Selvino. Seppur debilitato dalla malattia, si è impegnato fino all’ultimo per la sua Selvino che amava tanto. Solo una settimana fa, attraverso un articolo su Bergamonews, aveva lanciato un appello ai suoi concittadini affinché denunciassero i furti nelle case che stanno colpendo il paese sull’altopiano della val Seriana per trovare i colpevoli. È stata l’ultima battaglia da sindaco di Diego Bertocchi, che martedì mattina a soli 35 anni ha perso la partita più importante, quella contro la maledetta Sla che l’aveva colpito tre anni e mezzo fa.
Eletto Primo cittadino nel 2014 a soli 26 anni, grazie al suo buon operato e alla fiducia che aveva trasmesso ai selvinesi, Bertocchi (vicino al centrodestra) era poi stato confermato nel 2019. Sposato con Giulia Parma, medico che l’ha seguito da vicino in questi ultimi anni difficili, era padre del piccolo Carlo Emidio di cinque anni, che nel dicembre scorso aveva chiesto a Santa Lucia che gli portasse “le gambe per il suo papà”, ormai ridotto su una sedia a rotelle.
Laureato in Economia e Commercio all’Università di Bergamo dopo il diploma al Liceo Amaldi di Alzano, Diego aveva lavorato a lungo in uno studio specializzato e nel 2017 era stato nominato presidente dell’Assemblea della Comunità Montana Valle Seriana.
Prima della passione politica, c’era stata quella sportiva. “Berto” (come lo chiamavano gli amici) aveva giocato a lungo come centravanti nella Nuova Selvino, festeggiando anche la promozione in Prima Categoria nel 2012, e poi aveva partecipato a diverse gare di atletica nella sua zona.
Gli stessi interessi coltivati da una sua nota concittadina, l’ex campionessa di sci e ora assessore regionale Lara Magoni: “Questa mattina (martedì, Ndr) dopo tanto tempo ho potuto godermi la bellezza del nostro paese – le parole commosse di Magoni – , passeggiando con i miei cani ho notato l’ordine e la pulizia e ho pensato che fosse meraviglioso vivere in un presepio delle Prealpi. Ero immersa e rapita dai colori autunnali e nonostante il telefono continuasse a vibrare non mi andava di rispondere. Poi vista l’insistenza l’ho fatto e ho avuto la triste notizia di Diego. Credo di poter manifestare lo sgomento di chi come me lo conosceva fin da piccolo.
Non nego che il mio primo pensiero è andato al suo piccolo Carlo, alla sua adorata Giulia che affiancandolo nella doppia veste di moglie e medico ha avuto un coraggio straordinario.
Ho pensato alla sua cara mamma Giuliana, al suo grande dolore per la perdita di un figlio. A suo padre Emidio che sono certa sarà stato il primo a prenderlo per mano.
Ho pensato al suo corpo incatenato da una terribile malattia, ma che non è stata capace di fermare il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere, il suo grande amore per la sua famiglia, per i suoi amici, per tutti noi selvinesi.
Conservo infine il ricordo di Diego nella veste di sindaco che da quasi dieci anni era la figura di riferimento per tutti noi. Ha voluto fortemente lavorare per la nostra comunità fino all’ultimo, lasciandoci una grande eredità: quella di un uomo che ha saputo sfidare la morte fino alla fine. Ha lasciato una traccia indelebile in ogni angolo del paese – conclude Magoni – e nei nostri cuori”.
La camera ardente è stata allestita nella sala consigliare di Selvino, mentre i funerali si terranno venerdì (20 ottobre) alle 15 nella chiesa parrocchiale del paese.
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