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La sentenza

Foppolo, investì volontariamente un cucciolo di doberman uccidendolo: condannato a 8 mesi

L'imputato è un 78enne residente in paese, che ha dichiarato di non essersi accorto di nulla. Il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione

Foppolo. È stato condannato a 8 mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione, per aver investito e ucciso un cucciolo di doberman e per aver tentato di travolgere il suo padrone. Il giudice Roberto Palermo ha disposto anche che l’imputato, un 78enne residente a Foppolo, verso alla parte civile una provvisionale da 3mila euro.

I fatti risalgono al 4 febbraio 2018, ma la versione dell’anziano e quella del padrone dell’animale, un 39enne di Inzago, non coincidono.

Quella sera nevicava. Intorno alle 18 il milanese stava caricando in macchina i bagagli dopo aver trascorso un fine settimana sulle piste di Foppolo insieme agli amici quando il cane, Eva, 4 mesi, è sfuggito al suo controllo e ha attraversato la strada. Nel frattempo sopraggiungeva il 77enne a bordo della sua Daihatsu Terios e il 39enne ha battuto una mano sul cofano per avvertire l’automobilista di prestare attenzione al suo cucciolo.

Secondo quanto ha raccontato il 39enne, l’anziano è sceso dall’auto arrabbiato, ha lanciato improperi e poi è ripartito, puntando in direzione dell’uomo e del cane. Lui è riuscito a scansarsi, il cucciolo non ce l’ha fatta ed è stato travolto, morendo sul colpo.

Il pensionato, ex operaio e maestro di sci, durante la sua deposizione in aula venerdì 5 aprile, ha detto di non essersi accorto di nulla: “Stavo tornando a casa, andavo piano perché nevicava, quando ho visto un cane che attraversava la strada. Mi sono fermato, un signore ha appoggiato la mano sul cofano per avvisarmi di fare attenzione. Io mi sono innervosito perché avevano creato pericolo. Gli ho detto di tenere al guinzaglio il suo cacchio di cane. Poi sono risalito in macchina, sono ripartito, ho fatto la curva e sono arrivato a casa mia. Mezz’ora dopo i carabinieri hanno suonato il campanello. Hanno detto che avevo ucciso un cane e che il padrone e alcuni testimoni dicevano che lo avevo fatto apposta. Io non me ne sono proprio reso conto. Poi hanno controllato la macchina ma non hanno trovato nessun segno e nemmeno del sangue”.

Nemmeno il consulente dell’assicurazione ha trovato ammaccature, tracce ematiche o peli sulla carrozzeria, né tantomeno sull’asfalto, come ha dichiarato in aula.

Per il pubblico ministero il quadro probatorio è chiaro: “La ricostruzione dei fatti fornita dalla parte civile e dai testimoni coincide. Dicono tutti che l’imputato ha accelerato e ha fatto una manovra a S proprio con l’intenzione di investire cane e padrone. La responsabilità penale è provata, quindi chiedo la condanna a 1 anno di reclusione”.

Il difensore ha chiesto l’assoluzione: “Il doberman era sì un cucciolo, ma pesava 20 chili, quindi avrebbe dovuto quantomeno lasciare tracce sulla carrozzeria. Le testimonianze vengono fornite da persone che non erano presenti al momento del fatto. Inoltre il mio assistito si è offerto di risarcire il danno, e così anche l’assicurazione, ma la parte civile non ha accettato. Non ci sono elementi oggettivi per una condanna”.

Il giudice ha ritenuto valida la versione fornita dal padrone di Eva, ed ha emesso la sentenza di condanna.

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