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Giornata violenza sulle donne

Viviana, Giovanna, Giampaola: uccise dagli uomini a cui volevano bene

Tre donne bergamasche come tante altre. Chi erano le vittime di violenza domestica finora nel 2020

Viviana Caglioni, Giovanna Gamba, Giampaola Previtali. Tre donne bergamasche come tante altre, almeno fino a qualche mese fa. Poi a unirle ci ha pensato un tragico destino, quello di essere uccise dagli uomini a cui volevano bene.

Sono tre gli omicidi di donne avvenuti finora in questo 2020 in provincia di Bergamo. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Ministero dell’Interno ha diffuso i dati della varie località italiane, con un messaggio del capo della Polizia Franco Gabrielli: “La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale”, le sue parole.

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“È una tematica complessa che rimanda a un impegno corale – ha aggiunto Gabrielli – . Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia. Ma tale azione richiede innanzitutto una approfondita conoscenza della reale dimensione e natura del fenomeno. Ogni intervento presuppone, cioè, una solida base di informazioni e di dati accurati”.

omicidio caglioni

Proprio nell’ambito familiare ha trovato la morte lo scorso 8 aprile, a soli 34 anni, Viviana Caglioni. Secondo gli inquirenti l’avrebbe uccisa di botte il compagno con cui conviveva, Cristian Michele Locatelli, 42 anni, arrestato un paio di settimane più tardi. Un decesso causato da un’aggressione con pugni su tutto il corpo, otto giorni prima, nella notte del 31 marzo, che sarebbe stata udita anche dalla madre della vittima, indagata per favoreggiamento. La donna, che abitava al piano di sotto della villetta del quartiere cittadino di Valverde, ha sempre difeso Locatelli.

Dalmine, donna senza vita in casa: arrestato il figlio

Giovanna Gamba, 60 anni, aveva dedicato la propria vita al figlio Marco Lodetti, 33 anni e un’esistenza tormentata da problemi psichiatrici. È stato proprio lui a ucciderla, il 15 maggio, al culmine dell’ennesima discussione per futili motivi all’interno dell’appartamento al civico 4 di via Gardenie, nella frazione di Sforzatica Sant’Andrea a Dalmine in cui vivevano. Una ventina di coltellate al petto, al collo e quella fatale sferrata nell’occhio sinistro in cui è rimasta conficcata la lama, prima di tentare una grottesca fuga a piedi bloccata a fatica dagli agenti della polizia locale.

Bonate Sopra, donna muore accoltellata dal figlio che poi tenta il suicidio

Passano quattro giorni e il copione si ripete a Bonate Sopra. Francesco Villa, magazziniere di 39 anni, dopo cena uccide con 18 coltellate la madre Gianpaola Previtali a 66 anni nella villetta di via Lesine e poi tenta di farla finita. All’origine dell’omicidio una discussione per un nuovo fallimento sentimentale dell’uomo, proprio per questo in cura da uno psicologo, dopo il matrimonio naufragato nel 2103 a Lucca. La donna si era mostrata molto addolorata e si era messa a piangere, prima del raptus improvviso del figlio.

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