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Economia

Italcementi, i sindacati: “Intervenga la politica” Flash mob a Palafrizzoni

Mercoledì 21 dalle 12.30 alle 14.30 Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Fenealuil organizzano un flash mob davanti a Palazzo Frizzoni a Bergamo e un'assemblea pubblica in calendario per venerdì 23 ottobre alle 17 al cinema teatro del Borgo.

"E i sindacati che minacciano…" canterebbe Paolo Conte. Ma misure drastiche per ora non ce ne sono. Per ora c’è in calendario un flash mob all’ora di pranzo davanti a Palazzo Frizzoni per mercoledì 21 ottobre dalle 12,30 alle 14,30 e un’assemblea pubblica al cinema teatro del Borgo alle 17 di venerdì 23 ottobre.

La parola sciopero è in forse.

Anzi lontana. Le tre sigle sindacali Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal-Uil sono morbide e caute.

“Manca un piano industriale che ci permetta di capire quale futuro riserva Italcementi a Bergamo” affermano quasi in coro Danilo Mazzola, segretario generale di Filca Cisl Bergamo, Luciana Fratus della Fillea Cgil e Giuseppe Mancin, di Feneal Uil.

“Nessuno della proprietà Italcementi ci ha comunicato le intenzioni del gruppo e quale futuro indendono per Bergamo” afferma Mazzola che si dimostra preoccupato per quei 1.080 lavoratori per i quali Italcementi ha ipotizzato la cassa integrazione.

“La paura è che di quei 1.080 ben 670 si tramutino in esuberi per i dipendenti della sede di Bergamo” taglia corto. E quindi si chiede l’intervento della politica, perché solamente con l’interessamento della politica locale e dei parlamentari bergamaschi si potrà chiedere conto del futuro di Italcementi a Bergamo. Sul tavolo ci sono cifre che indicano posti di lavoro, famiglie, indotto sul territorio.

I dipendenti Italcementi nella sede di via Camozzi sono 467, ai quali si aggiungono i 203 del laboratorio, i trenta della Calcestruzzi e i 150 di Calusco.

A questi vanno aggiunti i 150 dirigenti. Che la situazione non sia chiara e difficile da sbrogliare lo si capisce anche dalle richieste dei sindacati, che non avendo nessuna risposta dall’attuale proprietà, intestano l’elenco delle domande a Heidelberg Cement. Ovvero siamo già al futuro prossimo.

“Sì, vorremmo che Heidelberg si presentasse al Ministero dello sviluppo economico con un piano industriale che faccia luce sul futuro dei 2.700 lavoratori Italcementi in Italia, di cui oltre 700 a Bergamo” spiega Luciana Fratus della Fillea Cgil.

Ma a tracciare il difficile percorso che si trovano davanti i sindacati è Giuseppe Mancin della Feneal Uil: “Si deve capire perché l’azienda ha deciso di scorporare in due la cassa integrazione, se l’antitrust si pronuncerà in tempo prima del passaggio – conclude Mancin – si possono anche usare metodi di lotta, ma fino a che non è chiara la situazione, certe azioni possono essere anche negative per i lavoratori”.

Non resta che attendere il prossimo passaggio. Intanto la preoccupazione dei dipendenti Italcementi non accenna a calmarsi.

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