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Il protagonista

Nella notte più importante brilla Ruggeri: un figlio di Bergamo cresciuto con l’Atalanta

Nella partita più importante della storia della Dea, uno dei grandi protagonisti è chi il nerazzurro ce l'ha cucito sulla pelle dai tempi del settore giovanile: il suo gol capolavoro ha spianato la strada verso Dublino

Bergamo. C’è una città che sogna, incantata, di fronte all’ennesima impresa di un’Atalanta che non si pone più limiti nel rush finale di una stagione che è già materia da leggenda per il club nerazzurro.

La Dea, nell’arco delle prossime due settimane, si giocherà l’accesso alla prossima Champions League – tramite il campionato – ma soprattutto la possibilità di mettere le mani su due trofei: la Coppa Italia e l’Europa League.

Traguardi che soltanto fino a poco tempo fa sembravano chimere irraggiungibili e che invece attraverso il lavoro quotidiano costruito, meticolosamente e quotidianamente, tra le mura di Zingonia ha portato la Dea in una dimensione differente, catapultandola nel giro di pochi anni verso territori inesplorati: dall’orticello della salvezza ai piazzamenti in Europa, fino alla concreta possibilità di scendere in campo per giocarsi trofei e gloria. Un risultato eccezionale.

Zingonia, appunto, è la fabbrica dei sogni nerazzurri, dove si lavora per fare in modo che serate come quella contro il Marsiglia e quelle future contro Juventus e Bayer Leverkusen possano diventare una dolce abitudine. Se pensi a Zingonia, non puoi che pensare a chi su quei campi ha mosso i primi passi con il pallone tra i piedi e da ragazzo di belle speranze è cresciuto e poi maturaro, prima di ritagliarsi un posto al sole nell’Atalanta più bella di sempre.

Ogni riferimento a Matteo Ruggeri è puramente voluto. Bergamasco doc – l’unico presente in campo contro l’OM, e con una vita calcistica a forti tinte nerazzurre alle spalle – ha realizzato il gol del 2-0, quello che di fatto ha chiuso la partita, spianando la strada verso la finale. Una rete strepitosa, con il piede meno nobile, capace di tracciare una traiettoria imparabile all’incrocio dei pali. In altre parole, un capolavoro.

“Ruggeri ha fatto un gol straordinario, l’aveva già fatto a Lisbona, non posso dire che di destro è stata provata in allenamento… Centrare l’incrocio in quella condizione è stato straordinario. Ha avuto il coraggio di calciare. Gli dico sempre di calciare quando è dentro l’area, di provare col piede non migliore. Sono felicissimo per lui, è un ragazzo straordinario, cresciuto nell’Atalanta. Un premio per lui e per tutta la squadra”, ha dichiarato Gian Piero Gasperini in conferenza stampa.

In quel destro telecomandato, in effetti, è come se ci fossero stati racchiusi tutti i sogni e le speranze di una città intera che grazie a questa squadra sta vivendo un autentico sogno ad occhi ad aperti. E non potrebbe che essere altrimenti, perché l’Atalanta e la sua gente è come se fossero una cosa sola.

E Ruggeri, in tal senso, è l’esatta personificazione di questo binomio indissolubile. Bergamo è sacrificio, è voglia di crederci sempre e comunque. Bergamo è desiderio di spostare l’asticella sempre più in alto ma tenendo sempre i piedi piantati per terra. Esattamente i valori che contraddistinguono l’Atalanta di Gian Piero Gasperini. Matteo Ruggeri è semplicemente figlio di tutto questo e giustamente, nella serata più importanta della storia atalantina, non poteva mancare la sua firma.

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