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Dea in europa

La lettera di un tifoso atalantino: “Ancor più orgoglioso di essere bergamasco”

Le parole scritte con il cuore in mano da Luca, un tifoso atalantino che ci ha inviato questa lettera dopo aver fatto passare la "sbornia" post Atalanta-Milan

Una lettera scritta con il cuore in mano. È quella che Luca, un tifoso atalantino, ci ha inviato dopo aver fatto passare la “sbornia” post Atalanta-Milan, quella dei festeggiamenti più che giustificati per il ritorno in Europa dei nerazzurri.

Una lettera che mostra tutta la gioia del tifoso bergamasco per il grande traguardo raggiunto. E che mostra, soprattutto, l’orgoglio e il grande senso di appartenenza che anche i bergamaschi dimostrano di avere sempre per la propria, bellissima città.

 

“…26 anni sono per definizione una generazione, forse qualcosina in più. Sono tanti i volti che sono passati di qui in questo lungo periodo, tante le stagioni che con il loro incedere inesorabile hanno disegnato rughe sui nostri volti, schiarito i capelli di molti di noi…costruito un senso per qualcuno, cambiato un destino per qualcun altro.
C’è stata di mezzo Tangentopoli, è caduta la Prima Repubblica, abbiamo cambiato moneta, c’è stato l’undici settembre, è arrivata la crisi economica, abbiamo scoperto di non essere immuni ai grandi problemi della terra.
È cresciuta la paura, temiamo l’ignoto più di ieri, il diverso, ci sentiamo insicuri nelle nostre città, timorosi dentro le nostre case.
Ventisei anni e abbiamo dovuto dire addio a persone care, incontrato persone nuove, perduto o ritrovato l’amore. Abbiamo gioito, sono nate nuove famiglie, festeggiato un mondiale,
conosciuto Papa Francesco…”

“Ventisei anni però… e non abbiamo mai smesso di sognare: un prato verde, un pallone che rotola, una città e la sua squadra di calcio.
Capita allora di chiudere gli occhi… quando senti salire i cori della curva Nord e gli anni sembrano assottigliarsi, farsi minuti…piccoli, il tempo non è più l’inflessibile giudice che ci ricorda la caducità di ogni cosa, la labilità di quel che possediamo è il vero potere dei sogni e della loro eterna e immutevole sostanza.
In quell’attimo li rivedi tutti: rivedi le domeniche del pallone, le file sotto la pioggia, rivedi Caniggia, Evair, Bonacina, Ferron. E ancora: Stromberg, Porrini, Pasciullo, Perrone. Sono ancora lì tutti quanti, il verde del campo, il nerazzurro del cielo”.

“Lo ammetto, si: è un gioco di fantasia, e quest’anno il gioco è riuscito alla perfezione. La magia si è compiuta grazie a qualcosa di speciale, ad un gruppo di giovani ragazzi, a tanti bergamaschi, a un grande allenatore e a una grande società: quando il sogno si fonde col gioco nascono questi piccoli miracoli, insignificanti particelle nella complessità delle nostre vite, piccolissime parti ma che come il sale possono donare il vero sapore alla materia stessa,dare qualcosa in più ai nostri giorni.
È quindi doveroso dire grazie a questo magnifico gruppo che verrà ricordato nel tempo per l’impresa che ha compiuto.
Bergamo si riprende l’Europa, meritandola sotto ogni aspetto. Se l’è presa minuto dopo minuto, metro dopo metro, pallone dopo pallone…”

“Ventisei anni… ieri, come oggi, e Bergamo ritorna la città dei mille grazie…
Mille grazie Atalanta per averci resi nuovamente così orgogliosi di appartenere alla più bella città del mondo.
Mille grazie Atalanta per il sapore di queste giornate.
Benvenuti a Bergamo: città dei mille.
Bentornati a Bergamo: città d’Europa…”

Luca

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