Con l’ufficializzazione dei tre candidati per le elezioni comunali che decideranno il nuovo sindaco di Bergamo, si dà anche il via al botta e risposta tra gli esponenti dei diversi partiti in campo per la conquista della poltrona di Palazzo Frizzoni.
Alla presentazione alla stampa dalla sua candidatura, Giacomo Stucchi (Lega e centrodestra) ha esposto le linee del suo programma e preso posizioni chiare sul congresso delle famiglie a Verona di fine mese, definito “un evento internazionale contro le donne, contro gay, lesbiche e trans e contro le libere soggettività per sostenere un’unica famiglia, quella naturale”, come scrivono i gruppi contro la manifestazione.
Dopo la dichiarazione di Stucchi di sostenere e portare avanti la famiglia naturale e di volerla tutelare con politiche mirate, il candidato del Movimento 5 Stelle, Nicholas Anesa, ha voluto rispondere.
Omosessuale, insieme al compagno da 14 anni e con una bambina di quasi due (nata con l’utero in affitto), si domanda: “Perché la nostra famiglia deve essere discriminata? Io non giudico le famiglie di nessuno, e allora perché la mia deve essere giudicata?”
“Trovo assurdo che siamo ancora a parlare di queste cose con gente che si pone sempre su un livello più alto – ha continuato Anesa – Se Stucchi diventerà sindaco, deve ricordarsi che sarà sindaco di tutti, non solo di quella fetta di popolazione che piace a lui. E a Bergamo c’è anche la mia famiglia e lui sarebbe anche il sindaco di questa famiglia. Non trovo corretto che una persona che ricopre questa posizione dica queste cose, perché deve ricordarsi di tutti i suoi cittadini. Passa il messaggio che è giusto dividere le persone per gruppi e decidono loro quale gruppo vale più di altri e quale gruppo è autorizzato a decidere e a criticare gli altri. Ma siamo tutti allo stesso livello, perché è così difficile far passare questo messaggio? Basta tutto questo odio.”
E, riguardo al convegno a Verona, afferma: “Queste persone non ci conoscono e questo li rende ignoranti: il passo dall’ignoranza alla paura è breve e così facendo ci vedono come il demonio. Basterebbe conoscerci per capire che non bisogna proprio combattere niente. Mi fa paura il messaggio che vogliono far passare e noi abbiamo il dovere di tutelare le nuove generazioni.”
“Voglio dire ai giovani di portare avanti messaggi di tolleranza e uguaglianza. Bergamo è pronta, aperta ad andare avanti, grazie a tutti i suoi studenti universitari e la vicinanza con l’aeroporto che ci rende poli culturali”, ha concluso Anesa.
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