Bergamo. Elly Schlein arriva a Bergamo, nel contesto del penultimo appuntamento voluto dalla segretaria nazionale del partito, dal titolo Forum sull’Europa, e lo fa per parlare di pace e cooperazione. L’incontro è fissato alla Casa del Giovane, alla presenza dei massimi rappresentati politici del territorio. E gli occhi sono tutti puntati su di lei, ma anche su Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato in pectore alle Europee, e su Elena Carnevali, candidata Dem per le prossime amministrative di Bergamo.
A lei si rivolge, incoraggiandola a raccogliere l’eredita di Gori, e ad andare avanti, camminando a passo spedito verso il traguardo, tra continuità e innovazione, certa che, dal suo partito, avrà il massimo supporto. “Quella di Bergamo si è dimostrata un’ottima amministrazione – così Schlein -, che ha dimostrato negli anni di non essersi seduta sugli allori, ma di aver voluto innovare. E tu continuerai. Noi tutti ti facciamo un gandissimo in bocca al lupo”.
Ad introdurre Schlein, la cui ultima apparizione in terra bergamasca risale all’anno scorso, quando venne a Calcinate a proporre la mozione per le primarie, il video di Bergamo Brescia Capitale della Cultura con il racconto della marcia per la pace organizzato dai due Comuni gemellati. In testa l’assessore Marzia Marchesi, per Bergamo, e Camilla Bianchi, del Coordinamento degli Enti Locali per la Pace.
Giustizia ambientale e giustizia sociale, ma anche il disarmo, il salario minimo, la cooperazione, la pace, Giulio Regeni e tanto altro. Schlein vola alto sui grandi temi che, da Strasburgo, finiscono per essere calati nel Paese, ma che dal Paese non posso essere risolti.
Un’Europa federalista, con un governo centrale di difesa ma che non permetta agli Stati membri la corsa alle armi. Un’Europa inclusiva e democratica, che investa sulle politiche del green deal, sulla transizione ecologica e su quella climatica. Un’Europa femmina, che accarezzi le scelte a favore dei più fragili e delle donne. Un’Europa di pace, capace di mettere fine ai conflitti, senza aspettare che cada l’ultimo fucile. Questa l’Unione immaginata dal Pd, quella che la sua segretaria nazionale immagina, quella per la quale costruisce una campagna elettorale che invita ad andare a pescare anche l’ultimo voto, soprattutto nel popolo degli scontenti, di chi si è dissinnamorato della politica.
“Innanzitutto voglio manifestare tutto il mio cordoglio alle vittime della strage terroristica di Mosca – così Schlein – e lo dico pensando anche ad altre due persone che sono state ammazzate in Colombia e che appartenevano ad una associazione di pace. Serve verità e giustizia. Siamo alla viglia delle Europee, un appuntamento elettorale che definirà il futuro, lo stesso che verrà consegnato alle nuove generazioni. Abbiamo bisogno di un’Europa vicina, di stampo federalista.
Non dobbiamo minimizzare le paure, le stesse che cavalcano le destre. Piuttosto dobbiamo farcene carico ed essere quella forza che ci soffia sopra, che faccia riemergere una speranza: questa la forza del Pd, che guida le trasformazioni ecologiche per evitare che a subirle siano i più poveri, alimentando le disuguaglianze. Vogliamo l’Europa del lavoro, che si batte per la sua qualità: è una battaglia di civiltà. E nonostante Meloni sia fuggita a gambe levate, noi continueremo a batterci per il salario minimo.
Le paure che questo Governo cavalca sono anche quelle che derivano dall’emergenza climatica, alla pandemia, che in questa città ha lasciato una ferita fortissima, fatta di morti, di solitudine, soprattutto per gli anziani. Il Pd si batterà per una sanità pubblica e universalistica, dicendo no alle privatizzazioni. Lo faremo ricordando la Costituzione, rammentando gli insegnamenti di donne come Tina Anselmi. Lo dico perché non avevamo mai immaginato un’Europa della salute, l’abbiamo vista solo dopo la pandemia.
Vogliamo l’Europa della cura, un tema che deve tornare al centro della politica, che non è una responsabilità personale ma collettiva. L’Europa di una sanità territoriale che arriva ed entra nei quartieri. Questo Governo ha fatto carta straccia sulla delega sulla non autosufficienza: ci batteremo per non lasciare sole le famiglie, per auitarle a migliorare la qualità della vita. Non solo allungarla, ma migliorarla”.
E poi parla di donne e condizione femminile: “Il Governo sta mettendo in difficoltà i cittadini, basti pensare al taglio delle pensioni e all’abolizione dell’opzione donna. E pensate che a volerlo, è un Governo guidato da una donna. Dobbiamo ricucire le disuguaglianze e superare le crisi. Il Governo ha anche tolto le agevolazioni agli agricoltori ma, nonostante ciò, Meloni prende in giro gli agricoltori dicendo loro che li ha sempre difesi dalle politiche Ue. ecco, io mi chiedo, ma chi li difende dalla sua politica?
Dobbiamo pretendere un Bilancio europeo che sia all’altezza, che punti sulla ricerca e sugli incentivi. Servono più risorse perché i grandi problemi dell’oggi non si risolvono nel Paese. Non ci dobbiamo chiudere in recinti sempre più stretti: la società più sicura è quella inclusiva, che prende per mano chiunque”.
Poi il discorso si sposta sulla politica estera, in particolare sui conflitti in corso: “Abbiamo bisogno di un’Europa come disegno di pace. Non basta evocarla, bisogna rimboccarsi le maniche. Abbiamo bisogno di una sola voce, unica e forte. Un’Europa per la pace vuol dire invocare il cessate il fuoco immediato. Non ci sarà pace e sicurezza finché non ci sarà riconoscimento dello Stato di Palestina. Bisogna riprendere il dialogo e il negoziato. Non possiamo aspettare di costruire la pace perché cade l’ultimo fucile. La pace è una parola a cui non possiamo rinunciare, non ci deve essere timidezza. Il tema della difesa comune senza la corsa al riarmo di ciascun Paese è necessità assoluta: serve la volontà politica di mettere insieme le competenze e fare investimenti insieme”.
schlein non si nasconde, nemmeno sulla vicenda Regeni e Salis: “Giorgia Meloni dovrebbe chiedere gli indirizzi degli assassini di Giulio Regeni. Cosa che non ha ancora fatto. Dobbiamo lottare per i diritti, contro la tratta degli esseri umani, per cambiare la legge Bossi-Fini. Chi nasce e cresce in italia è italiano. Questa è una norma di civiltà. Serve chiarezza nelle politiche migratorie: chi entra in Italia, entra anche in Europa.
La Premier dovrebbe dire al suo amico Orban, che non ha le braccia incatenate come quelle di Ilaria Salis, prima di farlo entrare nel gruppo, che non può farne parte se non si assume le responsabilità che ne derivano. Papa Francesco, nel suo ultimo libro, ha scritto che giustizia sociale e climatica sono inscindibili. “Il grido della terra è il grido dei poveri”. Io sono assolutamente d’accordo con lui. E anche per questo il Partito democratico deve fare la sua parte”.
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