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L'appello

Le associazioni ciclistiche in vista del Giro d’Italia a Bergamo: “Basta morti in bici”

Nei primi cinque mesi dell’anno sono già tre i ciclisti morti sulle strade della nostra provincia per incidenti con furgoni, camion e autobus

Riceviamo e pubblichiamo l’appello delle associazioni ciclistiche Pedalopolis-FIAB Bergamo, La Popolare Ciclistica AS e, Brighela Velo Club che, in vista della tappa del Giro d’Italia a Bergamo (domenica 21 maggio, ndr), chiedono maggior sicurezza per chi si sposta in bicicletta.
Aderisce anche Legambiente Bergamo.

 

Domenica 21 maggio il Giro d’Italia 2023 farà tappa a Bergamo e sarà, come sempre, una grande festa popolare che, da oltre cent’anni, porta nelle strade la gioia del ciclismo più puro. Questa volta, però, gioire e festeggiare per un evento legato alla bicicletta sarà molto più difficile. Soprattutto in Bergamasca.

TRE CICLISTI MORTI IN BERGAMASCA

Nei primi cinque mesi dell’anno sono già tre i ciclisti morti sulle strade della nostra provincia per incidenti con furgoni, camion e autobus. L’ultimo lo scorso martedì in via Zanica a Bergamo, proprio nella città che ospiterà l’arrivo della quindicesima frazione della Corsa Rosa.

Noi associazioni Pedalopolis, La Popolare Ciclistica e Brighela Velo Club, insieme a centinaia di altri ciclisti e appassionati, tra cui Legambiente Bergamo, vogliamo dare un segnale forte e saremo presenti in diversi punti del percorso della tappa con striscioni su cui sarà scritto a chiare lettere: “BASTA MORTI IN BICI”.

PIÙ SICUREZZA PER I CICLISTI

L’aumento dell’uso della bicicletta, sia come mezzo di trasporto che come mezzo ludico-sportivo, è un beneficio per tutti e impone delle politiche che rendano l’utilizzo sempre più sicuro e alla portata di tutti.

Politiche di disincentivo dell’uso dell’auto privata attraverso la creazione di piste ciclabili e zone a traffico limitato comportano tempo e molto coraggio politico, ma sono inevitabili e urgenti. Ci sono poi anche iniziative più semplici e rapide per la sicurezza stradale. Giusto per fare un esempio, il Comune di Milano ha anticipato l’obbligo dell’installazione dei sensori per gli angoli ciechi dei camion che transitano nell’area urbane nelle ore diurne. Ci auguriamo che altrettanto possa essere fatto dal Consiglio comunale della nostra città nel giro di poco tempo.

PIÙ CONTROLLI NELLE ZONE 30 E SULLE CORSIE CICLABILI

Iniziative a basso costo come le corsie ciclabili e le zone 30 sono sempre apprezzate, ma richiederebbero anche un’attenzione nel farle rispettare che purtroppo non vediamo. Su troppi tratti di corsia ciclabile la sosta selvaggia è una costante incomprensibilmente tollerata: accade giornalmente in via Ruggeri da Stabello, via Corridoni, via Camozzi, via Zanica. Lo stesso possiamo dire dell’effettivo rispetto del limite dei 30 km/h nelle zone stabilite che rimane troppo spesso più sulla carta che nelle pratiche.
Da ciclisti inoltre ci preoccupa il proliferare di rotonde e svincoli, finalizzati con dubbi risultati a snellire il traffico automobilistico. Troppo spesso diventano spazi in cui aumenta la pericolosità per i ciclisti e gli altri utenti deboli della strada: il rondò della Malpensata è un chiaro esempio su tutti, ma ciò accade anche nelle rotonde più piccole e, in prospettiva, in quella di Pontesecco e di Carnovali.

PROVINCIA A RISCHIO: FARE RETE PER LA SICUREZZA STRADALE

I problemi non riguardano solo la città ma anche, e forse soprattutto, la provincia dove i mezzi pesanti e le automobili raggiungono velocità più elevate aumentando la pericolosità degli impatti.
Lo sviluppo delle reti ciclabili provinciali in questi anni è stato prevalentemente orientato ai percorsi ludici e ricreativi lungo i fiumi o in aree naturali, ma servirebbe un piano a livello provinciale che preveda la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e strutturi percorsi veloci e sicuri tra i comuni.

Benvenuto al Giro d’Italia. Conosciamo bene la gioia e l’energia che la bici può portare e trasmettere nelle strade. Vorremmo che fosse un’abitudine quotidiana e non solo occasionale. È necessario un cambio di paradigma nell’uso e nella percezione delle strade, non più regno delle automobili ma spazi pubblici, di tutti, a partire dal più debole.

Pedalopolis-FIAB Bergamo, La Popolare Ciclistica ASD, Brighela Velo Club
Aderisce anche Legambiente Bergamo

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