• Abbonati
Nel giugno 2021

Autista morì schiacciato da due balle di plastica da 5 quintali: condannato il titolare della Plastic Leffe fotogallery

L'imprenditore bergamasco ha patteggiato 10 mesi in udienza preliminare. Risarciti i familiari di Bruno Bardi, 59 anni di Treviso, che era alla guida del camion con a bordo i pesanti imballaggi

Leffe. Morì schiacciato da due balle di plastica riciclata mentre scaricava il tir nel piazzale della Plastic Leffe. Era il 4 giugno 2021, vittima dell’infortunio mortale sul lavoro un autotrasportatore di Treviso, Bruno Bardi, 59 anni.

Martedì 19 marzo il titolare della ditta della Val Seriana, accusato di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme antifortunistiche, ha patteggiato una pena di 10 mesi con la condizionale, con le attenuanti generiche riconosciute equivalenti alle aggravanti.

Il giudice delle udienze preliminari ha riconosciuto un concorso di colpa da parte della vittima. Bardi, dipendente della Codognotto Italia Spa di Salgareda, era arrivato a Leffe intorno alle 7.30. Era entrato di retro nel piazzale della Plastic, ad attenderlo il titolare, M.M. che, alla guida del muletto, aveva iniziato a scaricare le grosse balle di plastica. Aveva tolto le prime due, rendendo però instabile la seconda fila. L’autista del bilico aveva sganciato le cinghie liberando il resto del carico, ed era passato dietro al camion proprio nel momento in cui due balle, del peso di circa 5 quintali l’una, erano cadute, finendogli addosso. L’uomo morì sul colpo per un trauma da schiacciamento.

Nessuno vide la dinamica dell’incidente, dato che il titolare della Plastic Leffe era intento a depositare gli altri due imballaggi all’interno dell’azienda. La dinamica venne riscostruita dai tecnici dell’Ats intervenuti sul posto insieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco.

L’ingegner Paolo Panzeri, consulente tecnico incaricato dal pm per far luce sulla dinamica del sinistro, nella sua perizia, sostiene che l’incidente è stato causato da una sequenza di operazioni di scarico eseguite in modo non corretto che hanno creato le condizioni di pericolo che hanno dato luogo all’incidente. “I colli, disposti su file parallele, erano impilati uno sopra l’altro a tre a tre, tranne le pile della fila più vicina al portellone del semirimorchio, composte da soli due colli – spiega Riccardo Rigonat, responsabile di Giesse per la provincia di Bergamo – M.M., movimentando il collo superiore della pila posta in ultima fila, ha reso instabile quello posto più in alto della seconda fila. Così, al momento dello sgancio della seconda fascia di trattenuta da parte di Bardi, due colli sono caduti violentemente al suolo travolgendo l’autista che non ha avuto il tempo di spostarsi”.

 

Bruno era un autista professionista – commenta Luca Bardi, fratello della vittima – aveva frequentato dei corsi di formazione proprio per la corretta movimentazione del carico ed il corretto uso delle cinghie di stivaggio, non posso credere che sia morto in questo modo assurdo. Bastava avere un po’ di buon senso e rispettare le corrette modalità di scarico di merci così pericolose per evitare l’incidente. Bruno non tornerà più e la pena inflitta è veramente irrisoria. Io e i miei fratelli non abbiamo ricevuto nemmeno un messaggio di condoglianze da parte dei titolari della Plastic Leffe e questo ci addolora immensamente”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI