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Il processo

Alessia Pifferi, lo psichiatra: “Capisce bene ciò che succede”. Il pm: “Imbeccata dalle psicologhe in carcere”

La donna è accusata di omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. C'è un'indagine parallela sulle psicologhe del carcere e sul difensore

Nuova udienza del processo a carico di Alessia Pifferi, la mamma accusata di omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti la figlia Diana, di soli 18 mesi, mentre lei si trovava dal compagno a Leffe, in Valle Seriana.

Lo psichiatra Elvezio Pirfo ha esposto in aula la relazione che smonta la attendibilità dei risultati del test effettuato delle due psicologhe del carcere di San Vittore da cui emerge che la Pifferi aveva il quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni.

Lo specialista sostiene invece che la Pifferi ha perfetta capacità di capire quanto succede, “al punto che quando le ho chiesto cosa si aspetta che succeda dopo il processo ha risposto: mi aspetto di andare in una rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, le strutture dove scontano la pena le persone affette da disturbi mentali, ndr) sapendo perfettamente cosa significa”.

Dalla narrazione che risulta dalla relazione psichiatrica, la Pifferi si è descritta come una persona “incompiuta” perché non è mai riuscita a portare a termine alcun “percorso” identitario: non è stata “figlia” perché le è mancato l’affetto del padre, non è stata “ragazza” perché è stata violentata nell’adolescenza, dice di non essere mai stata stata capace di costruire un rapporto paritario con un uomo, ma di avere sempre costruito rapporto di garanzia. Di avere cercato qualcuno che la proteggesse. E non si è mai sentita “madre”.

“Pifferi – ha proseguito Pirfo – ha sempre avuto grande distacco emotivo da tutti gli eventi della sua vita con ‘partecipazione emotiva piatta’. Sia nel raccontare il suo ingresso in carcere, sia nel raccontare la vita con la bambina, sia nel raccontare la vita sentimentale… Non ha deficit di memoria, non ha deficit cognitivi, ha capacità intellettiva piena anche nella appropriata connettività tra argomenti”.

Lo specialista incaricato dalla Corte ha però rilevato una totale mancanza di capacità empatica. Alla fine della relazione di Pirfo, il tribunale ha disposto il rinvio al 15 marzo come chiesto dall’avvocato Alessia Pontenani, per dare modo alle parti di leggere e analizzare gli allegati alla perizia dello psichiatra ai fini del controesame.

Per quanto riguarda invece i test somministrati a Pifferi in carcere – per cui il pubblico ministero De Tommasi ha indagato le psicologhe e la stessa legale ipotizzando una manipolazione – non erano attendibili, ha concluso lo psichiatra, spiegando di non poter dire invece se ci sia stata o meno suggestione”. “Io sono in grado di provare che l’abuso sessuale di cui parla Pifferi sia inventato e che al perito abbia reso dichiarazioni su cui era stata imbeccata” ha dichiarato il pubblico ministero. Fuori dall’aula la disperazione di Maria, madre di Alessia Pifferi. La prossima udienza il 15 marzo.

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