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Le richieste

Dj Miky a processo per usura: il pm chiede una condanna a 8 anni e mezzo

Per la difesa va assolto: "Voleva solamente riavere del denaro che gli spettava e che aveva sborsato per entrare nel giro di fatture false"

Treviolo. Otto anni e mezzo per usura ed estorsione, l’assoluzione per il porto abusivo d’armi. Queste le richieste del pubblico ministero Emanuele Marchisio nell’ambito del processo che vede imputato Luciano Di Marco Pernice, meglio conosciuto come Dj Miky, 72 anni, voce storica di Radio Studio 54.

Di Marco, secondo l’accusa, prestava denaro a strozzo a G.M., imprenditore di 53 anni, con società andate in rovina e implicato in un giro di fatture false. Chiedeva soldi a numerose persone, la parte offesa, tanto da aver accumulato debiti per un milione di euro. Tra queste c’era anche Dj Miky, che aveva sborsato 100mila euro per entrare a far parte del giro ma, sempre secondo gli inquirenti, ne avrebbe pretesi, oltre alla somma prestata, 150mila di interessi. E cercava di recuperarli a suon di minacce, percosse, intimidazioni.

“Oltre alle dichiarazioni della parte offesa, ci sono diversi elementi che provano l’usura – ha dichiarato il pm nella sua requisitoria -. G.M. aveva paura, tanto che prima di un incontro con l’imputato, nel gennaio 2021, aveva avvertito i carabinieri che avevano monitorato la situazione”. Secondo l’accusa “l’imprenditore non ha mai calcato la mano nelle sue dichiarazioni contro l’imputato ma ha fornito una versione da reticente, ha cercato di non tagliare i ponti con i suoi creditori perché sapeva che erano loro a prestargli i soldi, non certo i carabinieri”.

A corroborare la tesi accusatoria ci sarebbe anche una Golf del valore di 14mila euro che G.M. aveva intestato alla moglie di Miky, delle intercettazioni telefoniche, una Maserati che l’imputato aveva preso in leasing e che pagava la parte offesa: “Di Marco Pernice è nullatenente e nulla dichiarante da 20 anni, eppure aveva un tenore di vita elevato. Come poteva permettersi una Maserati?”, chiede il pm.

L’imputato non si è mai presentato in aula, anche a causa della sua malattia: “Pernice è troppo malato per stare in carcere e per presentarsi al processo, ma ciò non gli ha impedito di girare dei filmini hard con la moglie, di minacciare G.M. con bastone, pistola e coltello. È un soggetto violento, prevaricatore, pericoloso, abituato a fare ciò che vuole, con recidive specifiche”. Da qui la richiesta di condanna a 8 anni e mezzo.

L’avvocato di parte civile ha chiesto una provvisionale di 180mila euro: “Le dichiarazioni del mio assistito sono state riscontrate da prove concrete. Temeva di finire ammazzato”.

Il difensore del dj Miky, l’avvocato Riccardo Tropea, non ravvisa il reato di usura: “Di Marco era socio di capitale di G.M., gli aveva consegnato 100mila euro per partecipare al giro di fatture false. L’imprenditore doveva dei soldi a numerosi creditori, tra i quali alcuni amici che gli avevano prestato delle somme senza interessi. Quindi non si capisce per quale motivo non ha subito estinto il suo debito con l’imputato, se ne aveva così paura”.

Pernice e la moglie uscivano spesso con G.M. e la sua compagna: “Andavano a cena, a ballare, erano amici, e questo dimostra la scarsa attendibilità della versione dei fatti fornita. Le dichiarazioni rispetto alle cifre che la parte offesa doveva ai creditori cambiano di volta in volta, sembra alquanto confuso e pare strano che non si sia segnato gli interessi che doveva al mio assistito”.

Secondo l’avvocato Tropea G.M. “ha indicato Pernice come un usuraio per liberarsi di un creditore pressante. È vero, lui ha adottato un atteggiamento indispettito perché l’altro non rispettava gli impegni, ma non ha commesso nessun reato d’usura, pretendeva solamente del denaro che gli era dovuto. Chiedo quindi l’assoluzione perché il fatto non sussiste”.

Rispetto all’estorsione, il difensore chiede che venga derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, reato per il quale manca però la querela, quindi è stata chiesta anche in questo caso l’assoluzione. Lo stesso per la pistola: “Era una scacciacani“.

La sentenza verrà pronunciata il prossimo 21 maggio.

 

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