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Territorio

Prezzo del latte, malcontento tra gli allevatori

Il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio:”C’è molta tensione tra gli allevatori perché dall’esito di questo accordo dipende il futuro delle loro aziende. Ci auguriamo che al tavolo del 9 luglio convocato dall’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava le industrie non vogliano presentarsi con questo atteggiamento negativo e si riesca a raggiungere un’intesa soddisfacente”

La proposta per il prezzo del latte avanzata dagli industriali nei giorni scorsi e la difficoltà a rilanciare la trattativa attualmente ancora in stallo sta determinando un malcontento tangibile tra gli allevatori bergamaschi.

Le stalle  stanno lavorando in perdita e alcune sono addirittura costrette a chiudere, strette tra la crisi e costi di produzione sempre più elevati.

Secondo la Coldiretti bergamasca le condizioni per arrivare a un accordo equo ci sono tutte: il latte “spot” ha sfondato la soglia dei 46 centesimi al litro raggiungendo la quotazione massima di 46,40 centesimi sulla piazza di Lodi, riferimento per il nord Italia insieme a Verona. Picchi che, fuori dai contratti di fornitura, non si vedevano da 5 anni  mentre negli ultimi tre mesi c’è stato un aumento di valore del 15 %, che rappresenta bene la sempre maggiore richiesta di prodotto italiano da parte delle industrie di trasformazione.

Il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio spiega: “L’offerta dei 40 centesimi al litro da parte degli industriali corrisponde a una vera e propria condanna per i nostri allevamenti e alla conseguente scomparsa del latte bergamasco. Una cifra simile non basta più neppure a coprire i costi. Se si pensa che già nel 1996 un litro di latte alla stalla era remunerato con 39,22 centesimi al litro e da allora a oggi anche con valori più bassi (è arrivato persino a 32,07 centesimi al litro nel 2006), è evidente che insistere su queste posizioni significa decretare la fine della zootecnia. In nessun settore la remunerazione di un prodotto è uguale a quella di 20 anni fa!”.

La Lombardia produce il 40% del latte nazionale ed è il punto di riferimento per le quotazioni in tutta Italia. Arrivare a  un accordo fra le industrie e i produttori è uno snodo fondamentale non solo a livello regionale ma per l’intero sistema economico agroalimentare nazionale, con tutto ciò che ne consegue.

Brivio sottolinea: “C’è molta tensione tra gli allevatori perché dall’esito di questo accordo dipende il futuro delle loro aziende. Ci auguriamo che al tavolo del 9 luglio convocato dall’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava le industrie non vogliano presentarsi con questo atteggiamento negativo e si riesca a raggiungere un’intesa  soddisfacente. Ormai anche una tazzina di caffè vale più del doppio di un litro del latte che gli allevatori producono con grandi sacrifici e spese in continua crescita”.

 

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