Almè. È il giorno del lutto cittadino ad Almè. Tutta la comunità si è riunita nella chiesa parrocchiale per dare l’ultimo saluto a Riccardo Farina e Christian Cornago, i due amici di 39 e 36 anni morti lo scorso sabato sul monte Grignone, in provincia di Lecco.
Ad accogliere i due feretri ci sono due striscioni: “Sarete sempre nei nostri cuori”, “Ghianda e Bülo sempre con noi”. Fuori dalla chiesa c’è anche un cartellone con un collage di fotografie che ritraggono i due giovani sorridenti, in montagna, seduti al tavolo con gli amici, scatti pieni di vita, insieme alle persone che hanno voluto loro bene.
Le due bare di legno chiaro sono una accanto all’altra, sotto l’altare, circondante da cuscini di fiori bianchi come la neve del Grignone, testimone degli ultimi passi dei due ragazzi lo scorso sabato: i ramponi non sono riusciti a fermare la loro caduta nel canalone del Couloir Zucchi. Hanno fatto un volo di 350 metri, che non ha lasciato loro scampo.
“I perché che urlano nei nostri cuori non trovano umana risposta. Preghiamo perché la Provvidenza che ha chiamato a sé Christian e Riccardo li accolga ora nel Regno dei Cieli”, ha esordito il parroco.
“Le porte della nostra chiesa si spalancano per abbracciare e confrontare le famiglie e gli amici di questi due ragazzi, per accogliere il loro pianto, le preghiere, le domande. I nostri cuori sono pieni di ricordi, ma questo è anche il momento del silenzio e dell’abbandono filiale in Dio. Ora tutti noi ci chiediamo: Perché? Perché proprio a noi? Ma è nella separazione che si capisce la forza dell’amore. Chi non crede dà la colpa al destino, alla fatalità. Chi invece crede vede il disegno di Dio”, prosegue l’omelia.
La morte dei due ragazzi è, nelle parole del parroco, uno spunto per riflettere: “La morte ci riguarda tutti, indistintamente, è una realtà misteriosa che ci sfida a vivere intensamente e responsabilmente la nostra vita”.
“Ora Christian e Riccardo stanno facendo in cordata ritorno a Dio. La campana della notte cullerà il loro dormire. Adesso è più facile credere nel paradiso perché ci siete voi. Intercedete per le vostre famiglie, per i vostri amici. Grazie Signore per averci donato questi due semi luminosi”.
Tra le lacrime, diversi amici hanno voluto leggere un pensiero dedicato ai due giovani scomparsi. “Signore, tu vedi e provvedi, come ci hanno insegnato da piccoli. Scusaci, ma oggi noi fatichiamo a crederci. Lasciaci urlare, lasciaci piangere e sfogare. Non capiamo ma ci affidiamo a te, soffia una carezza sulle nostre vite perché ne abbiamo bisogno”.
“Grazie per le vostre braccia sempre aperte, per i vostri sorrisi, le risate, la gioia che sapevate donare”. “Ciao Riccardo, salutarti è doloroso perché sappiamo che questa volta non ritornerai più. Eri un idealista, pragmatico, curioso, amante delle sfide. Le sfide però non si possono sempre vincere. Questa volta non hai vinto, ma nell’affrontarla ti sarai sicuramente divertito”. “Ciao Christian, c’è una chiesa gremita che ti dice addio, tu che dicevi di avere pochi amici, di essere una persona schiva. Ora che sei arrivato in cima, goditi il panorama e veglia su di noi e sulla tua famiglia”.
Ad accompagnare l’uscita delle bare sul sagrato, le note di “Signore delle cime”, il canto che gli alpini dedicano ai loro compagni “andati avanti”. E una volta raggiunto l’esterno della parrocchiale, gli amici hanno acceso dei fumogeni rossi e gli altoparlanti hanno diffuso “Alleluja” di Leonard Cohen. Un lungo minuto di raccoglimento, poi il corteo verso il cimitero.
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