Bergamo. Forse si è fatto attendere qualche giornata di troppo, ma alla fine il vero Ademola Lookman è tornato. Non che ci fossero particolari dubbi che il nigeriano fosse in grado di portare ancora in campo il suo miglior contributo, ma dopo le prime giornate e con l’infortunio di Scamacca a togliere un’opzione essenziale all’attacco, ritrovare la versione top dell’ex Lipsia, Everton e Fulham era a dir poco fondamentale per l’Atalanta.
Punto di svolta? Il gol del Franchi. Storia della vita di ogni attaccante, sostanzialmente. Dopo un primo tempo fatto di tanto egoismo e giocate a testa bassa alla ricerca della rete che lo sbloccasse, il tocco vincente che era valso il provvisorio 2-2 sul campo della Fiorentina è stato come una sorta di liberazione: l’aveva già vissuta in nazionale, segnando nel match della Nigeria contro Sao Tomé (dove fu premiato anche migliore in campo).
Sia contro il Rakow, che nella sfida contro il Cagliari, in campo è sceso già da primo minuto un Lookman diverso soprattutto sotto l’aspetto mentale: più libero, più in fiducia, soprattutto dando l’apparenza di essere più tranquillo.
Restando alla sfida coi sardi: quattro dribbling riusciti su quattro, la ricerca costante della giocata risolutoria, la traversa sotto la Nord che ancora trema. Il quasi assist per De Ketelaere, “annullato” soltanto da un fuorigioco non proprio pachidermico per usare un eufemismo. E poi, alla fine, il favore restituito dal belga per l’1-0. Ci ha creduto Ademola, è andato sul pallone, ha seguito l’azione in profondità, come sempre, nella scorsa stagione e non solo.
Due gol proprio nelle due partite di Serie A nelle quali la Dea si è ritrovata prima con Scamacca a mezzo servizio e poi proprio senza colui a cui si chiede il maggior numero di reti quest’anno. Insomma, nel momento più importante il classe 1997 ha fatto un passo avanti quando più ce n’è stato bisogno, dimostrandosi per l’ennesima volta un elemento fondamentale per questa squadra.
Forse ‘oscurato’ dai nuovi acquisti in termini di visibilità, ma non certo nelle gerarchie di Gasperini: il mister si era affidato a lui anche con Sassuolo e Frosinone, salvo toglierlo dopo 62 e 45 minuti. Due prestazioni non soddisfacenti, seguite non a caso da una panchina contro il Monza. Poi, dopo la pausa, di nuovo in campo. Per dimostrare ancora una volta che le sorti di questa stagione passano ancora, inevitabilmente, anche dai suoi gol. “Sta bene” dice il mister. Ora che si è sbloccato, sì, Mola sta davvero bene.
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