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Il new york times

Caso Regeni: “Dagli Usa prove contro funzionari egiziani”, ma l’Italia smentisce

Annunci sensazionali e smentite sulla morte di Giulio Regeni, il 27enne dottorando italiano dell’università di Cambridge rapito il 25 gennaio 2016 (giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir) e trovato senza vita in Egitto il 3 febbraio 2016. Proprio mentre si riaprono le vie diplomatiche tra Italia ed Egitto e l’ambasciatore fa ritorno al cairo, tra le proteste dei parenti di Regeni e di chi chiede la verità per Giulio.

Gli Stati Uniti dell’amministrazione Obama acquisirono prove che Giulio Regeni era stato rapito, torturato e ucciso dai servizi di sicurezza egiziani e avvertirono il governo Renzi. Questo rivela il New York Times. “Abbiamo trovato prove incontrovertibili sulla responsabilità di funzionari egiziani”, ha detto una fonte al quotidiano, secondo cui gli Stati Uniti “passarono la raccomandazione al governo Renzi”.

“Non era chiaro chi avesse dato l’ordine di rapirlo e, presumibilmente, di ucciderlo”, ha raccontato un’altra fonte al New York Times, ma quello che gli americani sapevano per certo, e che hanno condiviso con gli italiani, era che la leadership egiziana era totalmente consapevole delle circostante della morte di Regeni. “Non avevamo dubbi che questa faccenda era conosciuta ai massimi livelli”, ha spiegato una terza fonte dell’amministrazione Obama: “Non so se avessero la responsabilità ma sapevano”.

Ma Palazzo Chigi, da parte sua, sottolinea come nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all’omicidio di Regeni non furono mai trasmessi elementi di fatto né tantomeno “prove esplosive”. Fonti del governo sottolineano anche che la collaborazione con la Procura di Roma in tutto questi mesi è stata piena e completa.

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