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La cerimonia

I premi “Abbiati”, la cerimonia il 7 giugno al Teatro Donizetti

I vincitori della 35ª edizione saranno festeggiati al Teatro Donizetti di Bergamo, martedì 7 giugno alle 20.30), nel corso di una cerimonia realizzata in collaborazione con il Comune di Bergamo.

La cerimonia di consegna del 35° Premio della critica musicale “Franco Abbiati” sbarca quest’anno a Bergamo grazie alla collaborazione con Palazzo Frizzoni che fu tra i promotori del premio intitolato al bergamasco Abbiati, per decenni critico musicale del “Corriere della sera”.

La giuria consegnerà i premi al Teatro Donizetti di Bergamo martedì 7 giugno alle 20.30. Ad introdurre la cerimonia sarà lo spettacolo di Francesco Micheli “Donizetti Revolution vol. 2” (ingresso libero, con prenotazione consigliata sul sito www.donizetti.org). Un’occasione di sinergia fra la Fondazione Donizetti e il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e di Bergamo, da anni partner organizzativo del Premio.

Tra i premiati spicca anche il soprano Carmela Remigio che a Bergamo ha interpretato “Anna Bolena” di Donizetti.

L’elenco dei premiati e le motivazioni.

SPETTACOLO
The Bassarids di Hans Werner Henze
(Roma, Teatro dell’Opera)
Per la scelta inconsueta e coraggiosa di proporre in apertura di stagione, in prima nazionale nell’originale inglese, l’opera -una delle più significative riscritture novecentesche delle Baccanti di Euripide, densa di una inquietante molteplicità di richiami attuali – che in Italia era stata rappresentata solo nel 1968. Per la qualità complessiva dell’allestimento che si valeva della direzione di Stefan Soltesz, di grande chiarezza e intensità, di una compagnia di canto di alto livello e della regia di Mario Martone (scene di Sergio Tramonti, costumi, moderni, di Ursula Patzak), che raccontava l’orrore della vicenda con efficacia e sapiente forza allusiva.

DIRETTORE
Daniele Gatti
Per la bravura, il braccio impeccabile, il pensiero autentico, con cui ha concertato Falstaff di Verdi alla Scala, osando una lettura profonda e nuova, Pelléas et Mélisande al Maggio Musicale Fiorentino, decadente e romantico insieme, e in varie città italiane le Sinfonie di Beethoven, con la Mahler Chamber Orchestra, ricreate secondo prospettive originali, in laboratorio di sonorità.

REGIA
Guy Joosten
(Elektra di Richard Strauss – Bologna, Teatro Comunale)
Per la qualità e intensità dello scavo psicologico con cui il regista ha decifrato e riconsiderato le relazioni tra i personaggi, in particolare tra Elettra e Clitennestra. L’inedito, intrigante, rapporto di emulazione e ammirazione tra le protagoniste ha sviluppato un magistrale gioco comportamentale ricco di notazioni minime ma penetranti, in grado di rendere giustizia al sofisticato esercizio decadentistico e ai serpeggianti risvolti ironici di libretto e partitura; con un finale sconvolgente, di rivelatrice coerenza teatrale.

SCENE
Paul Steinberg
(CO2 di Giorgio Battistelli – Milano, Teatro alla Scala)
Per la risolutiva inquadratura scenica dello spettacolo, condivisa e influente sugli altri aspetti visivi, che pur operando attraverso una struttura quasi fissa che richiamava lo schermo di un tablet, ne utilizzava con coerente invenzione video-scenografica i dettagli grafici caratteristici o la ricreava moltiplicandone dimensioni e profondità: individuando per ogni scena, in dialogo serrato e continuo con la musica, una caratterizzazione spaziale e narrativa che agiva da drammaturgia aggiunta, talvolta autosufficiente.

COSTUMI
Anna Watkins
(Jenůfa di Leóš Janáček – Bologna, Teatro Comunale)
Opulenti nei tessuti e minuziosi nella fattura, i costumi, tradizionali e bellissimi del primo e terzo atto sottolineavano con forza l’idea registica: nella sua ingombrante rigidità, l’abito diveniva prigione, costringendo i personaggi a movenze da marionetta in un mondo fatalmente statico ove tutto sembra impedito. Contrastavano gli abiti miseri del secondo atto, attraverso i quali si estrinsecava la natura intima dei protagonisti che, nella sfera privata si rivelavano in un geniale gioco di contrapposizione alle apparenze esteriori.

NOVITÀ PER L’ITALIA
Aureliano Cattaneo, Insieme, Parole di settembre
Insieme (2015), commissione di Milano Musica e del Mdi Ensemble, e Parole di settembre (2012-13), proposto in apertura della Biennale Musica 2015, presentano sfaccettature diverse della musica di Aureliano Cattaneo (1974) e della sua originale ricerca sul suono. Nei tre libri di Parole di settembre, per controtenore, soprano, baritono e strumenti, le “parole” di Sanguineti offrono una grande varietà di stimoli che Cattaneo coglie e trasfigura con estrosa ironia, con raffinata e sapiente scrittura strumentale e con mobile scrittura vocale.

Alessandro Solbiati, Il suono giallo
Anche se non è la prima volta che il visionario Der Gelbe Klang di Kandinkij viene trasformato in un’opera, Il Suono Giallo di Alessandro Solbiati, concepito come una sorta di sinfonia scenica, ha colpito il pubblico del Comunale di Bologna per la finezza e la densità della scrittura musicale (curatissima nella direzione di Marco Angius), ricca di atmosfere, di umori contrastanti, di continue metamorfosi armoniche, per la concentrazione espressiva degli intermezzi, per il raffinato gioco di “madrigalismi” nelle parti vocali, reso ottimamente dalla prova dei due cori e dei cinque solisti.

SOLISTA
Beatrice Rana
Per aver dimostrato, attraverso l’esecuzione a solo o in orchestra, che l’arte del virtuosismo pianistico si basa sul dominio della tecnica e sulla ricerca stilistica anziché sulla demagogia del giovane interprete di genio; per aver caratterizzato la scena pianistica contemporanea con esecuzioni paradigmatiche di Bach, Beethoven, Schumann, Čajkovskij, Bartók, Prokof’ev; per la leggerezza e l’ostinato rigore che la contraddistinguono in un panorama altrimenti offuscato dal sensazionalismo.

GRUPPO DA CAMERA
Ensemble Zefiro
Per l’assidua attività di ricerca, divulgazione ed esecuzione della musica d’insieme per strumenti a fiato dei secoli XVII e XVIII, con particolare riferimento al barocco tedesco, al repertorio della Harmoniemusik e, in senso lato, a una civiltà del suono molteplice le cui sfumature sono sempre portatrici di senso; per l’ampiezza della gamma timbrica, l’eloquio del cantabile e la costante pregnanza delle scelte espressive che ne fanno da molti anni un punto di riferimento internazionale.

CANTANTI
Carmela Remigio
Artista di spicco nel panorama dell’attuale scena lirica, Carmela Remigio possiede tecnica, musicalità, convincente gioco scenico che le permettono di fornire prove di indubbio valore, sostenute dall’adeguata conoscenza dello stile di ogni partitura, come ha dimostrato alla Fenice di Venezia in Alceste di Gluck e al Donizetti di Bergamo in Anna Bolena, di cui ha cantato la versione integrale dell’edizione critica.

Nicola Alaimo
Baritono italiano che ha saputo, attraverso un fraseggio sincero ed equilibratissimo, offrire una interpretazione del protagonista nel Falstaff di Verdi (Teatro alla Scala) umanamente toccante, teatralmente equilibrata fra narcisistica ironia e irrefrenabile gioia di vivere, sempre nel segno di una sorvegliata disciplina vocale autenticamente verdiana.

INIZIATIVA
Ensemble L’arsenale (Treviso)
Fondato nel 2005 a Treviso da un gruppo di giovani guidati da Filippo Perocco, l’Ensemble L’arsenale ha scelto un tipo di suono molto particolare, sfruttando vari tipi di estensioni elettroniche degli strumenti. Con 120 commissioni all’attivo, con il sostegno della Fondazione Siemens, con un’attività internazionale consolidata (che li ha portati a suonare da New York a San Pietroburgo), organizzano ogni anno a Treviso una rassegna di musica contemporanea tra le più originali nel panorama italiano.

PREMIO “PIERO FARULLI”

Quartetto Maurice

Georgia Privitera,Laura Bertolino, violino

Francesco Vernero, viola

Aline Privitera, violoncello

PREMIO SPECIALE “GIANANDREA GAVAZZENI”, nel ventennale della morte
Corrado Rovaris
Per aver condotto felicemente in porto la sfida di far rivivere per la prima volta in età moderna Anna Bolena in edizione critica. L’intelligenza della lettura, giocata sul filo di dinamiche stringenti ma mai convulse e di ritmi capaci di sciogliersi in elegiache morbidezze, alla testa di una compagine orchestrale sostanzialmente filologica, ha illuminato di luce nuova il titolo d’autore inserendosi autorevolmente nella storia interpretativa donizettiana di cui Gianandrea Gavazzeni è stato maestro, con esiti storici proprio a partire dalla prima riscoperta moderna di Anna Bolena nel 1957.

PREMIO “FILIPPO SIEBANECK”
200.com (Como, Teatro Sociale)Per la qualità del progetto trasversale, aperto a tutta la città, che si è ritrovata per la terza stagione consecutiva – in crescente entusiasmo – a cantare le parti corali dei “Pagliacci” (dopo “Cavalleria rusticana” e “Carmina Burana”) affidate a centinaia di “dilettanti”, accuratamente preparati, in appositi laboratori, per dimostrare la bellezza l’accessibilità e il ruolo sociale dell’opera partecipata.

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