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Bergamo, il Tar conferma il no al collare a strozzo: una vittoria di modernità

È di pochi giorni fa la decisione del TAR di Brescia, che ha ribadito la legittimità del divieto di utilizzo di questo strumento sul territorio della città

È di pochi giorni fa la decisione del TAR di Brescia, che ha ribadito la legittimità del divieto di utilizzo del collare a strozzo sul territorio comunale di Bergamo.

Tale divieto infatti entrò in vigore nel 2017 con il nuovo regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali, ma fu impugnato dalla associazione A.T.A.A.C.I. (Associazione per la Tutela dell’Allevamento e dell’Addestramento Cinofilo Italiano), reputandolo incostituzionale in quanto “il comune avrebbe regolamentato una materia estranea alle proprie competenze istituzionali, in mancanza di una norma primaria attributiva di poteri di vigilanza sulle condizioni di igiene e di sicurezza pubblica degli animali di affezione “.
Inoltre, secondo l’associazione A.T.A.A.C.I., il fatto che il divieto di utilizzo dei collari a strozzo non sia presente nel regolamento regionale avrebbe dovuto di fatto rendere nulla la disposizione comunale, e in ultima battuta, è stata presentata una relazione in cui il prof. Peli del dipartimento di scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna, sostiene che l’utilizzo dello strumento in oggetto non lede l’incolumità del cane.

Nulla da fare, il TAR ha rigettato il ricorso e il divieto rimane. Ha dunque vinto la linea tracciata dal Garante degli Animali del Comune di Bergamo, avvocato Paola Brambilla, che ha affrontato la questione in prima persona.

La notizia è stata rilanciata direttamente dalla pagina Facebook del Garante degli Animali, e ha suscitato nell’ area commenti un acceso dibattito tra i favorevoli e i contrari all’utilizzo del collare a strozzo.

Personalmente penso che questa sentenza rappresenti una vittoria di modernità. Ritengo che mettere un cappio intorno al collo di un cane non sia la giusta soluzione. Certo, fino a qualche decennio fa era una pratica accettata e molto usata, ma grazie al cielo i metodi di lavoro e di approccio al cane si sono evoluti.

Rimane però, tra gli addetti ai lavori, una notevole e perniciosa diffidenza reciproca; consapevole del fatto che sia decisamente difficile (se non impossibile) mettere d’accordo correnti di pensiero diametralmente differenti, auspico che entrambe le parti si confrontino sempre con moderazione e rispetto reciproci.

Paolo Bosatra* Dog Trainer – Educatore Cinofilo professionista

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