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L'intervista

Michele Placido: “Il Donizetti, uno dei teatri più belli d’Italia” video

L'attore è impegnato con "La Bottega del caffè" di Goldoni nella stagione di prosa: "Uno spettacolo attualissimo, che parla alla società di oggi"

Bergamo. Continua il successo de “La bottega del caffè”, spettacolo inserito nella programmazione della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti, che vede in scena un grandissimo Michele Placido, uno degli attori più versatili e carismatici del teatro, ma anche di cinema e televisione, italiano.

Dopo il super debutto di martedì 7 febbraio, lo spettacolo – che rimarrà al Donizetti fino a domenica 12 febbraio con una replica pomeridiana straordinaria sabato 11 febbraio – continua a convincere il pubblico, numeroso anche al secondo appuntamento.

Poco prima di andare in scena, Placido svela il legame con Bergamo e il Teatro Donizetti. “Ho portato in scena almeno quattro spettacoli al Donizetti – racconta – Secondo me è uno dei teatri più belli d’Italia, un luogo che ha una storia da raccontare”.

“Bergamo è una città grande, di cultura – aggiunge –. Ricordo il periodo del Covid, delle verità nascoste, quando Bergamo è stata martire”. E confessa: “In questi giorni mi godrò questa bellissima città. Voglio andare a vedere la mostra dedicata a Cecco del Caravaggio, all’Accademia Carrara. So che mi emozionerò: sono legato al Caravaggio, ho curato la regia di un film a lui dedicato, “L’Ombra di Caravaggio”, uscito nel 2022”.

“Oggi siamo felici di essere qui con “La bottega del caffè” di Carlo Goldoni, uno spettacolo attualissimo, che parla alla società di oggi – continua -. La forza di questo testo è dovuta al fatto che Goldoni ambienta la commedia, divertente ma in grado di far riflettere, in una piazzetta. Qui accade tutto, qui vivono donne e uomini veri a cui l’autore toglie la maschera della commedia dell’arte. Cosa c’è ancora oggi nella moderna bottega del caffè? Il pettegolezzo, che è fatto di news e fake news”.

“La rivoluzione di Goldoni è stata questa: raccontare persone vere in carne ed ossa. Ecco perché ancora oggi ha successo”, conclude.

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