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Sanità

Ponte San Pietro: l’ospedale e la casa di comunità saranno pronti per la fine dell’estate 2024

Il nuovo presidio territoriale avrà sede nell’edificio dell’ex Inam, che verrà completamente risistemato grazie a un investimento del Pnrr da quasi 7 milioni di euro

Ponte San Pietro. Quasi tutto pronto per l’inizio dei lavori di realizzazione dell’ospedale e della casa di comunità di Ponte San Pietro, che avranno sede nell’edificio dell’ex Inam (di proprietà dell’Asst Bergamo Ovest), rimasto chiuso per 13 anni. Il progetto, il cui valore sfiora i 7 milioni di euro, sarà finanziato con i fondi del Pnrr.

L’ospedale di comunità svolgerà la funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri e di favorire le dimissioni protette in luoghi più idonei a determinati bisogni sanitari, relativi alla stabilizzazione e al recupero dei pazienti.

Entusiasta il sindaco di Ponte San Pietro Matteo Macoli: “Una giornata che la nostra comunità, l’intera Isola Bergamasca e Valle San Martino attendeva da 13 anni, perché alla fine del 2010 la notizia della chiusura del poliambulatorio Inam gettò tutta la popolazione della zona nello sconforto. Una ferita aperta fino a oggi, ma che con questo progetto inizia ad essere curata, guardando al futuro con una nuova prospettiva per l’assistenza sociosanitaria sul territorio”.

“È stato un iter piuttosto lungo e tribolato, ma ce l’abbiamo fatta – ha commentato soddisfatto il direttore dell’Asst Bergamo Ovest Peter Assembergs –. Tempo fa, quando abbiamo sentito parlare del Pnrr, che dà alle aziende del sistema sanitario l’occasione di usare fondi su edifici in disuso, ci siamo messi a pensare a che cosa potevamo farne di questa palazzina, che essendo grande può offrire molti servizi. Ora tutto è in movimento, e questo nuovo presidio territoriale opererà in forte integrazione con gli altri servizi sanitari: distretto, pronto soccorso, servizi sociali e di assistenza specialistica ambulatoriale”.

 

Generico settembre 2023

 

Ora, finalmente, il cantiere è in fase di avviamento, ma c’è ancora un ultimo problema da risolvere: quello dell’amianto. L’immobile venne costruito in tempi in cui le regole costruttive non prevedevano particolari attenzioni sanitarie, quindi ai primi di ottobre verrà effettuato un intervento di bonifica. “La quantità di amianto che abbiamo rilevato è molto importante – ha spiegato l’architetto Massimiliano Baruffi – e riguarda soprattutto le tubazioni del secondo interrato e del piano rialzato, i collanti e i rivestimenti dei pavimenti in linoleum (risalenti al 1964). Dopo la bonifica a opera di una ditta specializzata, la Spinosa Spa, ditta che si è aggiudicata l’appalto, potrà iniziare i lavori di rifacimento dell’intero edificio”.

Il fabbricato, infatti, sarà oggetto di efficientamento energetico (verrà interamente cappottato per mantenere al meglio il calore), sismico (con la creazione di rinforzi strutturali specifici) e antincendio. La nuova impiantistica, inoltre, comprenderà 60 pannelli in copertura (di cui 46 fotovoltaici e 14 solari e termici), e adeguerà al meglio il comparto elettrico e la meccanica di ventilazione, per terminare con rivestimenti, serramenti e pavimenti nuovi. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2024.

 

Generico settembre 2023

 

L’edificio, che ospiterà al suo interno sia l’ospedale che la casa di comunità, conta 5 piani: un interrato in cui verranno adibiti i locali tecnici (ambulatori di medicina generale e continuità assistenziale, entrambi aperti al pubblico 24 ore su 24 ), un seminterrato (destinato per metà ai locali tecnici e per metà al pubblico), uno rialzato (adibito per la casa di comunità, e dove saranno presenti gli infermieri di famiglia) e gli ultimi due piani, destinati all’ospedale di comunità, con 20 posti letto (4 stanze doppie e 2 singole al primo piano e 5 stanze doppie al secondo piano). Alcuni degli infermieri che lavoreranno nell’ospedale sono già stati assunti, ma l’organico in questione verrà ampliato con un bando. Saranno presenti anche 6 operatori sociosanitari e un medico, che sarà in servizio per un massimo di 6 ore a settimana.

“L’utenza che troverà posto qui – ha spiegato il direttore sociosanitario Andrea Ghedi – sarà diversa da quella ospedaliera: qui verranno ricoverati quei pazienti che sono in dimissione ospedaliera ma che non possono tornare al loro domicilio perché dev’essere riadattato, o coloro che attendono un posto nelle case di riposo o che hanno un parente che dev’essere ancora formato alla cura domiciliare del parente, solitamente anziano. Prevediamo, però, anche ricoveri di sollievo per attutire il peso delle cure alle famiglie e offrendo loro un supporto sociale, ospitando il familiare ammalato per un massimo di 10 giorni.

I servizi della casa di comunità sono attualmente erogati nell’edificio in via Caironi – ha proseguito Ghedi – mentre gli ambulatori specialistici per ora sono a Brembate e a Calusco d’Adda, ma verranno adibiti anche qui. Ci tengo a sottolineare che attualmente è in potenziamento la nostra offerta ambulatoriale su questi due presidi già esistenti”.

“Un grande ringraziamento va a Peter Assembergs, che ha iniziato a lavorare a quest’idea ancor prima di avere la certezza di una copertura economica, e quando i fondi sono arrivati il progetto era già ben avviato –  ha commentato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche Claudia Maria Terzi–. Sono certa che questo progetto eleverà il livello delle prestazioni sanitarie offerto ai cittadini, andando incontro ai loro bisogni”.

La struttura sarà intitolata al ricordo del dottor Fausto Alborghetti, che è una figura molto conosciuta e apprezzata nel territorio e che ha operato a Ponte San Pietro per molti anni.

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