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Appunti & virgole

Atalanta forza nove avanti tutta: ora mette paura anche alla Juve fotogallery

La Dea macina record (9 vittorie consecutive). Domani, venerdì, sorteggio Champions e sabato al sfida alla vecchia Signora

L’omaggio a Ennio Morricone con le struggenti note di “C’era una volta in America” introduce un’altra grande impresa di un’Atalanta che ormai non conosce limiti. O meglio la prossima asticella la vedremo sabato 11 luglio, nella sfida che potrebbe essere da “Per un pugno di dollari“, una specie di duello stile western sul campo della Juve dove la Dea non vince dal 1989, prima con Evair e poi con Caniggia. Due volte nello stesso anno, ma in due campionati diversi.

Ma intanto siamo qui a celebrare la Nona sinfonia, nove vittorie consecutive (e sarebbero 11 con le due in Champions sul Valencia), un record mai visto in 113 anni storia atalantina: grazie al maestro Gian Piero Gasperini che dirige un’orchestra straordinaria dove i tre tenori possono anche non essere in serata eccezionale, Papu a parte, ma vicino a loro ci sono altrettanti fenomeni, mai sazi di vittorie e di gol meravigliosi.

Guardare per credere la sassata che Muriel lancia verso la porta doriana, quasi una fotocopia di uno dei gol segnati all’Udinese, altra sua ex: evidentemente Luis ha a una predisposizione per questo tipo di squadre, non sempre per la verità, visto che all’andata era stato abbastanza evanescente, quasi stordito dalla festa che gli aveva riservato il pubblico doriano. E l’Atalanta era rimasta irretita dai blu cerchiati, tornando a casa con un punticino e uno 0-0 abbastanza strano per le sue abitudini.

La rivincita però finisce in gloria: sudata (i gol solo a un quarto d’ora e a 5 minuti dalla fine), comunque meritata. Con una pazienza infinita per riuscire ad abbattere il bunker costruito da Ranieri, che per un bel po’ regge.

Ma questa Atalanta, spinta ancora una volta dal “Rinascerò” di Roby Facchinetti, ha il piede fisso sull’acceleratore e in corsia di sorpasso, per una notte davanti all’Inter e a soli due punti dalla Lazio.  Fossero girati diversamente certi risultati all’inizio, anche quello sul campo della Sampdoria, a quest’ora staremmo parlando di scudetto. Ai confini della realtà si parlerebbe di realtà romanzesca, qualcosa di incredibile e inimmaginabile.

Eppure forse mai come quest’anno ci sarebbero state le condizioni giuste per competere anche per il titolo, certo forse sembra facile dirlo e constatarlo adesso, perché l’Atalanta è la squadra che gioca meglio, la più in forma della Serie A, quella che segna di più (85 gol, anche in Europa al top) con un Muriel bomber di scorta (nel senso che spesso si alza dalla panchina come contro la Samp), capocannoniere nerazzurro a quota 17. E Toloi che fa da apripista al successo, di testa su azione da angolo, come Palomino aveva chiuso la sfida col Napoli e prima ancora quella con la Roma. Palomino stavolta era squalificato ed è quindi uno dei pochi a non entrare nella centrifuga del turn-over, che rispetto alla partita col Cagliari ha portato a cambiare altri 8 giocatori.

Alla fine si direbbe che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: sempre vittoria è.

Gomez detta i tempi, non si sa come faccia correre tanto e dappertutto e a farsi trovare sempre pronto, offrendo palloni che sarebbero assist al bacio, come quello che Zapata non riesce a sfruttare nel primo tempo.

Ancora si deve attendere invece il miglior Ilicic, quello devastante che avevamo visto prima dell’emergenza virus. Ma si può aspettare, magari proprio l’incontro la Juve, chissà… e comunque c’è una Champions da onorare al massimo e “il professore”, come chiamano lo sloveno, allora si farà notare.

Nessuno regala niente perché la Samp fa mucchio e alza il muro, c’è anche il duello tutto bergamasco tra Mattia e Manolo, Caldara e Gabbiadini. Vince il nerazzurro.

Non sarà un’Atalanta bellissima ma ha lo stile delle grandi squadre: può lasciare che l’avversario si sfoghi e poi con due ganci lo mette al tappeto, come aveva fatto col Napoli. E senza subire gol, per la terza volta consecutiva, vi pare poco?

Venerdì 10 conosceremo l’avversario nei quarti di finale di Champions, il giorno dopo la dea sfiderà la tradizione, contro la Juventus, regina degli scudetti. Piano: prima, l’esame Atalanta.  Che è come andare dal dentista: Sarri si ricordi di Guardiola.

 

 

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