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L'incontro

A scuola di legalità con i ragazzi delle medie di Seriate

Interverrà Vincenzo Musacchio, direttore scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise

“Legalità bene comune” – La lotta alle mafie, eroi da non dimenticare. Sabato 7 aprile sarà questo il tema dell’incontro all’Istituto Comprensivo “Cesare Battisti” di Seriate alla Scuola Secondaria di primo grado “Mons. Carozzi”. Alle 11 interverrà Vincenzo Musacchio, direttore scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise, e, in seguito verrà proiettato il cortometraggio “Una vita per la legalità” a cura dei detenuti del Carcere Minorile Malaspina di Palermo e presentato il free book “Adesso tocca a te” di Vincenzo Musacchio.

lotta alle mafie

Le mafie moderne sono ormai fenomeni criminosi complessi composti da fitte reti di complicità a sfondo politico ed economico. Si sostituiscono spesso all’autorità legale, per realizzare un “ordine” fondato su omertà, intimidazione, complicità e collusioni varie. “Non mi fanno paura le parole dei disonesti, ma il silenzio dei giusti”: è una famosa frase di Martin Luther King da cui bisognerà ripartire, poiché sono proprio le persone oneste che si dovranno battere, in primis, per sconfiggere le mafie.

Verità e giustizia sono valori che bisogna imparare già da piccoli, perché è da li che occorre prendere il via per combattere il cancro mafioso che consuma lentamente il nostro Paese. La cultura della legalità nelle scuole deve consentirci di condannare tutti i comportamenti illeciti, dal reato comune, all’occupazione del posto riservato al disabile, al semplice getto di una carta a terra. Alcuni comportamenti illegali pur se considerati lievi, indicano mancanza di rispetto delle regole e possono avere come protagonisti anche i più giovani: per esempio non pagare il biglietto sui mezzi pubblici, non mettere il casco in moto, non rispettare le persone più anziane. Il prevalere di una cultura dell’illegalità nel mondo giovanile è pericolosissima poiché in futuro potrà comportare una forte limitazione dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali. Le organizzazioni mafiose prosperano e si diffondono proprio laddove comportamenti illeciti sono considerati normali e abitudinari, dove possono contare sulla indifferenza, su una complicità diffusa e sull’omertà. Il silenzio come consenso e l’indifferenza della società civile, rendono più forti le associazioni mafiose poiché isolano chi cerca di combatterle.

Una società dominata dall’illegalità è una società non libera di progredire perché in essa dominano la volontà e la prepotenza di chi gestisce il potere. Chi governa lo Stato deve combattere la mafia, appoggiare e difendere i servitori dello Stato impegnati in prima linea nella lotta alle mafie. Dare il buon esempio per poter godere della stima dei cittadini, perché una democrazia poco funzionante fa sentire il cittadino estraneo al concetto di “bene comune”. Occorrerà impegnarsi tutti nel non nascondere la testa sotto terra come fa lo struzzo e nel non stare in silenzio, ma testimoniare di fronte ad un crimine o a un’ingiustizia. Sarà necessario stare accanto ai superstiti e alle vittime della mafia, e soprattutto a chi affronta una lotta quotidiana per un Paese più sicuro e libero. Essere onesti non è sempre così facile.

E’ importante che chi abbia paura delle conseguenze che potrebbero ripercuotersi su di lui trovi comunque il coraggio di affrontarle e di denunciare i crimini, in modo che gli stessi possano essere adeguatamente combattuti. Per sconfiggere le mafie occorreranno tantissime persone oneste, competenti e tenaci assieme ad una nuova classe politica e amministrativa capace di compiere – come diceva Giovanni Falcone – semplicemente il proprio dovere.

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