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Il candidato 5 stelle

Anesa in campo: “Vorrei Bergamo città del mondo, via il traffico e 3 zone movida”

Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Nicholas Anesa, ha le idee chiare sulla città che vorrebbe, a cominciare dalla guerra alla mafia "che c'è, eccome se c'è"

Trentadue anni, proprietario della pasticceria vegana “Dolcevita” a Bergamo, omosessuale e con una figlia di due anni nata con l’utero in affitto.

Nicholas Anesa è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle per le prossime amministrative a Bergamo e, di certo, il suo più grande punto di forza è l’ “essere un personaggio particolare che può dare una risposta agli elettori che fino ad’ora non si sentivano rappresentati”, come afferma lui stesso.

Lui è il figlio di un cambio generazionale da non sottovalutare e che ormai caratterizza Bergamo: non più la città vecchia e retrograda di cui si è sempre parlato, ma aperta, policulturale e inclusiva.

La candidatura è stata una sorpresa?

I nomi papabili erano nell’aria, sicuramente c’ero io e altre tre/quattro persone da più tempo di me nel Movimento. Io sono attivo da solo un anno, anche se seguo da sempre il Movimento. All’inizio si pensava a Fabio Gregorelli, ma, visto che poi ha deciso per le Europee, a quel punto mi sono presentato, per poter essere un candidato di rottura e che facesse un po’ di rumore. Eravamo in quattro e ho ricevuto diciotto voti su venti. 

Il coraggio, di certo, non le manca. E l’ha dimostrato quando ha reagito all’estorsione di cui è stato vittima, denunciando le persone che le avevano chiesto il pizzo nel suo ex locale…

Non è stato facile e a volte ho ancora paura perché quelle persone sono ancora a piede libero. La mafia a Bergamo c’è eccome ed è infilata nell’impensabile, specialmente nel settore della ristorazione, ma non solo. 

La lotta alle mafie, quindi, è nelle sue intenzioni da sindaco?

Sì sì, assolutamente. È necessario ripulire Bergamo dalla mafia. C’è sempre l’arricchimento dei più ricchi, mentre il ceto medio soffre. Il centro muore, i negozietti fanno sempre più fatica, mentre i negozi che hanno “la benedizione dall’alto”, vanno sempre bene. A volte ho anche l’impressione che ci siano tanti favori, come per l’Oriocenter che mi sembra venga favorito rispetto ai piccoli negozi. I due luoghi del commercio non possono essere solo l’Oriocenter e Città Alta: il centro lo lasciamo sempre ultimo nella lista dei pensieri. Bellissima la Donizetti Night e lo Sbarazzo, ma non può essere quella volta ogni tanto.

E poi?

Città chiusa al traffico è l’altro nostro punto, con i famosi parcheggi sentinella ai lati esterni della città, non interni. Gori dice che il parcheggio della Fara sarà d’interscambio: ma come può essere se è all’interno della città stessa? Si potrebbe fare un biglietto unico che comprenda il costo del parcheggio e della navetta fino in centro. Bergamo è una delle città più inquinate a livello europeo: le macchine non saranno il motivo principale dell’inquinamento, ma cominciamo da qui.

Come si può attuare?

Rendendo il centro più pedonale, non solo limitato a XX settembre. Noi abbiamo un centro che si presta e potremmo allungarlo fino in via Tasso. Magari con un percorso ciclo-pedonale che parte da Borgo Santa Caterina fino al Parco Ovest e, poi, da lì, Porta Sud, per poi tornare indietro a Borgo Santa Caterina. Sono lavori impegnativi, ma non impossibili. Tanti hanno paura che chiudendo la città il centro muoia, ma è stato visto che le città più chiuse al traffico in realtà sono le più felici. Bisogna avere il coraggio di fare dei cambiamenti radicali.

Questo, quindi, riguarda anche il macro tema dell’ambiente…

Si, assolutamente, a me non interessa se gli alberi vengono spostati in un parco cittadino fuori città, io voglio che le piante rimangano dentro la città, per fare bene al centro cittadino. Perché continuare a costruire? Si creano solo altri quartieri fantasma che creano solo insicurezza. Passaci la notte: fanno paura. Case disabitate, mezze buie, non c’è nessuno. Perché fare case nuove quando le case appena costruite non sono utilizzate?

Lotta alle mafie, ambiente, mobilità e città chiusa al traffico. Altri punti?

Il turismo, da distribuire tra il centro e la periferia, non solo in città alta. Bisogna offrire i servizi necessari per i turisti che l’aeroporto ci ha portato. L’unico tour proposto non può essere quello dalla stazione, alla funicolare e Piazza vecchia. E i turisti non possono essere abbandonati a loro stessi senza una mappa con indicato tutti i punti d’interesse a Bergamo e dintorni. Gori è stato molto fortunato rispetto alle altre amministrazioni perché ha avuto molti fondi e mi pare che da quei fondi abbia ricavato pochissimo, sta facendo tanto adesso, ma prima?

Cosa ne pensa dei tanti cantieri che Gori ha aperto?

Bisognerebbe prenderli in mano e ragionarci seriamente. Per il parcheggio della Fara, ad esempio, di certo non riesco ad immaginarmi tutte le macchine che salgono per parcheggiare lì: come puoi dire di essere a favore della città chiusa se apri l’unico punto di città chiuso? Ma non voglio dire o promettere che lo chiuderò al punto in cui è.

Un altro punto importante  è l’aeroporto…

Abbiamo due/tre quartieri che sono scontenti, ma dall’altro lato abbiamo una città intera che ne usufruisce positivamente. Noi non siamo contrari all’aeroporto, però è ora che la sua crescita si fermi. Così come è necessario diminuire i voli notturni. E un progetto da realizzare sarebbe quello di spostare l’uscita dell’autostrada dove c’è l’aeroporto.

Come è la sua lista?

Siamo in venticinque. Non abbiamo nomi “famosi”, abbiamo insegnanti, avvocati: persone comuni e molti giovani, ci sono quattro ragazzi under 35, l’età massima è di 45 anni.

Quindi si rivolge ai giovani?

Sì, ma non solo. Io sono per la città e vorrei dare una risposta a tutti affinché sia una bella città da vivere. Sarebbe interessare designare delle zone per la movida: Piazza Pontida, Piazza Dante con l’ex Diurno e Porta Sud che potrebbe diventare la central park bergamasca, dove, tra l’altro, ci sono tutti gli interscambi dei mezzi e quindi i ragazzi potrebbero arrivare con facilità. Incentiviamo una bella movida fatta, banalmente, di tavolini fuori dai ristoranti: sono piccoli passi, ma che denotano coraggio. Adesso mettiamo in campo un gruppo di giovani che vanno in giro per i locali a chiedere ai  propri coetanei cosa manca nei bar e ristoranti che frequentano. Vogliamo istituire anche la figura del sindaco della notte che esiste in moltissime realtà estere e italiane: una persona che si interessa solo ed esclusivamente alla vita notturna della città, controllando, così, che la movida sia sana e bella.

Avete un motto?

No, in realtà no. Ma la nostra linea guida è “Bergamo città del mondo”, per poter rendere la nostra città, la città che merita grazie alle meraviglie che possiede.

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