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I ritratti

Quel saluto romano alla tomba del duce: chi sono i due fratelli di Boltiere finiti nell’inchiesta “Toti”

Nel 2011 la foto col braccio teso alla lapide del loro idolo, ora per i gemelli Italo e Arturo Testa la pesante accusa di corruzione elettorale aggravata dall'agevolazione mafiosa: sospesi da Forza Italia, non commentano la vicenda

Boltiere. “Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi dal mio gesto inopportuno, di leggerezza e fuori luogo. Non era mia intenzione offendere nessuno”. Nell’estate del 2011 Italo Testa, ai tempi vicesindaco di Boltiere, prima di doversi dimettere spiegò così l’episodio che lo portò agli onori della cronaca insieme al fratello gemello Arturo. I due, in gita alla tomba di Mussolini a Predappio, non resistettero alla tentazione di farsi immortalare con il braccio teso in onore del loro idolo. La foto finì sui social e furono costretti a fare mea culpa. Stavolta, invece, le loro scuse potrebbero non bastare perchè il capo d’imputazione per cui sono indagati è piuttosto pesante: corruzione elettorale aggravata dall’agevolazione mafiosa, in pratica avrebbero sostenuto l’attività di Cosa Nostra al nord.

I due fratelli, 64 anni, sono finiti nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Guardia di Finanza di Genova che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti e ad altri nove indagati per corruzione a vario titolo.

In particolare, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i Testa sarebbero stati i rappresentanti della comunità emigrata a Genova da Riesi, in provincia di Caltanissetta, dove sono originari. In questa veste, insieme a Italo Cozzani, avrebbero favorito la mafia siciliana, “segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova”, secondo la Guardia di Finanza. Tra le contestazioni che vengono loro mosse c’è quella di “aver promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova, almeno 400 preferenze, e comunque siciliani verso la lista Cambiamo con Toti Presidente”, si legge negli atti dell’inchiesta, in riferimento alle elezioni regionali del settembre 2020 in Liguria.

Per loro all’alba di martedì (7 maggio) è scattato l’obbligo di dimora nel comune di Boltiere dove abitano da almeno una trentina d’anni. E dove hanno iniziato ad appassionarsi di politica, a partire dall’allora Alleanza Nazionale, per poi passare con la svolta meloniana a Fratelli d’Italia e infine avvicinarsi a Forza Italia.

 

Arturo e Maurizio Testa
Arturo e Italo Testa

 

Arturo Testa lavora tuttora al Consiglio regionale della Lombardia, dove fa parte dello staff del bergamasco Jonathan Lobati, consigliere e presidente della Commissione Territorio del Pirellone eletto nelle fila di Forza Italia. Lobati è a sua volta uomo vicino ad Alessandro Sorte, ex assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti, e attuale coordinatore lombardo di Forza Italia.

Lo stesso Sorte lo scorso anno aveva nominato il fratello Italo coordinatore della circoscrizione provinciale di Dalmine di Forza Italia, in virtù anche della sua esperienza politica in Comune a Boltiere, dove oltre che vicesindaco è stato, ed è tuttora, consigliere di opposizione, oltre che candidato alle prossime elezioni amministrative di giugno con la lista dell’attuale Primo cittadino Osvaldo Palazzini.

Raggiunti nelle loro abitazioni i due fratelli non se la sentono di parlare. Al citofono della villetta a schiera gialla di via Martiri delle Foibe 21 dove vive Italo risponde la figlia Vania e dice che il padre non è in casa. A quello dell’appartamento rosa di via Locatelli 12 dove risiede Arturo tutto tace.

I due si danno spesso appuntamento per l’aperitivo prima di cena al bar Chocolat Cafè di piazza Quattro Novembre dove il titolare, di origine cinese, spiega di non vederli da qualche giorno. In paese, quei pochi che sono al corrente della vicenda, preferiscono non parlarne. L’unico a commentare è il sindaco Palazzini, che li conosce entrambi: “Per quel che ne so – le sue parole – sono due brave persone. Vedremo come si evolverà l’inchiesta, in ogni caso io di solito sono garantista”. Ma la candidatura di Testa con lei potrebbe saltare? “C’è tempo fino all’undici maggio per presentare le liste, vedremo”.

Quel che è certo è che i due fratelli sono stati già sospesi da Forza Italia. “A seguito dell’indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa – si legge nel comunicato diffuso dal partito –. Forza Italia, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali”. Il coordinatore Sorte, però, in una breve dichiarazione, si dice sicuro della loro estraneità ai fatti: “Fiducia nella magistratura. Forza Italia è un partito garantista e siamo fiduciosi che possano dimostrare la loro estraneità. Sono persone che hanno 50 anni di attività politica alle spalle e che tutti conoscono in provincia di Bergamo e in Lombardia”.

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