazione che rendeva inconcepibile un’unione fra i due, ostacolata peraltro dal padre della ragazza, già deciso a dare in matrimonio la propria figlia a un proprietario terriero di Isola di Fondra.

La stessa cercò in ogni maniera di convincere il genitore affinchè le lasciasse coronare il suo sogno d’amore, tuttavia ogni richiesta venne respinta in maniera decisa costringendo così la giovane ad accettare, suo malgrado, le decisioni altrui.

Vinta dallo sconforto, iniziò a chiudersi in sé stessa e a non mangiare più, iniziando a mostrare segni di squilibrio e costringendo il padre a far affidamento ai migliori medici della zona, incapaci di trovare una cura efficace.

L’unico a riuscir a restituire il sorriso alla ragazza fu l’amato pastore, giunto nella casa del suocero sotto le mentite spoglie di un dottore e destinato a far visita ogni giorno alla paziente, curandola con un’amorevolezza che destò non pochi dubbi da parte dei famigliari.

Vista la situazione i due giovani decisero quindi di fuggire nel pieno della notte, diretti verso una difficile strada di montagna utile per evitare spiacevoli incontri e fondamentale per evitare che la loro copertura saltasse.

Dopo esser arrivati rapidamente in località “Piano delle Casere”, la coppia decise di fermarsi a riposare, ma il suono delle campane di Branzi li indispettì in quanto esso avrebbe rappresentato il segnale d’allarme legato alla loro fuga.

I ragazzi iniziarono quindi a correre a perdifiato tanto che nella foga la fanciulla inciampò e si ferì, costringendo l’amato a prenderla in braccio e a fuggire nell’oscurità prima di perdere l’orientamento e cadere entrambe da un precipizio.

I due finirono quindi senza vita in una radura dove nel terreno si aprirono due conche al centro delle quali iniziò a sgorgare due sorgenti d’acqua, destinate a creare due laghi speculari fra di loro, tanto simili da esser chiamati Laghi Gemelli.

I due corpi vennero quindi trovati intatti sul fondo e, l’unione dei bacini compiuta dall’uomo, fu considerata al pari del coronamento di un amore sbocciato, ma mai consumato, che attira però ancora oggi migliaia di turisti che lasciano le proprie auto nei pressi di Carona (1100 metri sul livello del mare) e iniziano la propria risalita verso questo paesaggio incantato incastonato fra le vette della Val Brembana.

Lasciandosi alle spalle il lago artificiale che caratterizza il piccolo borgo, si intraprende immediatamente la ripida salita caratterizzata dal sentiero CAI numero 211 che si inerpica fra gli abeti attraverso una serie di stretti tornanti.

Dopo poco più di due ore di camminata, il percorso spiana complice anche il sopraggiungere nei pressi del Lago Marcio (1841 metri) dove prende il via il sentiero CAI numero 250 dove è possibile salire verso il Lago Becco (1872 metri) e il Lago Colombo (2051 metri) toccando i vari bacini artificiali che contraddistinguono la zona.

Tempo circa un’ora e si arriva in vista del Rifugio Laghi Gemelli dove è possibile osservare sia gli specchi d’acqua omonimi che le vette come il Pizzo Farno, Monte Corte, il Monte Spondone, il Monte del Tonale, il Pizzo dell’Orto e il Pizzo Becco che circondano la conca.

Una camminata di poco più di tre ore e quasi sei chilometri che si distribuisce su 840 metri di dislivello da superare per andare a scoprire la leggenda dei due ragazzi scomparsi per amore

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