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Riaprire le case chiuse A Bergamo raccolte solo 27 firme in un mese

Non decolla a Bergamo la raccolta firme per promuovere il referendum per modificare la legge Merlin che nel 1958 abolì le case di tolleranza e introdusse il reato di sfruttamento della prostituzione ideata dal sindaco di Mogliano Veneto

Solo 27 firme raccolte in quasi un mese. Non decolla a Bergamo la raccolta firme per legalizzare la prostituzione. A Palazzo Frizzoni, sede del Comune di Bergamo, dalla fine di luglio è possibile firmare per promuovere un referendum per modificare la legge Merlin che nel 1958 abolì le case di tolleranza e introdusse il reato di sfruttamento della prostituzione.

Sono solo 27 le persone che finora si sono recate all’Ufficio Relazioni con il pubblico del Comune per compilare l’apposito modulo. “Forse è anche a causa del periodo estivo –fanno sapere gli addetti comunali- anche se, a dire il vero, i referendum che avevamo a luglio hanno avuto molto più successo. L’età dei firmatari è varia, va dai 25 ai 70 anni. Suddivisi tra residenti e non residenti”.

A proporre questa raccolta firme per il referendum è stato il sindaco di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, Giovanni Azzolini, che per affrontare il problema della prostituzione che affligge le strade del suo paese (e non solo) crede che sia necessario riaprire le case chiuse e trasformare il mestiere più antico del mondo in un’attività imprenditoriale.

Come? Con l’apertura di un registro delle professioniste obbligate a pagare le tasse sulle loro prestazioni. Il sindaco Azzolini però precisa: “Io non chiedo di depenalizzare o abrogare il reato per chi sfrutta il corpo altrui, quella è la parte buona della legge Merlin, una norma che è nata da principi condivisibili, ma che ha avuto effetti opposti”. Se con la raccolta firme si arrivasse al referendum e passasse questa linea, l’Italia diventerebbe il nono Paese europeo dove vendere il sesso è un lavoro.

E già c’è chi ipotizza cifre per riempire le casse degli enti pubblici, secondo alcuni regolamentare la prostituzione fatturerebbe almeno 25 miliardi di euro l’anno, con un gettito fiscale che potrebbe servire per abolire l’Imu o evitare l’aumento di un punto dell’Iva.

E’ ancora possibile firmare per il referendum fino a metà settembre, recandosi all’Ufficio Relazioni con il pubblico da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12, lunedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30.

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