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Il caso

Case Aler ai migranti e in Regione scoppia la polemica, Paolo Franco: “Sono stato frainteso”

Carroccio sugli scudi e Forza Italia che si schiera con la Presidenza. Lobati: "Noi in linea con il pensiero di Fontana". Casati, Dem: "Così si alimenterebbe solo una guerra tra ha bisogno di aiuto". Malanchini: "Chiarezza e decisione anche dagli alleati"

Bergamo. “Con il Prefetto di Monza deve esserci stato un fraintendimento, nonostante la lettera di spiegazioni che le avevo inviato proprio sul tema delle case Aler ai migranti. Può capitare, ma ho comunque provveduto a mandare stamani una nuova comunicazione ai Prefetti lombardi sulla chiara posizione di Regione Lombardia in merito a questo tema”.

Così Paolo Franco, assessore regionale alla Casa e Housing sociale, rispetto alla polemica generata dopo la lettera inviata dal Prefetto di Monza e Brianza Patrizia Palmisani a sindaci della provincia informandoli della disponibilità di Regione Lombardia di destinare parte degli alloggi sfitti all’accoglienza dei residenti asilo. E a far discutere è il fatto che la presunta disponibilità, che oggi Franco smentisce parlando di fraintendimento, arriva da una Giunta di centrodestra. Un dato politico che non ha precedenti, soprattutto se si tiene conto della lungaggine della lista stessa, 34.169 solo nel 2022, per la quale le assegnazioni sono poco meno di 3000 all’anno.

Il 26 giugno scorso, il Prefetto aveva infatti chiesto ai primi cittadini di “segnalare la disponibilità di alloggi Sap da destinare al potenziamento della rete dei centri di accoglienza straordinari presenti sul territorio provinciale. Aggiungendo, poi, nella comunicazione seguente che “la Regione aveva dato la sua disponibilità a staccare una quota di abitazioni dalla lista delle graduatorie stesse.

Alla dottoressa Palmisani l’assessorato aveva risposto circa “la disponibilità di verificare le possibili soluzioni per valutare un ipotetico ampliamento della rete di accoglienza, in coerenza con le finalità della legge regionale, come da lei richiesto”. Ma Franco precisa: “Questo chiaramente non comporta nessun esperimento pilota, come è stato detto, e nessuna accettazione del progetto. Mi sembra una indicazione molto chiara, in forma di cortesia istituzionale, che non può essere fraintesa. Oltretutto arriva dopo una serie di incontri con i Prefetti, durante i quali siamo stati molto decisi”, spiega Franco. “Visto però che qualcuno non ha capito il senso di quanto detto – continua -, mi sono premurato stamani di inviare a tutti i Prefetti una nota in proposito”.

Nella nota si legge che: “A tal riguardo, con la ferma volontà sia di prevenire ogni tipo di fraintendimento sia di evitare qualsiasi possibile strumentalizzazione, tengo a ribadire – con fermezza – la posizione di Regione Lombardia e dell’Assessorato che mi onoro di rappresentare. Come ho avuto modo di ben specificare in Vostra presenza, ribadisco che, per entrambi i casi, occorre sempre tenere conto non solo della sostenibilità economica, ma anche, e soprattutto, della sostenibilità sociale degli interventi, valutato altresì il contesto abitativo spesso problematico in cui si inseriscono. Da ciò, in particolare, derivano le difficoltà manifestate da Regione ad attuare progetti di accoglienza, seppur diffusa. Infatti, nonostante si sia ben consapevoli della straordinarietà della situazione attuale, l’utilizzo di alloggi sfitti per il potenziamento della rete CAS di prima accoglienza non risulta essere compatibile con i citati processi di valorizzazione previsti dalla normativa regionale vigente e non ne permette la realizzazione”.

Le reazioni

Il presidente Attilio Fontana: “Il 12 maggio, nel corso di una riunione con i prefetti lombardi e il Commissario per la gestione dell’accoglienza dei migranti, ho espresso con chiarezza la posizione di Regione Lombardia sull’utilizzo delle case ALER: le case popolari della Regione vanno ai cittadini regolarmente iscritti in graduatoria, non ai migranti”. E così la Lega si smarca, totalmente, con una nota stampa che definisce i contorni della vicenda: “Le assegnazioni delle case popolari devono rispettare regole ben precise, e procedere per graduatoria. Siamo stupiti dalle posizioni dell’assessore regionale di Fdi Franco, che vorrebbe dare case sfitte a richiedenti asilo appena arrivati nel nostro Paese. Chiediamo al ministro dell’Interno di interessarsi di quanto starebbe avvenendo in Lombardia e di intervenire presso il prefetto di Monza e l’assessore Franco. I cittadini lombardi, che osservano leggi e norme, meritano rispetto”.

“In un contesto socio economico di grande disagio per le categorie sociali più svantaggiate, la scelta dell’assessore regionale Paolo Franco di assegnare le case Aler sfitte ai profughi piuttosto che alle famiglie italiane bisognose, appare inspiegabile! Una decisione dall’alto, che se da un lato apre ad assegnazioni improprie, dall’altro scarica la responsabilità sull’autonomia di scelta dei sindaci: inaccettabile! Pertanto il gruppo di Forza Italia esprime la sua assoluta contrarietà alla scelta e non c’è nessun margine di trattativa su questo tema; piuttosto invitiamo l’assessore a mettere al più presto le case in disponibilità delle famiglie aventi diritto – così Fabrizio Figini, presidente del gruppo Forza Italia al Consiglio regionale della Lombardia.

Stessa linea anche per Jonathan Lobati, consigliere regionale di Forza Italia: “Raccolgo e faccio mie le considerazioni dell’Ufficio di Presidenza di Regione, sposandone completamente la linea e sottoscrivendola. Credo che le liste d’attesa e dunque le graduatorie vadano assolutamente rispettate”.

Michele Schiavi, consigliere di Fratelli d’Italia: “Quella sui migranti nelle case popolari è una polemica inesistente. Gli assessori Franco e La Russa sono già stati molto chiari e hanno espresso la posizione ufficiale di Regione Lombardia, di fatto già comunicata nei mesi scorsi a tutti i Prefetti. È stata effettuata una valutazione dell’ampliamento della rete di accoglienza, nell’ottica di una buona collaborazione istituzionale tra i diversi livelli di governo, conclusasi in senso negativo visto che l’operazione sarebbe in contrasto con i piani di valorizzazione degli alloggi regionali attualmente sfitti”.

“La Lega ha sempre avuto una posizione molto decisa in merito – spiega il consigliere regionale Giovanni Malanchini -, e coerente. Serve chiarezza anche da parte degli alleati”.

Davide Casati, Partito Democratico: “Regione Lombardia, con la lettera di Paolo Franco ammette l’esistenza e l’apertura ad una possibilità che altro non fa che penalizzare le famiglie bisognose presenti sul territorio che, in graduatoria, attendono da tempo una casa. Questa situazione, paventata dall’assessore, ridurrebbe la disponibilità degli alloggi disponibili e oltretutto darebbe luogo a un servizio di accoglienza diffuso esplosivo, stilo ghetto. Alimentando, così, una guerra tra persone che vanno aiutato. L’apertura alla possibilità di assegnare case ALER ai profughi oltre ad aver generato un terremoto politico all’interno del centrodestra rischia di provocare tensioni sociali inutili, scatenando la reazione dei tanti cittadini bisognosi che da anni attendono l’assegnazione di un alloggio. Premesso che mai s’è visto togliere gli appartamenti dalle assegnazioni alle famiglie bisognose per darli ai richiedenti asilo, e se la situazione non fosse così delicata verrebbe da sorridere pensando che è proprio il centrodestra a proporre questa soluzione, da questo caos emerge con certezza il dato che in Lombardia alloggi ALER sfitti ce ne sono, e sono anche pronti ad essere abitati. Chiediamo alla Regione di spiegare come verranno rese disponibili alla collettività le migliaia case vuote di proprietà regionale presenti oggi in Lombardia. Quanto all’assegnazione degli stessi ai richiedenti asilo, è una strada pericolosa e inadeguata: i profughi vanno accolti in strutture ad hoc, prediligendo l’accoglienza diffusa, e non certo sistemati in appartamenti destinati ad alloggi popolari”.

“Bene ha fatto la Presidenza di Regione Lombardia a ribadire la posizione nettamente contraria all’ipotesi di destinare alloggi Aler all’accoglienza di richiedenti asilo. Noi siamo altrettanto netti nel sottolineare, senza alcun intento polemico, che le case popolari devono essere assegnate, sempre e solo secondo l’ordine assegnazione, alle tante famiglie italiane bisognose da anni in attesa di trovare una sistemazione abitativa e che hanno tutto il diritto di non vedersi scavalcate nelle graduatorie Aler”, commenta così Giacomo Cosentino, Capogruppo di Lombardia Ideale in Consiglio regionale la lettera inviata dal prefetto di Monza ai sindaci in cui si chiede di segnalare direttamente a Regione Lombardia la disponibilità di alloggi pubblici da destinare al potenziamento dei centri di accoglienza e sulla posizione attribuita all’Assessore regionale alla Casa, Paolo Franco, peraltro da lui stesso successivamente chiarita.

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