Si è rivelato uno scherzo di cattivo gusto la telefonata ricevuta sabato da suor Angela Bipendu da qualcuno che si è presentato come Papa Francesco.”Quella telefonata – ha detto la suora costernata e allibita – è stata fatta con un telefono rubato e dal quale sono partite altre telefonate e messaggi falsi – ha detto suor Bipendu -. Ma la voce era uguale e ci ha anche benedetto”.. Alle 22.50 di sabato il telefono della Guardia medica di Villa d’Alme ha squillato.
“Pronto, parlo con la guardia medica di Villa d’Almè?” – ha domandato il pontefice (ora sappiamo che non era lui) che, dopo aver ricevuto risposta affermativa, ha spiegato: “Chiamo dalla Città del Vaticano, vorrei ringraziare tutti voi e suor Bipendu per ciò che state facendo”.
“Sono io ma… lei è Papa Francesco?” – ha risposto suor Angel Bipendu, mentre il papa, confermando, ha aggiunto: “Sono io, vorrei complimentarmi con lei per ciò che fa, anche per la sua testimonianza di fede… Vediamo se possiamo organizzare un collegamento con i mezzi di comunicazione che abbiamo o vederci appena passerà la pandemia”.
Suor Angel Bipendu è una religiosa ma anche un medico. Di origine congolese, nel 2015 si è laureata in medicina all’Università di Palermo dove si è trasferita per dar manforte alle suore Discepole del Redentore della comunità Cristiani nel mondo. Inoltre, fra il 2016 e il 2017 ha lavorato a bordo delle navi della Guardia costiera italiana come medico del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, vivendo una nuova situazione di drammatica emergenza.
Due anni fa ha partecipato e vinto il bando di Ats Bergamo per prestare servizio come medico di guardia nel presidio di Villa d’Almè.
Da diverse settimane fa parte delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca), costituite da medici che visitano a domicilio pazienti accertati o con ogni probabilità positivi al Coronavirus. È di base a Zogno: visita su segnalazione dei medici di base o delle guardie mediche diurne i pazienti di Valle Brembana e Valle Imagna, e supporta la guardia medica. Dopo essere scampata all’epidemia di Ebola che nel 2018 ha messo in ginocchio il nord-est del suo Paese, il Congo, graziando la provincia centrale di Kananga, dove è nata e cresciuta, dunque, è impegnata in prima linea contro il Covi-19 nella Bergamasca.
L’oratorio “Papa Giovanni XXIII” di Almè, paese dove fino a poche settimane fa suor Angel ha vissuto insieme alle suore canossiane, con un messaggio sulla propria pagina Facebook la incoraggia a continuare nel proprio impegno e le porge un affettuoso saluto.
Chissà se adesso, dopo lo scherzo, il Santo Padre deciderà di chiamare veramente la guardia medica di Villa d’Alme e benedire i suoi volontari in trincea.
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