• Abbonati
Omicidio di martinengo

Uccise il marito a coltellate, la difesa: “Approfondire la posizione dell’ospedale e di chi l’ha dimessa”

Caryl Menghetti dichiarata "capace di stare in giudizio", ma servono approfondimenti sulla capacità di intendere e volere al momento del fatto. Il processo rinviato al 12 luglio

Il Tribunale di Bergamo ha dichiarato “capace di stare in giudizio” Caryl Menghetti, accusata di avere ucciso a coltellate il marito Diego Rota lo scorso 26 gennaio a Martinengo. Parliamo della condizione necessaria per essere sottoposta alle varie fasi di un processo penale. “Questo, però, non significa che fosse in grado di intendere e volere al momento dell’omicidio”, puntualizza subito il suo avvocato, Danilo Buongiorno.

Per rispondere a questo secondo quesito, la difesa ha incaricato lo psichiatra Marco Garbarini (lo stesso del caso Alessia Piffari). Insieme al perito del gip farà visita alla donna in carcere a Torino. Entrambi dovranno depositare gli esiti della consulenza entro fine giugno, mentre il processo è stato rinviato al 12 luglio.

Caryl Menghetti “è confusa, non pienamente lucida”, dice l’avvocato Buongiorno a proposito della sua assistita. Lunedì mattina (29 aprile) è stata accompagnata dalla polizia penitenziaria e dai genitori in tribunale per l’incidente probatorio. “È sotto farmaci, pensa ancora di poter tornare a casa e chiede continuamente di sua figlia“, cinque anni, ora affidata ai genitori materni. “Il marito? No, non ne parla – risponde il legale -. Con me, personalmente, non ne ha mai parlato”.

La mattina del 25 gennaio era stato lui ad accompagnarla in ospedale a Treviglio. La 46enne aveva manifestato intenti violenti verso il coniuge, ma dopo la visita in Psichiatria era stata dimessa con una terapia farmacologica, con la semplice indicazione di rivolgersi al medico di base. Nemmeno ventiquattrore dopo Rota, falegname di 56 anni, è stato ucciso con 26 coltellate nella sua camera da letto.

Nel passato della loro storia, non sembrano addensarsi grosse ombre: nessuna traccia di maltrattamenti o violenze. Ragione che ha spinto gli investigatori a pensare che ad armare la mano della moglie non sia stato altro che il suo disagio psichico, fatto di allucinazioni, pensieri ossessivi e bizzarre convinzioni rivolte verso il marito, considerato un pericolo per la loro figlia.

La difesa anticipa di volersi muovere anche in questo senso. “La posizione dell’ospedale va approfondita, come il comportamento dei medici che l’hanno dimessa poche ore prima che si consumasse il delitto – conclude l’avvocato Buongiorno -. Questo aspetto sarà senza dubbio oggetto di valutazione da parte nostra, anche se allo stato non abbiamo ancora avuto copia dei documenti”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
leggi anche
omicidio martinengo
A martinengo
Ha ucciso il marito a coltellate, Caryl Menghetti dall’ospedale al carcere: “Mi manca mia figlia”
Generico gennaio 2024
La ricostruzione
Caryl Menghetti: il disagio psichico, le coltellate al marito e la videochiamata alla sorella dopo averlo ucciso
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI