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Sindaco di bergamo

Musitelli (Azione): “Terzo Polo col centrosinistra. Mai con Fratelli d’Italia, ma se arrivasse Saffioti….”

Il voto del centro fa gola a tutti: il 12% delle preferenze prese in città alle Regionali rappresenta l'ago della bilancia per la sfida a Palazzo Frizzoni. Il prossimo segretario di Azione: "Ribadisco che, in prima battuta, correremo con un candidato nostro". E si fanno ancora i nomi di Moltrasio, Fusi e Berta

Bergamo. Adriano Musitelli è uno che non ci gira tanto intorno. Forte della sua esperienza politica e dei ruoli ricoperti sia da una parte che dall’altra (emblematici quelli di direttore generale in Comune a Bergamo prima con Veneziani e poi con Bruni), l’ex Forza Italia, con un trascorso anche a fianco di Letizia Moratti, e attuale referente di Azione, prossimo alla nomina di segretario provinciale nel congresso di metà novembre, ha le idee chiare sul ruolo che Azione, il suo partito, e più in generale il Terzo Polo avranno all’interno della partita delle amministrative 2024.

Il capoluogo fa gola a molti, e la sua stessa coalizione non lo disdegna al punto tale da non nascondere la volontà di giocare un ruolo da protagonista. Provare a vincere, ecco. Fatto salvo che, anche se non andasse così, la portata e la valenza dei voti incassati da Azione e da Italia Viva rappresentano certamente l’ago della bilancia nella prossima tornata elettorale. D’altro canto è difficile immaginare uno scenario in cui centrodestra e centrosinistra vincano con le loro sole forze, come del resto ha ricordato anche lo stesso sindaco Gori in occasione del congresso provinciale del Pd, immaginando che pur con un partito in completa salute e nel massimo della forma, sarebbe numericamente impossibile spuntarla in prima battuta. Una situazione non tanto lontana da quella dell’attuale minoranza di Palazzo Frizzoni che fa del voto del civismo la leva sulla quale costruire l’intera partita elettorale. Ecco perché l’alveo dei voti dei partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che pur sembrano amarsi davvero poco sui banchi di Roma, è praticamente diventato l’oggetto del desiderio.

E se, appunto, a livello nazionale, i destini dei due big hanno preso strade diverse, lo stesso non si può dire a livello provinciale, come racconta lo stesso Musitelli: “Un po’ non si sopportano – racconta -, ma un po’ è anche politica, di quella forte. Ma c’è di certo che non è mai passato per la testa a nessuno dei due di venirci a dire di non correre uniti in provincia. Tra di noi i rapporti sono ottimi, tanto che lo schema che porteremo avanti per il capoluogo sarà il medesimo per la Provincia, qualora passasse la legge per farla diventare un’elezione di primo livello, e per i 150 comuni che andranno al voto”. E sulla città, ribadisce la volontà raccontata durante la conferenza stampa di inizio agosto in cui il Terzo Polo avrebbe lanciato un candidato suo: “La linea è questa e stiamo continuando a lavorare in questa direzione. Ma per noi, diversamente dal centrosinistra e dal centrodestra, non c’è una fretta particolare. Certo, non arriveremo mai sotto data. Piuttosto tireremo la riga verso la fine dell’anno”.

E i nomi che si fanno sono pressoché quelli raccontati fino ad ora, con Andrea Moltrasio ancora corteggiato ma reticente (fatto salvo per una chiamata alle armi fatta dall’alto, come del resto fu per le Politiche), Enrico Fusi, l’ex assessore alla Cultura e anche per Giorgio Berta, commercialista e presidente della Fondazione Donizetti, che tanto piacerebbe agli iscritti di Azione perché capace di incarnare in pieno lo spirito del civismo. Un nome spendibilissimo per la città che lo stesso Musitelli avrebbe incontrato a inizio settembre, incassando un “ni” per lo sfavore dei tempi, considerati prematuri dallo stesso protagonista.

L’area del centro ha il suo perché in città, forte del 18% preso alle Politiche di settembre 2022 e il 12% alle Regionali dove, forse, quest’ultimo risultato era stato viziato anche dal matrimonio, durato il tempo di una luna di miele, con la stessa Moratti, il cui passaggio in Forza Italia genera anche imbarazzo tra gli iscritti di Musitelli che resteranno separati in casa ancora per poco, destinati a cambiare parrocchia in virtù della nuova tessera presa. E se il Terzo Polo, per natura, sembrerebbe più vicino al pensiero del centrosinistra, che a Bergamo ha goduto dell’appoggio e dunque dell’alleanza grazie alla presenza di Niccolò Carretta, ora si guarda attorno incuriosito rispetto ai movimenti del centrodestra: “Elena Carnevali è una persona molto seria e preparata. Personalmente, poi, la conosco da sempre. E la stimo molto, come donna e come politico. Del resto, però, se dall’altra parte ci fosse Carlo Saffioti, io personalmente sarei veramente in difficoltà. Perché Carlo, oltre che essere un amico, è une persona molto vicina al modo di sentire di Azione. Rappresenta l’elettorato del centro e per sua natura, per i suoi interessi, è espressione del voto strutturato, del mondo medico e della sanità. Ma non solo. Anche di quello dell’associazionismo, dell’area vicina anche a Comunione e Liberazione oltre che, ad esempio, a quello del volontariato inteso in senso più ampio. La troverei una sfida veramente avvincente quella tra Elena e Carlo, perché sarebbero competitor capaci di pescare voti nello stesso elettorato. Due figure simili per vocazione e sovrapponibili. Con una sfida, quindi, all’ultimo voto. Diversamente, se il candidato del centrodestra fosse espressione di Fratelli d’Italia, anche un civico, non avrei nessun tentennamento (ride, ndr). Di destra, del resto, i miei non ne vogliono proprio sentire”.

Azione sta alla finestra a guardare, in attesa di capire anche le mosse di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Nel frattempo ci si concentra sui temi, sui grandi argomenti che accompagnano Bergamo, dalla mobilità all’università, passando per l’aeroporto, fino ad arrivare al testo del nuovo Pgt che è stato votato solo la scorsa settimana in Consiglio Comunale”.

E proprio su questo, Musitelli ha parecchio da dire: “L’urbanistica è la mia materia, e l’analisi che mi sento di fare è che il documento ha una matrice marcatamente ideologica. Il che rende alcune parti difficilmente realizzabili o comunque non adattabili al tessuto della nostra città. Se penso ad esempio all’ampliamento del Parco dei Colli penso ad una situazione non sostenibile, così come alle politiche legate al mondo della casa che altro non faranno che rimpinguare, probabilmente, le casse dell’amministrazione ma che difficilmente, per una questione legata alla vocazione degli stessi imprenditori bergamaschi, porteranno al beneficio sotteso alla scelta.

Molto andrà fatto anche in termini di mobilità. Bisogna creare più parcheggi d’interscambio e incentivare il trasporto pubblico locale. Trovo insufficiente quando l’amministrazione parla delle possibilità fornite da Porta Sud. Quella è solo una delle soluzioni, ma ristretta, perché appartiene ad un’area specifica della città. E non basta.

Come del resto il tema dell‘aeroporto, peraltro non ottemperato nel Pgt. Non è possibile immaginare uno sviluppo ulteriore di quella realtà che vive a ridosso del centro urbano. Ma di contro bisognerebbe lavorare per cercare di rimanere al passo con i tempi favorendo condizioni di vita meno impattanti per i cittadini. Già ai tempi di Bruni infatti si era pensato ad una spartizione, ad un sodalizio con quello di Brescia per cercare di spartirsi il carico dei voli. Poi non se ne fece più nulla. E non credo nemmeno sia così logico unirsi in matrimonio con una sola compagnia e ragionare su logiche di sviluppo derivanti solo da quella unione, soprattutto perché un domani le condizioni di collaborazione esclusive potrebbero venir meno”.

 

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