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Un 2023 da record

L’anno d’oro del tennis italiano: dai colpi di Sinner al trionfo in Coppa Davis

Riviviamo un 2023 che può essere rampa di lancio del movimento nazionale, con nuovi prospetti, vecchie conferme e l’altoatesino protagonista assoluto: tutto è partito con la vittoria di Bergamo nel 2019

È stato un 2023 da incorniciare per il movimento tennistico italiano, tornato finalmente alla ribalta del panorama internazionale, dopo anni passati in sordina. La FITP può finalmente vantare un organico di tutto rispetto, in grado di collezionare successi sia di squadra, come la conquista della Coppa Davis, che in singolo, con Sinner destinato a rimanere nell’olimpo dei grandi di questo sport.

L’uomo copertina: Jannik Sinner

La recensione finale di quest’anno non poteva che partire dal suo voltoo per eccellenza: il ventiduenne altoatesino sta sempre di più bruciando le tappe, tanto da arrivare alla fine dell’anno consolidando la quarta posizione nel ranking ATP. Il suo percorso vincente è partito nel 2019 proprio in quel di Bergamo, quando a soli 17 anni conquista il suo primo titolo negli Internazionali, fino ad arrivare alle prime pagine di tutto il mondo nel 2023.

Sinner apre l’anno nelle grandi competizioni con la partecipazione all’Australian Open, nel quale si arrende agli ottavi contro Tsitsipas offrendo comunque un gioco convincente. Non perde tempo e a febbraio conquista il primo titolo della stagione vincendo a Montpellier l’ATP 250 contro Cressy; nello stesso mese arriva in finale a Rotterdam, per poi aprire un marzo tutto americano con la semifinale ad Indian Wells persa con Alcaraz e la finale di Miami che vede trionfare Medvedev, dopo aver ottenuto la rivincita sul giovane fenomeno spagnolo.

Periodo no che arriva nel mese di maggio con la cocente delusione al Masters 1000 di casa a Roma, agli ottavi contro Cherundolo, e la clamorosa debacle al Roland Garros, uscendo al secondo turno contro il meno quotato Altmaier. Il classe 2001 dimostra tutta la sua tenacia e si riprende nel successivo Slam a Wimbledon arrivando sino alla semifinale, fermandosi solo contro Djokovic.

Ascesa che continua con la vittoria nel 1000 in Canada, sconfiggendo 6-4, 6-1 De Minaur; esce agli ottavi negli US Open contro Zverev, tartassato dai problemi fisici che supera grazie alla conquista del China Open battendo uno dei suoi talloni d’Achille: Medvedev, nello stesso mese in cui conquista l’accesso alle Finals di Torino.

Vittoria a Vienna sempre contro il russo e capitolo Finals: supera il girone nettamente, grazie anche al tifo di casa, battendo nientemeno che Tsitsipas, Djokovic e Rune; raggiunge la finale battendo l’ormai vittima sacrificale Medvedev (6-3, 6-7, 6-1), ma si deve arrendere all’immensità di Nole Djokovic, che lo regola con un doppio 6-3, 6-3, rimanendo comunque l’idolo delle folle per il percorso fatto.

Ora davanti al numero 4 al mondo si prospetta un 2024 sicuramente ricco di pressioni, ma anche obiettivi ambiziosi e record da disintegrare.

Lorenzo Musetti: sulle orme dell’enfant prodige

Ha continuato il suo percorso di crescita il classe 2002 nativo di Carrara, culminato il 26 giugno con la conquista della quindicesima posizione nel ranking ATP.

Lorenzo, che ha partecipato nel 2020 al torneo di Bergamo poi sospeso per Covid, negli Slam eguaglia il piazzamento del 2021 nel Roland Garros, raggiungendo gli ottavi di finale. Nessun trionfo in singolare ma tanti buoni piazzamenti come gli ottavi e i quarti nei masters 1000 rispettivamente di Roma e Monte Carlo (battendo al terzo turno Djokovic), la semifinale nel 500 a Barcellona persa contro Tsitsipas, i quarti nel Queens e ad Amburgo e le semifinali nei 250 di Bastad e Chengdu

Il suo bilancio annuale recita 32 vittorie e 29 sconfitte, consolidandosi nel tennis che conta; ora occupa la ventisettesima casella della graduatoria.

Il terzo italiano in top 50

Un altro italiano chiude nei primi 50 del mondo del ranking: annhe Matteo Arnaldi nel 2023 si mette in mostra nel tennis che conta.

Il coetaneo di Sinner, sanremese, entra in top 100 nel mese di maggio e continua la sua scalata fino a classificarsi al numero 41 ad ottobre, anche grazie agli ottavi sul cemento degli US Open, il terzo turno per due volte nei 1000, uno a Madrid (dove sconfigge Ruud) e uno a Shanghai, la semifinale ad Umago e la conquista di 3 Challenger: a Tenerife, Murcia ed Heilbronner.

Campioni in difficoltà, ma anche nuove speranze

Non manca ovviamente chi ha vissuto annate decisamente migliori. Questo è il caso di Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini, rispettivamente semifinalista e vincitore nel Challenger di Bergamo del 2018.

Il primo ha fatto fatica ad esprimere il suo miglior tennis, anche se è riuscito comunque a rimanere in top 50 (ora numero 46) e a togliersi qualche piccola soddisfazione come un ottavo al Roland Garros, un altro a Miami, una vittoria a Dubai sul numero 9 Auger-Aliassime e il premio come ‘Sportivo Piemontese 2023’.

Il secondo, falcidiato dagli infortuni, è sprofondato fino all’attuale novantaduesima posizione, raggiungendo solo un ottavo a Wimbledon, un quarto di finale ad Acapulco e perdendo lo scettro che per due anni consecutivi lo aveva visto trionfare nel Queens, senza nemmeno partecipare; sembra comunque determinato a riprendersi ciò che gli spetta, ricordando quella fantastica finale di Wimbledon nel 2021 persa contro Djokovic.

È stato anche l’anno che ha portato a nuove scoperte, come quelle di Flavio Cobolli, classe 2002 e numero 101 ATP, e Luca Nardi, ventenne centodiciottesimo al mondo. Entrambi hanno partecipato alla rassegna delle Next Gen ATP Finals, conquistato almeno un Challenger in stagione (Flavio a Lisbona, mentre Luca a Porto e Matsuyama) e sono pronti per apparire nelle competizioni più importanti.

Il trionfo di una nazione intera: la Coppa Davis

Dulcis in fundo, impossibile dimenticare la gioia più grande di questo 2023 dello sport italiano.

La formazione vincente è composta dal protagonista assoluto Sinner, Musetti, Arnaldi, Sonego e il doppista Simone Bolelli. Gli azzurri capitanati da Filippo Volandri superano il girone, disputato in patria, grazie alle vittorie su Cile (3-0) e Svezia (2-1), nonostante la disfatta sonora per tre a zero contro Canada e approdano alle finali di Malaga come seconda squadra favorita, dietro solo alla Serbia di un certo Nole Djokovic.

Nei quarti affronta l’outsider Olanda e la sconfigge 2 a 1, rimontando lo svantaggio iniziale; arriva in semifinale e di fronte si trova nientemeno che i serbi, i quali nel frattempo hanno liquidato in due match la Gran Bretagna; una finale anticipata.

Il primo match vede Kecmanovic trionfare su Musetti in 3 set (6-7, 6-2, 6-1). La nazionale balcanica è in vantaggio e ora si appresta a schierare il pezzo da novanta e così fa anche l’Italia: è Djokovic contro Sinner, il match dei match, pronto ad entrare indissolubilmente nella storia del tennis mondiale e dello sport italiano.

Jannik parte forte, è in gran forma e lo dimostra da subito chiudendo il primo set sul 6 a 2. Nole non si scompone e con la sua forza ed esperienza risponde a sua volta con un risultato fotocopia del primo, ma stavolta a suo favore. Nel terzo set l’altoatesino tiene botta, se non fosse che il serbo non sbaglia praticamente nulla, fino ad arrivare al fatidico match point. Lì l’italiano compie l’impresa: ne annulla tre consecutivi, rimonta e sconfigge una leggenda del tennis, portando la sua nazionale al punto decisivo nel doppio, conquistandolo agilmente insieme a Sonego (6-3, 6-2); l’Italia è in finale.

Il 26 novembre 2023 sul cemento di Malaga, dopo 47 anni dall’ultima volta, la nazionale italiana è campione battendo l’Australia per due a zero, grazie ad Arnaldi e Sinner, senza nemmeno bisogno dello scontro nel doppio.

Il tennis italiano torna finalmente alla ribalta dopo il lontanissimo trionfo di Panatta e compagni del 1976, chiudendo un 2023 con i fiocchi e candidandosi come protagonista per i prossimi anni, grazie ad un gruppo giovane e forte ed un movimento sempre più sviluppato.

 

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