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La tragedia del grignone

“Mio figlio Riccardo? Parlava con tutti: per lui esisteva solamente il bene”

Il ricordo di Mimmo Farina, padre del 39enne morto sabato mattina con l'amico Christian Cornago. La notizia mentre erano al mare con il nipotino

Almè. “L’ultima volta che ho sentito Riccardo era venerdì sera. Era a Ghisalba, a casa della sua compagna Evelin, stavano cenando. Mi ha detto che la mattina dopo sarebbe andato in montagna”.

Mimmo Farina sabato 25 febbraio era a Spotorno, al mare, con sua moglie Sara Nozza e il loro nipotino Alessandro, di 14 mesi, figlio della secondogenita Alice. Erano felici di poter fare i nonni a tempo pieno, si stavano godendo il piccolino per due settimane, mai si sarebbero aspettati di ricevere la notizia che il loro Riccardo era morto. È precipitato in un canalone sulla parte settentrionale del monte Grignone, insieme a Christian Cornago, suo caro amico e vicino di casa.

“Ci hanno chiamato dalla ditta dicendo che non si era presentato al lavoro. Così ho cominciato a chiamarlo sul cellulare: suonava libero ma non rispondeva nessuno – spiega il papà -. Ho provato e riprovato, ma nulla. Abbiamo iniziato a preoccuparci. Poi ci è arrivata la telefonata dei soccorritori che ci avvisavano della tragedia”.

I due coniugi sono tornati subito a casa, poi sono partiti per Lecco, dove si trovavano le salme di Riccardo e di Christian. “Non ce li hanno fatti vedere, né sabato né domenica – prosegue -. Poi lunedì li abbiamo riportati a casa e ora eccolo qui, in una cassa”.

Nell’appartamento di via Raffaello Sanzio, dove abitano i coniugi Farina e dove è stata allestita la camera ardente, è un via vai incessante di persone che vengono a porgere le proprie condoglianze. Abbracci, lacrime, preghiere: parenti, amici e conoscenti si stringono accanto alla bara di legno chiaro sopra alla quale è stata appoggiata una rosa bianca.

Nella foto che i Farina hanno scelto per ricordare Riccardo, lo si vede sorridente, gli spallacci dello zaino sopra una maglia tecnica rossa, in testa una berretta, alle spalle una montagna innevata. “Hai regalato sempre il tuo sorriso… ora potrai farlo risplendere nei cuori di chi hai amato”, è la frase scritta dietro la fotografia, che in tanti prendono e si infilano in tasca.

Sabato 25 febbraio il 39enne avrebbe dovuto fare il turno 14-22 nella ditta farmaceutica di Chignolo dove lavorava come perito chimico. “Quando poteva si alzava prestissimo, andava in montagna, poi tornava, si faceva una doccia e andava al lavoro – racconta il papà -. Era un tipo molto sportivo. Andava a correre quasi tutti i giorni, in piscina a nuotare e da 5 o 6 anni gli era venuta la passione per la montagna. Aveva comprato tutta l’attrezzatura”.

“Ultimamente si stava allenando  perché si era iscritto ad una skyrace, una corsa in montagna di 70 chilometri”, prosegue Mimmo Farina. Una passione per l’attività fisica che aveva trasmesso anche a Christian. I due amici avevano comprato due appartamenti sullo stesso pianerottolo, nel moderno complesso che si trova sopra il supermercato Migross, sulla strada provinciale per la Valle Brembana.

“Che tipo era mio figlio? Era uno simpatico e buono, aveva tanti amici. Parlava con tutti: vecchi, giovani, bambini, donne e uomini. Per lui non c’era il bene o il male, c’era solo il bene”.

Mercoledì mattina, alle 9.30, nella parrocchiale di Almè sarà celebrato il funerale di Riccardo e di Christian: un ultimo tratto di strada insieme, per poi riposare in pace.

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