Un primo tempo regalato, un secondo tutti all’assalto della porta greca. Presa letteralmente a (s)pallate, finchè non è crollata, sotto le bordate di Malinovskyi e Koopmeiners (suoi i due assist da calcio d’angolo) per la doppietta di Djimsiti.
Però, dove vai se il centravanti non ce l’hai? Zapata è azzoppato, Muriel ha appena alzato bandiera bianca. Ecco, allora, nella scheda di Berat Djimsiti alla voce “difensore centrale, si adatta a fare anche il terzino”, dovrete aggiungere “ha spiccate doti da centravanti: Gasperini ne tenga conto”.
Succede tutto così, in tre minuti. Una prima parte del film che sembra un déja vu della partita con il Cagliari, anche Gasperini ci mette un po’ anche del suo riproponendo l’Atalanta dei trequartisti, Pessina, Malinovskyi, Pasalic che finiscono imbottigliati dal traffico fuori dall’area greca.
Il primo tempo è un pianto, nessuno tira in porta, Muriel gioca in pantofole e poi comincia a toccarsi la coscia: anche lui si arrende alla dura legge dei flessori. Ma, se avete pazienza di seguire bene la Dea, non potete andarvene dopo il tè caldo dell’intervallo: allacciate le cinture, la ripresa è da adrenalina pura, tutto il resto è noia.
E poi, scusate, sotto la Curva Pisani è tutta un’altra storia. Lì, dove il 29 settembre Matteo Pessina aveva fatto il gol di quella che era l’unica vittoria finora a Bergamo, in Europa, almeno nei tempi più recenti, l’1-0 sullo Young Boys.
L’effetto trascinamento si sente anche dall’altra parte dello stadio, figuratevi i portieri avversari come se la passano. E davanti a quel flipper che si crea in area di rigore, il portiere prima deve sventare un missile di Malinovskyi ma poi resta a guardare sul colpo di testa di Djimsiti, che regala il bis con un destro nell’angolo. Gioco, partita, incontro.
La Dea della ripresa, con le discese in slalom (lui può) di Boga, le geometrie di Koopmeiners appena entrati, ritrova equilibrio e forza. Ristabilisce le gerarchie di fronte a un Olympiacos che, per far paura davvero, deve evocare la sua fossa dei leoni, lo stadio Georgios Karaiskakis, un gioiello da quattro stelle Uefa dove potrebbero essere in 15mila circa, se saranno al 50 per cento giovedì 24, al ritorno.
Con i gol in trasferta che non valgono più doppio: conta la differenza reti nei due confronti e se è pari, si va ai supplementari.
Ma intanto il presente dice che l’Atalanta sicuramente s’è desta, nel secondo tempo. Eppure anche prima, s’era capito che non è facile giocare senza un centravanti, un panzer come Zapata. Perdi tempo, fai tanto possesso palla e rischi grosso se prendi un contropiede.
E ci vuole equilibrio, ha ammesso anche Gasp di aver esagerato un po’ con il turnover: non è pensabile proporre la squadra a Firenze senza Freuler, ma anche senza uno prezioso come Koopmeiners. O senza la velocità di Boga, davvero un acquisto indovinato.
Certo, è una bella suggestione dire che il centravanti è lo spazio, ma se davanti hai un pullman… hai voglia di trovare lo spazio per passare.
E, nell’emergenza, potrebbe toccare di nuovo a Pasalic fare il finto nueve, come nel finale con i greci.
Il sogno Diego Costa? Forse più un’illusione, o dipenderà anche dalle condizioni reali di Muriel, perché l’Atalanta non ha mai dovuto fare i conti senza Zapata e Muriel insieme. E ora anche Ilicic e Gosens.
Diamo i numeri? L’anno scorso, Serie A 2020-21, Muriel 3° assoluto con 22 reti, Zapata 15, Gosens 11. In tre, più della metà dei gol segnati dall’Atalanta (90). Complimenti ai difensori goleador, ma non potranno risolverla sempre loro.
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