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Verdello

“La sua carta di credito è in scadenza, ci dia il pin”: truffata per 20mila euro

Vittima una donna bergamasca che si è vista sottrarre dalla carta tutti i risparmi. Adiconsum: "Casi simili in aumento, ecco come prevenire"

Verdello. Dall’altro capo del telefono un finto operatore, ma al tempo stesso estremamente professionale. “Pronto, la sua carte di credito è in scadenza, ci fornisca il Pin”. Deve essere andata più o meno così e poi via, oltre 20 mila euro bruciati in un baleno. Praticamente tutti i risparmi di una donna di Verdello, truffata nei mesi scorsi e rimborsata un paio di giorni fa del 50% dell’importo grazie al supporto di Adiconsum Bergamo, l’associazione in difesa dei consumatori attraverso la quale ha presentato ricorso.

La truffa

Verso le fine dello scorso anno la donna riceve una telefonata da un finto operatore. Qualificatosi come dipendente delle poste, la avvisa che la carta in suo possesso era in scadenza e pertanto le veniva chiesto il Pin.

A fronte del rifiuto della donna – che, giustamente, sosteneva che la sua carta sarebbe scaduta più avanti e che aveva tutto il tempo per rinnovarla – il sedicente operatore la avvisa che in caso contrario avrebbe dovuto pagare una penale di 170 euro.

A fronte di ciò la donna accetta, ma si rende presto conto di essere stata truffata: quando va al supermercato, non riesce a pagare la spesa perché sulla carta non le è rimasto nulla.

Si reca quindi all’ufficio postale di Verdello, dove le spiegano che nelle scorse ore erano stati effettuati più prelievi per circa 21 mila euro. Il maggiore in un ufficio postale di Avellino, in Campania.

“Verosimilmente – osservano dall’Adiconsum – si tratta di un caso di furto della nuova carta in fase di spedizione. La  nostra assistita non si è mai recata ad Avellino e tantomeno ha mai ricevuto la carta in sostituzione di quella in scadenza”. La tessera in suo possesso è stata poi distrutta dalle poste di Verdello.

In sede di ricorso, l’associazione ha evidenziato che gli operatori postali (quelli veri) non avrebbero  “diligentemente effettuato i dovuti controlli in sede di prelievo allo sportello”, senza quindi una corretta identificazione del cliente a fronte di un ingente prelievo. “Peraltro – come anticipato – le somme prelevate rappresentavano tutti i risparmi della famiglia”.

I consigli

I truffatori stanno diventando sempre più subdoli nel camuffare anche le telefonate. Lo fanno attraverso una tecnica chiamata “spoofing”. In pratica, mascherano il loro numero e riescono a far credere con l’inganno che a chiamare le persone sia il loro Istituto. A quel punto un operatore molto disponibile si presenta, con la scusa di un presunto tentativo di frode in atto sul tuo conto, sulla carta o della presenza di operazioni sospette da controllare. Se mira ad ottenere codici di accesso, è certo che sia una frode. “La banca o i vari enti non chiedono mai informazioni riservate in questo modo”, spiega Mina Busi, presidente Adiconsum Bergamo.

La maggior parte delle truffe telematiche è veicolata da telefonate, email e sms che hanno tutta l’aria di provenire da enti conosciuti e fonti affidabili: grandi aziende, banche e perfino enti pubblici. “La prima cosa da fare è verificare la provenienza delle comunicazioni, in particolare di quelle che richiedono dati personali, credenziali, codici dispositivi o che invitano a cliccare su un link – prosegue Busi -. Verificare l’indirizzo di provenienza delle email e i numeri di telefono da cui provengono telefonate e sms. Ad esempio, è importante verificare che il numero di telefono appartenga effettivamente all’azienda cui dice di far parte il tuo interlocutore o da cui dovrebbe provenire l’sms chiamando direttamente l’Istituto per capire se ha inviato il messaggio. È fondamentale, inoltre, controllare attentamente l’indirizzo del mittente delle email e il testo dei link che contengono: spesso i truffatori usano testi che differiscono poco da quelli ufficiali delle aziende, ma possono contenere errori di ortografia e sintassi. Un idizio della loro probabile natura fraudolenta”.

Soprattutto, è importante “non avere fretta. Molto spesso le truffe fanno leva sul senso di urgenza e sull’invito ad agire immediatamente. Ad esempio la comunicazione avverte di un servizio in scadenza, di un pagamento non andato a buon fine o della possibilità che un conto corrente venga bloccato e invita ad agire in fretta o addirittura immediatamente. In qualsiasi contesto regolare – osserva Busi – si ha sempre a disposizione del tempo per effettuare il rinnovo di un servizio o per intervenire su un’operazione di pagamento. Perciò, mai agire d’impulso e prendersi il tempo necessario per verificare”.

 

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