• Abbonati
Il discomane

La neve di Kate Bush: ipnotica e sorprendente

"50 Words For Snow": magica Kate che, dopo un silenzio di alcuni anni rotto solo qualche mese fa dalla pubblicazione di un lavoro che rivisitava alcuni brani del passato, pubblica un disco tutto nuovo, per niente facile, per nulla commerciale.

ARTISTA: Kate Bush

TITOLO: 50 Words for Snow

GIUDIZIO: ****

 

Magica Kate che, dopo un silenzio di alcuni anni rotto solo qualche mese fa dalla pubblicazione di un lavoro che rivisitava alcuni brani del passato (Director’s Cut), pubblica un disco tutto nuovo, per niente facile, per nulla commerciale, lei che ha assaporato i gusti del successo, quello vero.

I brani sviscerano i temi legati alla neve e quindi alla stagione invernale, agli stati d’animo e ai sentimenti che questa porta con sé, alle atmosfere dilatate, ai tempi lenti. E così le composizioni sono lunghe, mai sotto i sei minuti e trenta, spesso ipnotiche come la straordinaria prima traccia Snowflake, basate su pochi accordi ripetuti all’infinito da strumenti per lo più acustici, piano, chitarre, un soffio di percussioni e qui e là tanto per far assaporare nuove sensazioni qualche spruzzo di archi.

E poi c’è lei con la sua voce distante, evocativa, piena di riflessi e di sfumature, in grado di riempire da sola, gli spazi vuoti come in Lake Tahoe, una lunga canzone di oltre 11 minuti, con il piano e il basso a disegnare linee armoniche essenziali e di un’ eleganza assoluta. Sembra musica di altri tempi che viene da un mondo distante, difficilmente classificabile, nessuna concessione alle mode, nessun riferimento sonoro a qualcosa di già sentito, solo la voglia di mettere nudo i propri stati d’animo, la propria malinconia. Un ascolto superficiale potrebbe richiamare i suoni dell’ “ambient music”, ma non è così, il disco merita più attenzione.

E così Misty è una canzone fuori da ogni schema, tredici minuti che passano in un attimo, per un brano di grande atmosfera che spazia dalla “new age” alla classica; nessuna melodia, ma frequenti cambi di toni, e un “mood” che non può lasciarti indifferente. La composizione è di una bellezza assoluta e quando credi di averne capito lo spirito ecco un’apertura improvvisa di archi che ti destabilizza e da lì il brano assume i toni del jazz, spiazzando l’ascoltatore. E allora speri che finisca alla svelta perché a volte la bellezza, quando è troppa, può anche infastidire.

Pochi cambi di ritmo si diceva, ma è certo che Wild Man paga il suo tributo al passato di Kate e la presenza di un’elettronica discreta ci ricorda che l’artista ha in Peter Gabriel e in David Bowie i suoi principali ispiratori. Ma non solo loro, nella successiva Snowed in At Wheeler Street, duetta con un altro dei suoi idoli, Elton John, che bazzica nel caso lidi lontani da quelli suoi, ma lo fa con una discrezione ed un’eleganza da farcelo amare anche se i tempi di Honky Chateau sono andati e, probabilmente, non torneranno più. Ed in questo brano per la prima volta la sofferenza e la malinconia non sono più evocati ma rivendicati.

Ma c’è tempo anche per un piccolo divertimento: la canzone che dà il titolo all’album  (50 Words For Snow) ha maggior ritmo delle altre, e un incedere quasi sudamericano e gode del cantato dell’attore/regista Stephen Fry, con un testo che, come uno scherzo, enuncia, appunto, 50 sinonimi o neologismi, in alcuni casi frutto di pura fantasia, della parola “neve”. Probabilmente, la facezia, ad altri artisti non l’avremmo perdonata, con lei siamo più indulgenti.

Chiude il lavoro Among Angels, una canzone che per atmosfere è molto vicina a quella che apre il lavoro. Pianoforte che fa da sottofondo alla voce della cantante, atmosfera minimalista. E così il cerchio si chiude.

Come avrete capito questo, nonostante il titolo, non è un disco natalizio, tutt’altro. E difficile, che può anche non piacere. È un disco di stati d’animo che esige un ascolto attento; probabilmente è un lavoro che esaurirà la sua funzione con l’arrivo della primavera. Per adesso teniamocelo stretto.

Brother Giober

 

Se non ti basta ascolta anche:

Anna Calvi – Anna Calvi

David Bowie – Low

James Blake – James Blake

 

Legenda Giudizio:

* era meglio risparmiare i soldi e andare al cinema

** se non ho proprio altro da ascoltare…

*** in fin dei conti, poteva essere peggio

**** da tempo non sentivo niente del genere

***** aiuto!Non mi esce più dalla testa

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Amy Winehouse "Lioness: Hidden Treasures"
Il discomane
I tesori nascosti della fragile Amy
Etta James "The dreamer"
Il discomane
Soul&Blues d’altri tempi per la regina Etta James
The Black Keys "El Camino"
Il discomane
The Black Keys, band tosta sull’onda dei Clash
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI