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Osio sotto

“Chiedeva informazioni stradali” Annullata multa anti-prostitute

Una multa da cinquecento euro perch?? ha "chiesto informazioni" a una prostituta a Osio Sotto. Il giudice di pace la annulla mettendo a rischio tutte le ordinanze dei Comuni bergamaschi.

"E’ stato multato perché chiedeva informazioni stradali. La sanzione è da annullare". Di per sé la sentenza del giudice di pace di Bergamo non fa una grinza. E’ il contesto che è abbastanza particolare. L’uomo sanzionato infatti chiedeva informazioni stradali a una signorina in calze a rete. In piena notte. E in una strada secondaria di Osio Sotto, uno dei Comuni in cui è in vigore un’ordinanza che vieta agli automobilisti di fermarsi a contrattare con prostitute. Puntuale è scattato il verbale dei Carabinieri, che hanno sorpreso l’uomo a bordo strada. Qualche giorno dopo però la multa da cinquecento euro è finita sul tavolo del giudice di pace di Bergamo che ha deciso di annullarla con questa motivazione: "E’ evidente che il divieto di sosta s’inquadra in un disegno che, lungi dal tutelare l’incolumità degli utenti della strada, si pone chiaramente quale scopo immediato quello di vietare il meretricio sessuale. La norma regolamentare pone un divieto che giunge persino a vietare la richesta di informazioni stradali, violando norme di carattere costituzionale ad esempio quella di circolare e soggiornare liberamente". Siccome l’auto dell’uomo non intralciava il traffico e la legge non vieta di chiedere informazioni, la multa scattata con l’ordinanza comunale è da annullare.
La sentenza non costituisce un vero e proprio precedente, perché un giudice di pace non può cancellare ordinanze firmate dai sindaci. In sostanza però si tratta di una delegittimazione: se tutti gli automobilisti "pizzicati" facessero ricorso al giudice probabilmente vincerebbero la causa. Vale per Osio Sotto e anche per tutti gli altri Comuni che negli anni scorsi hanno emanato ordinanze simili: Dalmine, Filago, Ciserano, Caravaggio, Palosco. Il sindaco di Osio Sotto Attilio Galbusera  ha ricevuto la sentenza (datata 27 ottobre) solo venerdì. Ma ha già deciso che non starà con le mani in mano. "Voglio andare fino in fondo, perché la sentenza non mi convince – spiega – se effettivamente la sanzione dei Carabinieri non ha fondamento vedremo di modificare l’ordinanza. Perché non si tratta di schivare una multa salata, qui si parla di un tema importante. Se inizia a scricchiolare l’impalcatura costruita in questi anni non va bene. Se effettivamente l’annullamento della multa venisse confermato sarebbe un problema anche per gli altri Comuni".

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