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Il confronto

Calderoni: “Carnesecchi titolare, perché no? Ma Musso è tra i top in Serie A”

L’intervista all’ex portiere nerazzurro, a Bergamo dal 2001 al 2007: “Juan forse paga le aspettative dovute al prezzo, ma era giusto prenderlo. Di Marco mi piace di più lo stile”

Il dualismo tra Juan Musso e Marco Carnesecchi di fatto finora non è mai esistito, visto che i due non hanno mai vestito la maglia nerazzurra in contemporanea. Probabilmente si presenterà in maniera ufficiale a partire dall’estate, ma già ad oggi è più che attuale, specialmente considerando che sabato (1 aprile) alle 15 si troveranno faccia a faccia allo Zini in Cremonese-Atalanta.

L’argentino difenderà i pali nerazzurri, l’italiano quelli grigioneri: dopo l’infortunio estivo che ha fatto saltare il trasferimento alla Lazio, il classe 2001 ha scelto il prestito di un altro anno nello stesso ambiente in cui nella scorsa stagione ha ottenuto una straordinaria promozione. Ha soffiato il posto a Radu, si è guadagnato la Nazionale. E ora sogna il salto di qualità.

Di questa sfida nella sfida abbiamo parlato con Alex Calderoni, che la porta della Dea l’ha difesa per 6 anni, dal 2001 al 2007, nelle ultime due stagioni e mezzo da titolare inamovibile e protagonista nella promozione del 2006 e nella salvezza l’anno successivo.

Il tema portiere quest’anno a Bergamo è di grande attualità. Che idea si è fatto di Musso?

“Io non so cosa sia successo con Gollini, ma dopo una qualificazione in Champions e un grande percorso non ho capito perché un giocatore che stesse facendo così bene sia stato venduto. Sicuramente qualcosa c’è stato, che fosse in spogliatoio o extra-campo, non lo so. Dal momento in cui è stato messo in vendita, uno dei portieri che avrei preso era sicuramente Musso. Forse in questo momento per tanti tifosi non sta soddisfacendo il valore di mercato e il prezzo che gli è stato dato, però per me è un buon portiere, in quel momento penso fosse il più forte tra i prendibili”.

Si può dire che lo reputa un numero uno adatto ad una squadra che corre per la Champions League?

“Secondo me è un buonissimo portiere, da prime sette in Serie A. Poi che a Bergamo ci siano aspettative maggiori perché è stato pagato tanto è un conto, ma gli errori grossolani sono altri. Magari potrebbe fare di più, ma se fossi l’Atalanta sarei orgoglioso di avere un portiere così”.

Vede Carnesecchi già pronto per essere il numero uno dell’Atalanta?

“Quando ho smesso di giocare nel 2015 spesso andavo a vedere le partite delle giovanili del Cesena. C’era Carnesecchi in porta e si capiva che avesse una marcia in più degli altri, che fosse una spanna sopra a tutti già a 16-17 anni. Infatti poi lo prese l’Atalanta. Certo, è più facile far bella figura in una squadra che subisce tanti tiri, sicuramente però ci sono delle qualità importanti. Poi capitano quelle partite in cui si subisce un tiro solo e bisogna fare il miracolo. Visto che l’Atalanta ogni anno dà fiducia a giovani o calciatori meno conosciuti, può fare lo stesso con Carnesecchi. Perché no? Il problema magari è piazzare Musso se si decide di venderlo, ma io non sono un contabile e nemmeno un procuratore”.

Quali sono le principali differenze tra i due a livello tecnico?

“Hanno due stili diversissimi. A me piace di più Carnesecchi perché è più di scuola italiana, mentre Musso ha la tendenza a parare col petto in fuori nelle uscite, alla tedesca, come Neuer: braccia e gambe larghe. Però io preferisco il vecchio stile italiano, anche per mia formazione: andare mani in avanti per coprire, metterci la testa. Ma è un mio gusto personale”.

Sarebbe gestibile un ballottaggio tra due portieri di alta caratura come loro?

“Si possono tenere entrambi, mettendoli in competizione. Io ho vissuto situazioni simili, anche all’Atalanta, tra la guerra con Taibi nel 2004/05 e quanto accaduto 2007 in estate, quando me ne sono andato sbattendo la porta. Sicuramente serve chiarezza, a prescindere dalla situazione”.

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