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La tragedia

Firenze, uno degli operai sepolti nel cemento abitava a Chiuduno. Nel cantiere anche una ditta bergamasca

Taoufik Haidar, 43 anni marocchino, si era trasferito a luglio da Palazzolo. In Bergamasca aveva già lavorato per diverse imprese, come il 54enne Mohamed Toukabri, anche lui vittima del crollo. Tra le aziende in subappalto, anche una di Villongo

Villongo. “Non lo so – ripete il titolare -, non lo so se erano miei dipendenti, siamo in tanti in cantiere. Sono molto turbato per ciò che è successo e per il momento non voglio dire altro”. Quel che è certo, è che c’era anche un’azienda di Villongo tra le ditte in subappalto nel cantiere di Firenze dove venerdì mattina (16 febbraio) si è verificato un crollo nel quale sono morti 4 operai, altri tre sono rimasti feriti e due risultano dispersi, travolti dalla montagna di cemento.

Tra le vittime c’è Luigi Coclite: 59enne abruzzese, da anni residente a Collesalvetti in provincia di Livorno, lavorava per una ditta di Pisa. Poi Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino; Mohamed El Farhane, 24 anni, marocchino; Taoufik Haidar, 43 anni, anche lui marocchino. Quest’ultimo, come gli altri tre, abitava a Palazzolo Sull’Oglio, al confine tra Bergamo e Brescia, ma dallo scorso luglio si era trasferito in via Belotti a Chiuduno, in una palazzina in centro al paese. Aveva moglie e due figli.

Anche i sindacati si sono mossi per avere informazioni. “Abbiamo cercato di contattare i nostri iscritti non appena abbiamo avuto certezza che ci fosse anche questa azienda di Villongo nel cantiere. Con difficoltà li abbiamo rintracciati, per capire se stavano bene e dare loro supporto. Abbiamo appreso dal messaggio di un lavoratore che alcune delle vittime erano legate a quest’azienda. Non abbiamo potuto sapere altro, anche perché i colleghi con cui abbiamo parlato sono sotto shock – spiega Simone Alloni, segretario generale Filca Cisl Bergamo -. Abbiamo bisogno di un modello nuovo che valorizzi la qualità delle aziende in tutta la filiera di cantiere. Ribadiamo per l’ennesima volta che serve una patente a punti, per far sì che tutte le aziende siano qualitativamente pronte a fare il lavoro che sono chiamate a fare. Queste famiglie hanno bisogno di risposte concrete e non riusciamo ancora a credere che nel 2024 abbiamo 3 vittime sul lavoro al giorno”.

Che c’è un nesso tra Bergamo e quello che è accaduto venerdì a Firenze lo conferma anche Luciana Fratus, al vertice di Fillea-Cgil provinciale. “Due dei lavoratori morti nell’incidente hanno lavorato nel 2023 per diverse imprese a Bergamo. Taoufik Haidar è stato nostro iscritto alla fino al 21 novembre. Fino a questa data ci risulta fosse iscritto alla Cassa edile di Bergamo, alle dipendenze di un’azienda con sede a Brescia che però aveva aperto un cantiere a Treviglio. Anche una delle altre vittime, Mohamed Toukabri, è stato iscritto alla nostra Cassa edile”.

Ad oggi i nomi di questi lavoratori non risultano iscritti a nessuna delle due casse edili provinciali, né con l’impresa di Villongo, né con altre imprese. Ma il fatto ha una ragione tecnica ben precisa: la posizione dell’impresa della Val Calepio e dei suoi dipendenti attivi in Edilcassa risulta aggiornata al 31 dicembre 2023. “In generale, di mese in mese, i dati relativi al a ore lavorate e generalità dei propri lavoratori devono essere comunicati dalle imprese alle casse secondo tempi tecnici precisi – aggiunge Fratus -. I dati mese del mese di gennaio vanno comunicati entro il 20 di febbraio, ecco perché non abbiamo traccia dei nomi delle vittime al momento. Quello che invece è certo è che siamo ancora una volta qui a piangere lavoratori che hanno perduto la vita in un cantiere. Torniamo a condannare, come la Cgil ha fatto ripetutamente negli ultimi mesi, le recenti modifiche della normativa di settore che hanno portato a una deregolamentazione nella catena degli appalti a discapito della sicurezza dei lavoratori. Ripetiamo anche che la patente a punti non basta. Per le morti sul lavoro si introduca il reato di omicidio colposo. La logica del profitto non deve prevalere sulla sicurezza dei lavoratori”.

 

cantiere Firenze

 

La tragedia si è consumata alle 8.52 nell’area dell’ex Panificio Militare, quartiere a nord-ovest della città dov’era in corso la costruzione di un supermercato Esselunga. All’improvviso, una delle travi di sostegno della struttura è venuta giù, portando con sé altre travi che a loro volta hanno fatto crollare il solaio e un pilone.

Le ipotesi non sono molte. O il pilone è stato adagiato in malo modo, oppure potrebbe esserci problemi nella composizione del calcestruzzo. Starà alla procura di Firenze stabilirlo. Il cantiere è sotto sequestro. “Questa tragedia – attaccano Cgil, Cisl e Uil di Firenze – non può essere considerata solo una fatalità: nelle catene di subappalto troppo spesso si annidano compressione dei costi, irregolarità, mancanza di sicurezza. Il problema della sicurezza sul lavoro deve essere considerato prioritario, è inaccettabile che quotidianamente si parli di morti e feriti come in una guerra”.

Per mercoledì 21 febbraio la Cgil e la Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici dichiarano due ore di sciopero a livello nazionale. La presidente di Esselunga, Marina Caprotti, ha invece annunciato per sabato la chiusura in segno di lutto di tutti i supermercati fiorentini.

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